Strategie emotive

Il farmaco è il sintomo

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Il farmaco è il sintomo

Ho sposato mia nonna?

2019-04-20 21:59:06

Questa sera mi sono accorto di aver sposato mia nonna, dopo venti due anni che credevo di conoscere mia moglie.

Ma chi è mia moglie?

Questa sera mentre ero sdraiato a leggere, la mia attenzione viene attirata dalla dolcezza con cui mia moglie si rivolgeva a mio figlio, nell'altra stanza.


Bene qualcuno dirà.


Ed invece io dico: "non proprio".



Perché sentendo quel tono di voce sono stato investito da un moto di rabbia inspiegabile, come un vulcano pronto ad esplodere.

È stato così rapido il fatto che mi ha stupito per il contrasto venutosi a creare.


Una voce dolce da una parte, un orco dall'altra.

La situazione è stata così inaspettata che mi ha molto destabilizzato, non è stato nemmeno necessario pensare ad un motivo, perché da un punto di vista logico non c'era nulla che potesse spiegare il mio stato d'animo.


Che fare?


Devis chiama inconscio


Decido di prendere la palla al balzo ed andare a vedere una dinamica che non mi sono mai permesso di affrontare: il rapporto fra mia moglie e mio figlio, ed il significato che percepivo a livello inconscio.


Mi metto in piedi, e come mostrerò in un altro articolo, ho attivato la mia parte inconscia per renderla sensibile alle mie richieste.


Applicando l'insegnamento di Stefano Benemeglio, e la sua equazione della vita, ho trovato un evento accaduto a nove anni, dove era presente la nonna e mio padre.

Secondo la metodica prevista sono andato a rivivere quel ricordo per esprimere le emozioni inespresse in quel preciso evento per poi comprendere la dinamica relazionale ed emotiva che mi influenza ancora oggi, ed in questo caso specifico con mia moglie e mio figlio.

Il tempo non esiste


Rivivere significa riportare la mente ed il corpo in preciso momento a nove anni, in quella situazione denunciata dal mio inconscio.

E per farlo mi sono aiutato con la seguente musica:

Chiudo gli occhi e spengo la luce, e le immagini iniziano ad arrivare come in un palcoscenico dove io sono il luogo, gli stessi personaggi e l'ambiente.


Nonna chiede a mio papà, in maniera dolce, se volesse una birra, e mio padre annuisce.


Vorrei dire a mio padre di non berla che poi diventa strano, ed a mia nonna di non offrire quella bevanda, ma mi limito ad osservare da spettatore.


Ad un certo punto esco dagli occhi di quel bambino di nove anni e lo guardo, è con lo sguardo perso, impassibile, come se fosse pietrificato, senza emozioni, solo.


Riguardo la scena ed i grandi continuano nella loro discussione.


In quel momento mi tornano in mente le parole: "ciò che non si esprime si imprime", ed allora decido di alzarmi in piedi davanti a mio padre e dirgli che non beva quella birra, che non mi piace come diventa, che non è più quel papà bravo che voglio avere vicino; ed allo stesso tempo, come se fossi dotato di due bocce, dico alla nonna che suo figlio cambia con la birra e che non lo induca in tentazione.


Cosa avrebbe fatto quel bambino se avesse avuto la consapevolezza di oggi, allora?


Pensando a queste parole il bambino si è avvicinato al papà e l'ha abbracciato forte forte, dicendo che aveva bisogno del suo sostegno e del suo amore.


Dietro al risentimento si cela il sentimento inespresso

L'avete compresa l'analogia che ha generato la rabbia con mia moglie?


La dolcezza di una figura femminile con una figura maschile mi ha richiamato per analogia l'evento accaduto con mia nonna e mio papà.

Nell'evento di oggi si manifestava rabbia, ma dietro quella rabbia era nascosto un sentimento di amore verso mio padre che non ho saputo esprimere in quel particolare episodio.


Questo breve fatto che ho voluto condividere con voi mostra come in realtà non viviamo la vita in maniera libera, ma spesso giudichiamo quello che ci accade attorno utilizzando analogie passate.

E questo ci porta a percepire la realtà in maniera distorta, impedendoci di vivere liberamente la nostra vita.


Quante volte ci siamo trovati in situazioni ripetitive senza carpirne il motivo?


Semplicemente perché i nostri occhi vedono il duplicante di un attore di un film già visto.


Per me la Pasqua inizia con il miglior auspicio, un nuovo me è nato proprio ora, libero da un altro condizionamento


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