✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Scienza e Buddhismo

2019-02-19 14:57:03

Confronto tra me e Paljing Tulku Rimpoche

C’è una realtà ultima uguale per tutti o ci sono molte realtà ?

Stralcio dell'intervista fatta al Ven. Paljing Tulku Rimpoche.

Domanda

Il nostro cervello tende ad ingannarci (in un certo senso); si organizza in modo tale da risparmiare energia, per proteggere se stesso da un’eventuale crash cerebrale

Questo è il motivo pr cui utilizza scorciatoie e tecniche di risparmio energetico.

Insomma, ci prospetta  conclusioni illusorie che presenta come realtà.

Un esempio: la luce colpisce la nostra retina, i fotorecettori la interpretano trasmettendo informazioni al cervello e grazie a questo riusciamo a vedere.

C’è però una zona cieca, priva di fotorecettori chiamata scotoma, un punto cieco in mezzo al nostro campo visivo.

Viene da chiedersi come mai noi non “vediamo questa area nera” nel nostro campo visivo?

Il motivo è semplice: il cervello costruisce la "parte mancante" elaborando i dati in suo possesso per riempire quel "buco nero" in modo da darci la sensazione che l'immagine sia realmente piena.

Certe volte sappiamo già cosa vogliamo vedere e la nostra neocorteccia trasforma questa aspettativa in una specie di realtà virtuale.

Ciò significa che una parte del mondo che vediamo è solamente un’illusione.

Tutto questo in un certo senso è sconcertante, non credete? Siamo alla mercè del nostro stesso cervello.

Come facciamo a scoprire il nostro punto cieco, e così vedere la realtà che è davanti ai nostri occhi?

La domanda che ti faccio Ven. Paljing Tulku Rimpoche non ricerca una risposta in campo neuroscientifico, quanto dal punto di vista della filosofia buddista.

 

Risposta- Nella filosofia buddhista la realtà è considerata sotto due aspetti:

  1. quello relativo
  2. quello ultimo.


La realtà relativa, detta anche realtà convenzionale o realtà che ammanta, si riferisce al modo con cui i fenomeni dell’esistenza appaiono in funzione della sensorialità e in relazione alla interdipendenza.

La realtà ultima o assoluta è data dallo stato delle cose, che sono composte, nascono da cause e condizioni e sono quindi prive di una esistenza autonoma.

La realtà relativa  o convenzionale non è uguale per tutti, in quanto ognuno  percepisce le cose in conseguenza dell’efficienza dei propri sensi, della propria cultura e delle proprie esperienze.

La realtà assoluta è invece libera da ogni concettualizzazione e concerne la
vacuità dei fenomeni relativi.

Della vacuità, essendo un argomento complesso nella visione occidentale parleremo in un secondo tempo.

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