Sensualità come eleganza non è da tutti
Il SILENZIO di un GENTILUOMO
Il tuo silenzio di seta
era il canto del mare.... ( continua )
Il silenzio di un gentiluomo
Il tuo silenzio di seta
era il canto del mare.
Irresistibile e suadente richiamo melodioso di sirena
che incantato dell’anima leniva la pena.
Nella tenebra di solitudine
approdo al lido del Ricordo
mio faro
dov’è dolce all’anima desolata naufragare
e l’arsura mia d’amore si disseta.
Mi sorride
nell’inverno senza fine del cuore il bucaneve.
E mentre la nostalgia con richiamo di rondine in esilio stride
danzi nella mente dolce e malinconico
come la prima, notturna, silente neve
nel radioso sorriso dell’infanzia.
La memoria di Te m’abbraccia forte e soave
nel turbine di rimpianto
nella fragranza d’acero scarlatto di giorni andati,
sogni smarriti e foglie morte.
Vanno lievi sul sentiero della nostalgia
i miei passi all’ombra d’un addio perduti.
E ancora m’accarezzano indimenticabili
i tuoi occhi d’autunno malinconici e muti.
La tua voce
profonda e calda più del tramonto al mare
mi lambisce come travolgente onda.
In carezza di rimpianto ogni notte
nella terra di nessuno
tra la veglia ed il sonno
Ti rivedo
quando bimba smarrita
nella notte di tenerezza
Ti correvo scalza incontro
e tra le braccia tue
mio nido amorevole volavo.
Mai più, mio settembre di boccioli anelato
farai da me ritorno
e le mie nostalgie fremono all’orizzonte in stormo.
Fioriranno la viola ed il biancospino
nel vento gelido dell’assenza
al nuovo sole.
Nel bacio del vespro
soltanto una rosa
e una lacrima ardente
lascerò cadere sulla fredda lapide
dove Priamo sovrano riposa.
Gemmerà in nivei fiori di rimpianto il biancospino
e nel sospiro di nostalgia
T’avrò vicino.
Nella carezza di sussurrate parole
brillerà forse ancora
all’ombra del nostro perduto sorriso
l’ultimo sole.
Il palpito lacerante del rimpianto
è sinfonia di ricordi.
Vola la mente
dal deserto dell’oggi
all’alveo del fiume di lacrime prosciugato
d’un pietrificato, antico, celato pianto…
Il respiro
sull’altare di un dio indifferente e crudele immolerei
per riaverti
soltanto un giorno a me accanto.
Amavi il Poeta De André
il turbine scarlatto e d’oro d’autunno,
tua figlia.
E mentre il silenzio mi parla di Te
nel manto scarlatto della rimembranza
la tua assenza l’anima artiglia
resto qui sola
nella segreta della distanza.
Nel dedalo inevadibile del dolore
come rondine ferita
che senza Te più non vola.
La tenebra fitta, soffocante non si vuole dileguare.
Mi libero nel nostalgico pensiero
mio sogno folgorato,
mio giglio reciso
mio mosaico infranto.
Ti sia carezza d’amore
il mio elegiaco pianto
ora che Ti raggiungo
soltanto con l’orfico canto.
Mio sovrano esule
che non smetto in un solo sospiro di cercare.
E nel giardino segreto d’un palpito
nel volo del Ricordo
nello sguardo di malinconia ardente
nel bacio del sole oltre la collina
continuo ad amare.
Nell’abbraccio senza fine
s’innalza l’emozionante concerto del cuore
d’un abbraccio del padre alla sua bambina,
sinfonia sublime d’amore,
luce d’oro della mattina.
Spero tu abbia capito l'inganno di FOTO E PAROLE , scritte
Isabella