Sviluppo Sostenibile

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“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare” - ANDY WARHOL

2018-07-12 14:46:29

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Cina: le città-spugna sono un modello di gestione urbana dell'acqua piovana.

2018-07-12 10:39:49

I nubifragi sono sicuramente, fra le catastrofi naturali, i fenomeni più frequenti. Se la causa di questo inasprirsi degli eventi calamitosi è universalmente rintracciata nell’aggravarsi del fenomeno del cambiamento climatico, rimane da chiedersi quali strategie di gestione urbana dell’acqua piovana dovrebbero essere messe in atto per salvaguardare le città di tutto il mondo. Il Paese che probabilmente sta investendo maggiormente, perlomeno a livello teorico, in un modello innovativo e integrato di gestione urbana acqua piovana è la Cina. Più volte colpito da nubifragi molto violenti, come quello del 2012 che ha devastato Pechino, il paese asiatico nel 2015 ha lanciato un maxi-progetto con un obiettivo ambizioso: entro il 2020 l’80% delle aree urbane dovrebbe assorbire e riutilizzare almeno il 70% dell’acqua piovana. Ciò è possibile trasformando tutte le grandi città cinesi in ‘sponge cities’, città spugna, attraverso l’implementazione di infrastrutture verdi e di superfici permeabili e filtranti, capaci di potenziare la capacità di assorbimento e di redistribuzione dell’acqua. Lingang New City, un nuovo agglomerato pianificato nel distretto di Pudong, a 65 km Shanghai, sta fungendo da test per lo sviluppo di un modello di sponge-city. I tetti delle abitazioni saranno interamente ricoperti da vegetazione, sono previste zone umide per lo stoccaggio dell’acqua piovana, tutte le pavimentazioni saranno permeabili e vi sarà anche un grande lago al centro della città, che fungerà sia da bacino idrico di raccolta sia come espediente per ridurre la temperatura esterna dell’aria.

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Il Portogallo un esempio per tutti: produce più energia rinnovabile di quanto consuma.

2018-07-12 07:16:31

Secondo i dati del REN (National Energy Networks), l'elettricità rinnovabile prodotta a marzo (4.812 GWh) ha superato il consumo del Portogallo continentale (4 647 GWh). In altre parole, il paese ha prodotto il 103,6% di elettricità rispetto a quella necessaria. E non era mai successo negli ultimi 40 anni. Il mix energetico portoghese è composto principalmente da idroelettrico ed eolico che rappresentano rispettivamente il 55% e il 42% delle esigenze di consumo. La produzione mensile totale di energie rinnovabili ha inoltre impedito l'emissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2, che si è riflessa nel risparmio di 21 milioni di euro nell'acquisizione delle quote di emissione.

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