Una Storia veneta. L'avventura di Dino Boscarato

Founder Junior

8 - Una storia veneta. L'isola di Albarella e l'incidente dei polli.

2020-06-08 21:24:15

Racconto della inaugurazione dell'Isola di Albarella, in provincia di Rovigo, con "la cena più lunga del mondo". E del contrappasso contro le casse di polli, in autostrada, quando un grave incidente convinse Dino a rinunciare alla gestione.

Continua il racconto di

Una storia veneta.

L'avventura di Dino Boscarato e della trattoria dall'Amelia di Mestre


pubblicato su questo canale a puntate.

Siamo all'ottavo episodio, si racconta di Albarella e di un grave incidente.

Qualsiasi apprezzamento o commento, per condividere memorie e ricordi, sarà molto gradito!

Nel 1976 mi era stato proposto di gestire l’isola di Albarella, un covo di vip, svizzeri e italiani.

Fra questi, era ospite fisso in hotel anche Adriano Celentano. Devo dire che avevo accettato l’incarico con entusiasmo, ma purtroppo sono successe delle cose che sarebbe troppo lungo elencare. Comunque, dalla proposta iniziale che mi era stata fatta ne sarebbe venuta fuori un’impresa molto interessante. Poi purtroppo c’è stato uno scandalo che ha riguardato i proprietari, e io mi sono trovato a dover tamponare la situazione gestendo i quattro ristoranti dell’isola (la Taverna, il Casonetto, il Golf Hotel e il Centro sportivo) per due anni.


Con grande soddisfazione anche lì: il primo anno è stato un po’ un esperimento, perché la gestione precedente era in passivo di centinaia di milioni e io ho cercato di rimediare, riuscendoci abbastanza bene, direi.


Poi, nel secondo anno, abbiamo cominciato a programmare alcune manifestazioni e abbiamo organizzato delle bellissime serate gastronomiche al Casonetto e al Centro sportivo con Lucio Dalla, le Sorelle Bandiera e cantanti famosi ogni sabato.


Ma la serata più clamorosa è stata quella inaugurale, quando abbiamo fatto il “menu più lungo del mondo”.

Lo scopo era quello di invitare un sacco di gente che non conosceva l’isola (2000-3000 ospiti alla fine).

Al porto, in ingresso, erano stati preparati gli antipasti; c’erano due barche piene di ostriche, tartufi, polipetti, canoce, granseole, saor, tutti i cicheti veneziani; e poi seppie e seppioline con la polenta.

La Daniel del mio amico Miotto mi aveva procurato addirittura dieci tagliatori di prosciutto di San Daniele e avevamo schierato dieci prosciutti con i relativi addetti.

Alla Taverna c’erano quaranta sommelier che servivano l’aperitivo, i quali poi si sono distribuiti nei vari locali sparpagliati nell’isola.

Con due corriere e due “trenini” avevo organizzato per gli ospiti un giro dell’isola che partiva dal porto e arrivava al Golf Hotel dove era stata predisposta la parte dei primi piatti: pasticcio di carne, pasticcio di pesce, risotti, arancini, paste fresche, pasta e fagioli, zuppa di pesce: quella era la seconda tappa. Dopo i primi si passava a mangiare il pesce al Casonetto, dove era stata installata una batteria di friggitrici, e dove si cuoceva l’anguilla alla griglia.

Poi, dopo il pesce del Casonetto, con i trenini si arrivava ai “fiordi”, dove era prevista una gran grigliata con tante carni. Alle otto e mezzo di sera abbiamo dovuto scappare da lì, assaliti da nuvole di zanzare.

Il finale era previsto al Centro sportivo, dove Teofilo Sanson mi aveva offerto quaranta frigoriferi di gelati, ed era stata preparata una torta enorme con la scritta “Viva Albarella”, ben quattro metri per due.

Lì c’era l’orchestra e iniziava il divertimento, per finire con i fuochi di artificio, e la scritta in cielo “Viva Albarella”.

È stata veramente una serata spettacolare, ben riuscita, di cui ancora si parla.


Certo le serate al Centro sportivo erano bellissime, così come quelle al Casonetto, dove organizzavamo feste in collaborazione con i ristoranti del Buon Ricordo. Avevamo anche messo a disposizione una serie di piatti del Buon Ricordo per gli ospiti delle serate, perché in quelle occasioni c’erano giochi, un festival della barzelletta, e molto altro. Tutto era impostato sul divertimento, con cose semplici alla fine, ma che risultavano sempre divertenti.


Purtroppo nel 1977 ho fatto un incidente tornando da Milano, da una cena del Buon Ricordo. Ne sono uscito abbastanza malconcio, e c’era da riprendere Albarella per quell’estate! Confesso che io ci sarei stato, ma mia moglie e il commercialista, un po’ in pensiero per la mia salute, e perché c’erano delle complicazioni per poter fare bene quel lavoro, mi hanno convinto a rinunciare.


In quell’incidente abbiamo investito un camion di polli. Anzi, dal camion erano cadute delle ceste piene di pollame proprio in mezzo all’autostrada. Erano le tre di notte, non abbiamo visto nulla e ci siamo trovati in mezzo a decine di casse piene di polli. C’era un’automobile ferma lì davanti e a piena velocità siamo andati a sbatterci contro. Mi ricordo che il giornale, raccontando l’incidente, ironizzava sul fatto che la colpa era dei polli che probabilmente si erano vendicati contro di noi perché… ne cucinavamo troppi!