VegChef diVerso

Parole e poesia per la cucina

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Parole e poesia per la cucina

Buono da pensare

2020-03-14 10:25:06

Il cibo è un fatto relazionale. La cucina che noi facciamo, in realtà, è lei a "farci". Il cibo che noi ingurgitiamo, in realtà, non è uno stupido aggregato di nutrienti e micronutrienti. Ha una storia, una vita. E sta a noi trovare con essa una relazione.

Unico fra gli animali, l’uomo vuole che il suo cibo non sia solo “buono da mangiare”, ma vuole anche, citando Lévi-Strauss, che sia “buono da pensare”, perché fra tutte le cose di cui ci nutriamo vi sono anche le idee

(M. Pollan, Cotto)

Il cibo è un fatto relazionale.


La cucina che noi facciamo, in realtà, è lei a “farci”. In noi si genera gioia, la nostra anima si alleggerisce, il nostro spirito si libera. E’ bello preparare qualcosa di buono, cura la dimensione sottile e interiore che noi siamo.

Perché se fossimo solo un insieme di materia, cadremmo a terra, sottoposti a legge di gravità e poi di natura.


Il cibo che noi ingurgitiamo, in realtà, non è uno stupido aggregato di nutrienti e micronutrienti. Ha una storia, una sua vita.

E’ lì con noi, tra le nostre mani, perché è spuntato da un seme qualcosa, un miracolo, e una pianta è cresciuta in un campo; perché qualcuno se ne è preso cura e l’ha raccolto; qualcun'altro l'ha trasformato in un modo utile per noi, perché potesse diventare alimento per noi, “la nostra carne”.

E non diventerà la nostra carne prima che noi, con l’attenzione che gli offriamo (consapevole o meno, ma sempre attenzione, "tensione verso"), ce ne prendiamo cura altrettanta.

Perché tutti i componenti da cui è costituito devono essere in noi scomposti, affinché diventino assimilabili (a parte i sali, per tutti i nutrienti accade così: proteine, carboidrati, lipidi). E ricostituiti. Questo processo, quello “digestivo” e metabolico, è un altrettanto meraviglioso e misterioso processo,  come quello che trasforma un seme in pianta, apre dei mondi.

Vi partecipa la nostra dimensione interiore, la nostra emozione, il nostro entusiasmo (TUTTI hanno esperienza di quanto un cattivo umore influenzi l’assimilazione dei cibi). Deve essere svolto con tutta l’attenzione possibile! E’ tanto speciale e prezioso quanto la creazione di un’opera d’arte, perché esso stesso un processo creativo, che ci coinvolge.


Vi sembrerà esagerato quanto scrivo qui, queste parole? Pensateci.

A me bastava sottolineare questi aspetti perché ci pensaste.


E perché capiste perché l’alimentazione e il cibo, secondo me, non sono materia, ma occasioni di relazione. 

Non intendo solo dello stare seduti assieme, a tavola. Intendo relazione con il mondo stesso, intendo la nostra identità.

Con il nostro posto nell'universo!


Sono ancora i primi mattoni di questa storia, si parte da qui, sarà spero un lungo e appassionante viaggio, insieme.


Grazie del Gusto!

VegChef diVerso