✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

La scrittura come meditazione

2019-03-18 15:52:04

I kanji giapponesi e cinesi venivano usati anticamente come forma di meditazione, pratica che tutt'ora utilizzo nei miei percorsi di consapevolezza.

Un pennello, la carta e la nostra attenzione al tratto

Tutto ha inizio nella nostra mente ed è lì che tutto trova la sua risoluzione, emozioni, preoccupazioni, paure, dolore.

 “Siamo sempre pronti a lasciare che la nostra mente si faccia sopraffare dagli stati emotivi. Ma quando arriva veramente il momento di sperimentare la sofferenza che ne risulta, ne siamo meno entusiasti.” Chagme Rinpoche

L'utilizzo della scrittura dei Kanji  (nome dei simboli che racchiudo un significato preciso nella cultura orientale), come veicolo meditativo è molto antica e fa parte di quelle pratiche principali del Buddhismo Zen, Mahayana e Theravada.

Ad oggi è una consuetudine poco diffusa.

Dopo oltre 25 anni di studi buddhisti ritengo la scrittura dei Kanji come meditazione una delle pratiche migliori e più semplici. 

Personalmente ne ho apprezzato maggiormente le qualità dopo aver studiato per anni sia la lingua che la scrittura giapponese ed è per questo che continuo ad utilizzarla con le persone

Non occorre sapere scrivere in lingue che non ci sono familiari, i tratti si apprendono nell'atto di scrivere con lentezza; così la nostra mente riesce a fare il vuoto e lasciare spazio all'attenzione di ciò che si sta facendo.

La scrittura è un fantastico veicolo di focalizzazione su un dato elemento della psiche o su quelli che nel Buddhismo vengono definiti i 5 "veleni mentali" come:

  1. l'orgoglio,
  2. la rabbia
  3. l'attaccamento
  4. la gelosia
  5. l'ignoranza ( non inteso in senso culturale)

La mente vuole il controllo delle idee, noi, invece, le lasciamo scorrere nel tratto

Abbiamo la carta davanti a noi e il pennello scorre su di essa, la mente oppone resistenza estrema, non le piace perdere il controllo.

Noi le lasciamo fluire, le ritroveremo nel tratto che stiamo eseguendo, la nostra concentrazione rimane sul foglio e sui segni che la nostra mano esegue.

Lascio che tutto scorra dalla mente, al braccio, alla mano, al foglio.

Semplicemente lascio che sia, io con il tutto.