VegChef diVerso

Parole e poesia per la cucina

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Parole e poesia per la cucina

Ma piantala!

2020-04-24 21:53:58

Un ragionamento sul piantare semi, sull'agire, sul nascere e sul morire, sulla relazione e sulla cucina. Con qualche macchia di Leopardi. E anche voi, piantatela, per favore.

Ma piantala!


Sì, piantala.

E’ la migliore cosa che puoi fare.

Fosse una quercia, albero sacro alla civiltà druidica, una piantina di rosa, un semplice seme di basilico o di senape.

Un seme, qualsiasi.

Tu, piantala, piantalo.

Un seme, una azione, un gesto che ritieni giusto.

Piantala, piantalo.

Un seme è il progetto creativo della terra .

È la forma espressiva della vita sulla Terra, che si chiama: pianta.

il progetto creativo dell'uomo è invece l'azione, pensare il seme, piantare il seme.

L'uomo pianti il seme, agisca la terra.

Così il ciclo è completo.


Qualcosa nascerà, seguirà un suo percorso, morirà.

Forse presto, forse tardi.

Non preoccuparti del deperire.

Quella che chiamiamo vita, che Leopardi definiva come un “costante trattenuto morire”, ha le sue leggi, non c’è tanto da ragionarci sopra. Se tutti i semi prodotti da tutte le spighe di frumento dovessero mettersi a generare nuova pianta e nessuna morisse, basterebbe pochissimo tempo per rendere il mondo invivibile.

Dove c’è crescita c’è anche decrescita e decadenza, sarebbe insensato pensare il contrario.

Ma allora perché “piantarla”, ci si potrebbe chiedere, se potrebbe non funzionare?

Perché a volte affannarsi tanto per una azione se a volte sembra non andare?

Se tutto è destinato e scritto, perché darsi da fare?

Non potrebbe tutto “piantarsi da sé”, non potremmo noi lasciare che altri facciano?


No.

Piantala, tu.

Perché, piantando un seme, non è al mondo della natura che offriamo veramente un contributo, ma a noi stessi.

Se piantiamo un seme, non è la natura che a beneficiarne, in realtà, la natura non ne ha bisogno. La Natura è quella forza che, nel "Dialogo tra la Natura e un islandese" dalle "Operette morali" di Leopardi, priva di empatia, alza il vento e sommerge di sabbia il suo interlocutore, di cui neppure si accorge.

Se piantiamo un seme non ne beneficia la natura, ma noi.


E quando dico noi, intendo quel mistero da cui un giorno nasciamo alla terra, come muscoli, ossa, sistema nervoso e ghiandolare, e nel quale un giorno torneremo a splendere.

Mistero lo è certamente, dategli pure il nome che volete.

Intendo dire il progetto di Uomo e di Donna, che nasce a questa terra, si colma di materia sensibile che viene indossata, adoperata e un giorno lasciata alla sua legge di natura, come un abito usato.


Quindi, piantala.


Oppure mettiti a cucinare.

Anche se ti sembra di non averne le capacità, mettiti a cucinare.


Piantala, quella lama di coltello nella polpa croccante di una mela.

Piantala, la lama, nel cuore morbido di un fondo di carciofo.

Piantala, quella spatola di legno usata, nella zuppa fumante di fagioli per muoverla al fuoco, proteggerla dall’impatto violento della fiamma, liberare nell’aria i fumi del vapore che si creano per la differenza di temperatura.


Piantala, entra in relazione con la materia, conoscila, sperimentala, trasformala.

Piantala, anche in cucina.

Avrai in ritorno libertà e bellezza, quei semi ti renderanno quel che hai donato in abbondanza.


Sarà fondamentale solo che tu la pianti, che non ti arrenda. Pianta la tua azione. Anche la nostra azione in cucina è piantare semi, serve a noi, non a produrre piatti buoni.

Quelli, sono una conseguenza della bontà intrinseca della tua azione.


Se compito della natura è generare vita e poi distruggerla, per lasciare spazio al nuovo, il compito di Uomo è agire.

Piantare semi.

Mettersi in relazione.


Senza semi non avremmo il nuovo che nasce, ma soltanto il vecchio, che diventa.


Sii consapevole, agisci, piantali.

Ciascuno, nelle tasche, i suoi semi.


Tra i miei, semi di cucina e semi di poesia.

Continuerò a seminare nei prossimi articoli, confidando nel vostro apprezzamento.

Grazie del Gusto!

 VegChef diVerso