Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Il valore della famiglia e del lavoro nella trasmissione della fede

2020-07-07 07:15:32

Sono convinto che la famiglia e il contesto lavorativo fanno la differenza nella trasmissione del proprio credo.

Fin da piccolo ho sempre avuto il desiderio di generare una vita buona che fosse per me piena di significato.

Sono cresciuto in una famiglia dal sapore antico dove mio nonno “Bepo” era il punto di riferimento spirituale di tutta la famiglia, e al mattino come alla sera soleva radunare tutti i componenti attorno al crocifisso. Al mattino ci invitava, in forma veloce,  a fare il segno della croce e a lodare il Signore per il dono della giornata, mentre alla sera, dopo cena, ci sollecitava a recitare una serie di preghiere per ringraziare della giornata trascorsa e ricordare  le persone che in famiglia avevano delle prove da superare. 


A questa dimensione “ formale” seguiva una dimensione “più privata”, una sorta di rito che mia madre soleva recitare, solo alla sera, alla presenza mia e dei miei quattro fratelli nell’atto di rimboccarci le coperte.


Ricordo che mia mamma aveva coniato questa preghiera: “ Gesù mio benefici tutti quanti, facci crescere bravi ragazzi e così sia”.

Altro appuntamento importante della famiglia era la messa domenica quando tutta la famiglia si radunava per pregare con tutta la comunità. 

Ricordo che mio nonno Bepo ci teneva con particolare attenzione. 

Seguiva i suoi nipoti nella recita dei passi della liturgia e incitava a cantare al ritmo. Dopo la messa invitava tutti al bar a prendere qualcosa: ai piccoli dava il gelato e agli adulti offriva un bicchiere di qualcosa.

Ricordo stampata in testa una frase che rivolgeva ad un suo vecchio parente:

“ Barba le posso offrire un’ombra?”.

Così, a me, sembrava che la vita trascorresse sicura, piena di significato, secondo un copione ben definito. 


Durante l’adolescenza, io e i miei fratelli, pieni di ormoni, sentivamo il ritrovarsi in famiglia per pregare “un po’ stretto” e non vedevamo l’ora che tutto si svolgesse rapido, tuttavia, permaneva in me, la convinzione che quei riti mi davano sicurezza erano come una “base sicura”.


Quando avevo circa  diciassette anni mio nonno è morto e la mia famiglia ha avuto un grande sbandamento spirituale. Mio padre che fino allora aveva svolto il ruolo di figlio, non è riuscito a governare la barca e ciascuno ha cominciato a fare di testa propria.

Ho avuto almeno due anni di totale confusione dove non ho frequentato la mia parrocchia e ogni tanto prendevo messa qua e là. Non era un bel vivere perché mi mancava qualcosa in cui credere con forza.

Mia madre cercava di domare i nostri cuori agitati con l’idea del profitto a scuola e confidando nella sua preghiera serale, mentre mio padre cercava di forgiarmi al lavoro nei campi e all’allevamento degli animali. 


Ricordo, come fosse ieri, che, dopo l’esame di maturità, mentre gli altri compagni di scuola sono andati a cena,  ho cominciato a lavorare con mio padre. Le giornate in campagna iniziavano presto e finivano presto e i momenti in famiglia si limitavano a mangiare e discutere sulle problematiche della campagna.  Unico momento di spiritualità: quando alla sera della domenica andavo a servire messa.

Così il mio tempo è trascorso veloce, in forma tutta uguale. Mentre i miei fratelli continuavano a studiare.


Mentre avevamo l’allevamento di vacche da latte il tempo veniva scandito dalle nascite dei nuovi soggetti e dalle riforme degli animali più vecchi.

Ogni volta che nasceva un nuovo vitello o vitella provavo la sensazione di vivere la creazione.

Quando in agosto con mio padre e i suoi collaboratori si preparava la “fossa dell’insilato di mais” partendo dalla trinciatura del prodotto sul campo, c’era sempre il rischio che piovesse nel mezzo del lavoro pregiudicando il raccolto.

Ricordo un vecchio dipendente “ Duilio “che mi educava ad avere fiducia, a confidare che tutto andasse bene e così succedeva: “ non pioveva mai mentre raccoglievamo il mais “.

Così la mia fede si rafforzava, si nutriva del riscontro pratico.

Negli anni a seguire, sotto la pressione delle quote latte, ho chiuso l’allevamento e mi sono dedicato a coltivare i campi e, tuttavia, ogni volta che raccolgo o il frumento o la soia mi affido…


Un caro saluto a tutti.

Antonio

by Antonio Masoch