Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: pausa di riflessione

2022-08-12 07:57:43

Nella nostra vita giungono dei momenti di riflessione in coincidenza con la perdita di certezze e la sfida è trasformare il lutto in un’opportunità di cambiamento e rinascita...

Secondo la teoria dell’attaccamento di John Bowlby, psichiatra e psicoanalista della generazione dopo Freud che lavorava negli orfanatrofi molto numerosi nel dopo guerra, il bambino non si lega solo a chi gli dà nutrimento, ma ricerca la vicinanza di una figura preferenziale detta “base sicura”.

Il comportamento di attaccamento è caratterizzato da:

1.     Ricerca di vicinanza a una figura preferenziale;

2.     Scelta di questa figura per la sua funzione di “base sicura” che garantisca l’uscita e le esplorazioni;

3.     Protesta per la separazione.



Ho motivo di ritenere che questo atteggiamento di ricerca di sicurezza occupi buona parte del nostro copione di vita.

Negli anni mi sono confrontato con diversi clienti che hanno posto nella loro vita “basi sicure” per poter costruire il loro percorso di vita sia da soli che in coppia.

E’ importante poggiare la nostra esistenza su solide basi.

A riguardo potrei distinguere due tipi di certezze:

1.     Sicurezze di natura umana;

2.     Sicurezze che trascendono la persona perché investono la sfera spirituale.

Riguardo alle prime, direi che sono legate alla caducità del tempo e quando meno te lo aspetti possono venire meno: un rapporto affettivo, un rapporto di lavoro, la sicurezza di un’entrata economica ecc...

Per ovviare a questo occorre allenare la nostra persona al “bis pensiero” cioè mettere in atto un pensiero realistico che consiste, in questo specifico ambito,  nel pensare in anticipo ai problemi che potrebbe derivare dalla perdita della sicurezza materiale.

Nell’ambito affettivo è importante coltivare la propria indipendenza per non poggiare troppo sull’altro.

Ricordo un mio amico che era molto legato a sua moglie.

C’era come un rapporto simbiotico per cui lui pendeva dalle decisione della sua compagna.

Lui sempre garbato e sottomesso, mentre lei molto attiva e decisionale. Quando la moglie morì, lui non è riuscito a rielaborare il lutto. Ricordo con tristezza che lo vedevo seduto fuori dell’uscio di casa che guardava la strada in cerca di risposte.

Purtroppo il mio caro amico si  è lasciato andare e, di lì a pochi mesi è morto.

Nell’ambito del lavoro occorre affiancare ai collaboratori di vecchia data anche nuove risorse in modo da salvaguardare il ricambio e accertarsi di avere  aiutanti validi e seri.

Per la parte delle entrate economiche, mio padre mi ha sempre insegnato ad avere più entrate quelle che lui definiva “piccoli ruscelli a completamento del proprio reddito” in modo che quando una fonte di guadagno viene meno ci sono sempre altre sorgenti che alimentano il fiume del nostro benessere.

Detta così, sembra facile.

In realtà quando  viene meno un pilastro delle fondamenta della nostra casa o peggio ancora più pilastri, la persona entra in una fase di confusione, ansia da prestazione  e comincia a pensare.

In questa fase si fa esperienza di solitudine.

Ritengo che stare nel disagio da soli non aiuti perché il rimuginare di continuo procura la perdita della serenità e porta ad uno stato di tristezza.

E’ fondamentale contare su una valida rete di amici da chiamare al telefono per trovare sostegno.

In queste condizioni è prioritario farsi aiutare da un bravo psicoterapeuta in quanto nel turbinio delle riflessioni emergono disagi antichi che vanno esplorati con competenza.

Nella rielaborazione del lutto il counselor non può intervenire perché lavora solo nel qui e ora.

Riguardo alle sicurezze “spirituali”, ritengo che siano delle valide colonne per la nostra esistenza.

Quando vengono meno le certezze materiali, un credo forte aiuta la persona a rimanere centrata.

Il Dott. Hamer che ha rielaborato la teoria delle cinque leggi biologiche, ebbe a  dire che quando una persona perde sicurezze nella propria vita in termini materiali e affettivi entra in un programma speciale di protezione  biologica chiamato “costellazione post-mortale” per cui comincia ad occuparsi di “cose spirituali”.

Per esperienza personale posso affermare che l’affidamento a Gesù Cristo e alla Santa Vergine può rappresentare un valido e duraturo sostegno.

Nella sofferenza l’uso della preghiera, in particolare il Rosario, può dare un grande sollievo.

Si tratta di una sorta di mantra, di rito, che agisce in modo positivo sulla respirazione, procurando serenità alla persona.

Nella recita del Rosario torniamo bambini e cerchiamo la Nostra Madre Celeste come base sicura che ci protegge nelle avversità.

In ambito laico ricordo che i greci, esperti del pensiero, sostenevano il valore positivo della crisi.

Infatti nella  crisi, se la persona fa silenzio e si ascolta, può scorgere nuove opportunità di rinascita.

Concludo dicendo che nella nostra vita ci saranno sempre momenti di difficoltà per cui auguro a me stesso e a voi di attingere a piene mani ai sostegni che meglio conosciamo e ci ispirano fiducia.

Un caro saluto.

Antonio



by Antonio Masoch