Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

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Il SILENZIO di un GENTILUOMO

2024-02-16 12:09:41

Il tuo silenzio di seta

era il canto del mare.... ( continua ) 

Il silenzio di un gentiluomo


Il tuo silenzio di seta

era il canto del mare.


Irresistibile e suadente richiamo melodioso di sirena

che incantato dell’anima leniva la pena.


Nella tenebra di solitudine

approdo al lido del Ricordo

mio faro

dov’è dolce all’anima desolata naufragare

e l’arsura mia d’amore si disseta.


Mi sorride

nell’inverno senza fine del cuore il bucaneve.


E mentre la nostalgia con richiamo di rondine in esilio stride

danzi nella mente dolce e malinconico

come la prima, notturna, silente neve

nel radioso sorriso dell’infanzia.


La memoria di Te m’abbraccia forte e soave

nel turbine di rimpianto

nella fragranza d’acero scarlatto di giorni andati,

sogni smarriti e foglie morte.


Vanno lievi sul sentiero della nostalgia

i miei passi all’ombra d’un addio perduti.


E ancora m’accarezzano indimenticabili

i tuoi occhi d’autunno malinconici e muti.


La tua voce

profonda e calda più del tramonto al mare

mi lambisce come travolgente onda.


In carezza di rimpianto ogni notte

nella terra di nessuno

tra la veglia ed il sonno

Ti rivedo


quando bimba smarrita

nella notte di tenerezza

Ti correvo scalza incontro

e tra le braccia tue

mio nido amorevole volavo.


Mai più, mio settembre di boccioli anelato

farai da me ritorno

e le mie nostalgie fremono all’orizzonte in stormo.


Fioriranno la viola ed il biancospino

nel vento gelido dell’assenza

al nuovo sole.


Nel bacio del vespro

soltanto una rosa

e una lacrima ardente

lascerò cadere sulla fredda lapide

dove Priamo sovrano riposa.


Gemmerà in nivei fiori di rimpianto il biancospino

e nel sospiro di nostalgia

T’avrò vicino.


Nella carezza di sussurrate parole

brillerà forse ancora

all’ombra del nostro perduto sorriso

l’ultimo sole.


Il palpito lacerante del rimpianto

è sinfonia di ricordi.


Vola la mente

dal deserto dell’oggi

all’alveo del fiume di lacrime prosciugato

d’un pietrificato, antico, celato pianto…


Il respiro

sull’altare di un dio indifferente e crudele immolerei

per riaverti

soltanto un giorno a me accanto.


Amavi il Poeta De André

il turbine scarlatto e d’oro d’autunno,

tua figlia.


E mentre il silenzio mi parla di Te

nel manto scarlatto della rimembranza

la tua assenza l’anima artiglia

resto qui sola

nella segreta della distanza.


Nel dedalo inevadibile del dolore

come rondine ferita

che senza Te più non vola.


La tenebra fitta, soffocante non si vuole dileguare.


Mi libero nel nostalgico pensiero

mio sogno folgorato,

mio giglio reciso

mio mosaico infranto.



Ti sia carezza d’amore

il mio elegiaco pianto

ora che Ti raggiungo

soltanto con l’orfico canto.


Mio sovrano esule

che non smetto in un solo sospiro di cercare.


E nel giardino segreto d’un palpito

nel volo del Ricordo

nello sguardo di malinconia ardente

nel bacio del sole oltre la collina

continuo ad amare.


Nell’abbraccio senza fine

s’innalza l’emozionante concerto del cuore

d’un abbraccio del padre alla sua bambina,

sinfonia sublime d’amore,

luce d’oro della mattina.

Spero tu abbia capito l'inganno di FOTO E PAROLE , scritte

Isabella 


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