Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

L’amore.. ascolta forse non lo sai ..

2021-02-24 13:07:58

Tu dici che non è necessario, anzi non è nemmeno possibile “sapere come si fa ad amare”? Ti sbagli.L’amore c’è o non c’è. Che altro resta da capire? Ma il punto è un altro


L’amore?     L’amore è un’altra cosa …

Tu dici  che non è necessario, anzi non è nemmeno possibile “sapere come si fa ad
amare”? T i sbagli.  L’amore  c’è o non c’è. Che altro resta da capire? 
Ma  il punto è un altro: quando si invecchia si scopre che le cose stanno in modo
diverso, che bisogna sempre “sapere come si fa”, bisogna imparare tutto,
anche ad amare. Siamo esseri umani e ciò che accade nella nostra vita viene
filtrato dalla ragione. Ed è sempre attraverso la ragione che i nostri
sentimenti e le nostre passioni diventano sopportabili, oppure ci paiono
intollerabili.    Amare  non è sufficiente. 

Solo  la realtà, i fatti compiuti sono certi. Mi chiedi che cosa disprezzo sopra
tutto?   Quel  tragico malinteso chiamato amore? O semplicemente il genere umano?

Non  disprezzo niente e nessuno. Ma per il tempo che mi resta da vivere, ho
intenzione di abbandonarmi a una passione. La passione per la verità. Non
tollero di sentirmi raccontare menzogne, e non mi permetterò in alcun modo di
mentire a me stesso.

Oltre  alla passione e alla felicità esistono anche altri legami fra le persone. Ci
sono l’affetto, la pazienza, la compassione, il perdono. Sì, la famiglia è
forse uno degli scopi della vita. Ma non risolve tutto.

Una  gioia assoluta non l’ho trovata in nessuno. Poi ho letto che forse si tratta
della “solitudine della civiltà”. E’ come se il fuoco della gioia si fosse
spento sulla Terra. A volte, per qualche istante, qua e là arde ancora. In
fondo all’animo umano vive il ricordo di un mondo felice, solare, giocoso,
nel quale il dovere è al tempo stesso divertimento, e ogni sforzo è gradevole
e sensato. Forse i Greci, ecco, loro saranno stati felici.

Noi  invece non viviamo in una vera civiltà, una vera cultura. La nostra è una
civiltà di massa, meccanizzata ed enigmatica. Tutti hanno la loro parte, ma
nessuno ne trae vera gioia. La civiltà di oggi è la somma di tutte le
censure. 
Se  fossi un sacerdote, un artista, uno scrittore, implorerei ognuno di
convertirsi alla gioia, inciterei tutti a dimenticare la solitudine, a farla
svanire. A volte provo un gran pena nel contemplare gli esseri umani: corrono
in modo sfrenato, si affannano inutilmente, mi verrebbe voglia di dire loro
 Non sanno che a volte per vivere  sereni basta avere semplicemente un po di pazienza,
perché l’armonia che  cercano tanto affannosamente – e alla quale, con un termine
piuttosto vago,  danno il nome di felicità – deriva da pochi e semplici accorgimenti.
Dimmi,  perché nelle scuole non si insegna nulla sul rapporto tra uomo e donna? E’
una cosa importante, influisce sulla serenità di una persona. Si dovrebbe
parlare ai giovani delle gioie della convivenza, non di >, ma di gioia, pazienza, modestia, appagamento.
Amo  la verità e il più delle volte non ho sentito altro che bugie. Ma, che cos’è
la verità? come si può guarire e imparare a gioire? Umiltà e coscienza di sé.
Il segreto è tutto qui.
Umiltà  è forse una parola troppo grossa. Per raggiungerla bisogna saper perdonare,
bisogna sapersi disporre a uno stato d’animo straordinario. Nella
quotidianità basta essere modesti e sforzarsi di capire quali siano veramente
i nostri desideri, le nostre inclinazioni, e poi ammetterli senza vergogna. E
sforzarsi di conciliare le nostre aspirazioni con le possibilità offerte dal
mondo.  nella vita esistono anche grandi rivincite e gioie.
Arrivano tardi, in una forma inaspettata e grottesca. Ma arrivano. Bisogna
pagare un prezzo molto alto, ma alla fine la vita ce le concede.

Gioia,  naturalmente, non è proprio la parola precisa. Un bel giorno ci si scopre
tranquilli. Non si desidera più la felicità, ma non ci sente inariditi o
ingannati. Un giorno si capisce di aver ricevuto tutto, il castigo e il
premio, e di aver ricevuto secondo i propri meriti. Non si tratta di gioia,
ma di quiete e condiscendenza. Si arriva anche a questo alla fine, ma bisogna
pagare un prezzo altissimo. 
Arriva  un momento in cui la tua anima si riempe del desiderio di restare solo, ma
non si deve barare. Finché agisci per egoismo, cerchi la solitudine per
comodità, o per risentimento, sei ancora in debito col mondo e con tutti
coloro che costituiscono il tuo mondo. Fino a quando avrai dei desideri,
avrai anche dei doveri. 

Dapprima la solitudine è pesante, è una condanna e sembra meglio avere qualcuno con
cui condividerla. Sono momenti di debolezza. E speri ancora che possa esserci
una soluzione. 

Io  speravo in un miracolo: l’amore, che con la sua forza misteriosa e
soprannaturale dissolvesse la solitudine, annullasse la distanza tra due
esseri umani, demolisse ogni muro artificiale che società, educazione,
passato e ricordi avevano eretto.

L’amore,  che dopo anni di peregrinazioni, torna nella sua terra d’origine, a casa. Per
un adulto soltanto l’amore è in grado di restituire quell’attesa piena di
trepidazione e di speranza, i momenti in cui due persone si cercano, l’attesa
e la speranza che le attraggono l’una verso l’altra, un altrove incontaminato
e primordiale. A una certa età a letto non ci si aspetta più dall’altro il
piacere sessuale, la felicità o l’estasi, ma una verità semplice e profonda:
l’autentica consapevolezza che siamo esseri umani, uomini e donne, e abbiamo
un compito comune su questa terra, un impegno che forse non è così privato.
E’ impossibile sottrarsi a tale impegno, ma lo si può deformare con le bugie.

Dopo  una certa età si pretende la verità in ogni cosa, quindi anche a letto, nella
dimensione più fisica e oscura dell’amore. E’ importante essere spontanei,
riuscire a sorprendere noi stessi con il dono del piacere, e nello stesso
tempo, nonostante il nostro egoismo e la nostra avidità, essere capaci di
dare con pari generosità, senza calcolo, senza secondi fini, con leggerezza,
quasi inavvertitamente.

Ma  l’amore, quello vero, è sempre letale. Il suo scopo non è la felicità. E’ una
fiamma più sinistra, più tragica. Un giorno si accende il desiderio di
conoscere questa passione devastante, quando ormai non si vuole più nulla per
sé,  non si cerca l’amore per essere più tranquilli, più appagati, ma si
vuole soltanto essere , in modo totale. Questo accade piuttosto tardi nella vita; molti non conosceranno mai un tale sentimento: i prudenti, gli ingordi, i determinati,
gli astuti, i borsaioli dell’amore, fulminei nel rubare un sentimento, abili
nell’estorcere un pò di tenerezza e intimità, i vigliacchi, gli accorti …
gente vile e meschina.

Infine,  può anche accadere che un giorno qualcuno comprenda quale sia lo scopo
dell’amore, per quale motivo la vita abbia offerto questo sentimento al
genere umano. Lo ha fatto per il nostro bene? La natura non è benigna e non
ha bisogno delle illusioni umane, vuole semplicemente creare e distruggere.
E’ spietata, ha donato all’uomo la passione, ma pretende che questa passione
sia senza riserve. In ogni vita degna di questo nome arriva il momento in cui
ci si immerge in una passione come ci si lancia nelle cascate del Niagara.
Non credo negli amori esuberanti, quella esuberanza nelle fasi iniziali delle
relazioni umane: non bisogna assolutamente fidarsi, la passione non ha niente
di festoso. Questa forza truce che incessantemente crea e distrugge il mondo,
non si preoccupa granchè dei sentimenti umani. Dà tutto e pretende tutto,
esige uno slancio senza condizioni, alimentato della stessa energia
primordiale della vita e della morte.

Dietro  ogni amplesso, ogni bacio, dei veri amanti, si nasconde il desiderio segreto
di annientarsi, quel senso estremo di felicità che non scende a patti con
nulla, la consapevolezza che il vero modo di essere felici non è mai stato
altro che svanire del tutto e lasciarsi completamente andare a un sentimento.
E questo sentimento non ha nessun fine.

L’amore,  vale a dire la piena espressione della vita, la perfetta comprensione del
senso dell’esistenza e, quale suo esito, l’annientamento. Amare significa
semplicemente conoscere appieno la gioia, sapersi donare in maniera
incondizionata, e poi morire, come la conclusione di tutte le vicende umane.