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Ibrido: la bidonata nascosta

2020-03-20 23:55:46

Certe auto ibride non sono quello che sembrano. Leggete e scoprite quali!

Ormai anche i profani hanno sentito parlare delle automobili ibride: sono quelle vetture che accoppiano un motore elettrico a quello termico (cioè a benzina/gasolio), quest’ultimo si trova su tutte le auto da 120 anni a questa parte. 

I motori elettrici permettono di risparmiare carburante e ridurre le emissioni di sostanze inquinanti, aiutando così l’ambiente.

Le vetture ibride presentano anche una serie di vantaggi rispetto a quelle tradizionali:

  • Minore consumo di carburante
  • Maggiore efficienza energetica
  • Possibilità di circolare nelle famigerate ZTL (Zone a Traffico Limitato)
  • Silenziosità in viaggio
  • Incentivi statali all’acquisto e rottamazione delle auto vecchie

Le vetture ibride non sono tutte uguali e si possono dividere in più categorie, a seconda di quanto la parte elettrica sia sviluppata. È anche bene distinguere le vetture ibride da quelle elettriche, che sono sprovviste di motori termici (anche detti “a combustione”).

Attualmente le categorie di auto ibride sono tre, divise su base tecnica:

1. Mild hybrid, anche detto MHEV: la categoria più economica e semplice. Il motore elettrico rimpiazza l’alternatore e il motorino d’avviamento, si ricarica in frenata e aiuta il motore termico durante la marcia. Le auto mild hybrid hanno il motore elettrico “ai minimi termini” e quindi viaggiano usando quello a combustione, di conseguenza hanno prezzi bassi rispetto alle altre categorie di ibrido. 

Un esempio di automobile mild hybrid è la nuova Fiat 500 (15.150 euro)

2. Full hybrid, anche detto HEV: la categoria a cui tutti pensano quando sentono nominare la parola “ibride”. In questo caso si tratta di un vero (nel senso di “sufficientemente potente da muovere l’auto”) motore elettrico che affianca quello termico. Le auto full hybrid possono viaggiare anche con il solo motore elettrico, “staccando” quello a combustione. Questo è qualcosa che le mild hybrid non possono fare, inoltre hanno tutte il cambio automatico dato che il motore elettrico è integrato nella trasmissione della macchina.

Storica rappresentante delle full hybrid (nonché delle ibride in generale) è la celebre Toyota Prius (29.800 euro)

3. Plug-in hybrid, anche detto PHEV: praticamente una full hybrid con la spina. In breve, si tratta di auto ibride con delle speciali batterie ricaricabili anche da una presa elettrica esterna, come le famose colonnine (usate anche dalle auto elettriche). Per questo motivo le ibride plug-in sono più complesse e soprattutto molto più costose rispetto alle altre auto. Le plug-in sono in genere vetture di alta gamma, oppure auto full-hybrid modificate per allacciarsi alla rete elettrica terrestre.

Un esempio di ibrida plug-in è la Porsche Panamera E-Hybrid (115.230 euro)

C'è anche una categoria speciale

Extended Range Electric Vehicle, anche detto EREV: si tratta di automobili elettriche ma con due motori, come le full hybrid. La differenza sta nel funzionamento: in questo caso infatti solo il propulsore elettrico muove effettivamente la macchina, mentre quello termico funziona solo per caricare la batteria e non è connesso alla trasmissione. Anche in questa categoria rientrano auto di un certo livello, spesso di costruttori prestigiosi, inoltre c'è da dire che finora i modelli disponibili si contano sulle dita di una mano.

Rappresentante della categoria è la BMW i3 REx (40.600 euro)

Ma se queste sono le categorie di ibride “vere”, ce n’è un’altra che si è intrufolata nel gruppo

Si tratta delle Micro ibride (MHD), o per meglio dire “fake hybrid”. 

Si tratta di comuni automobili a benzina o diesel che montano una batteria più grossa e un alternatore speciale, ma letteralmente nessun motore elettrico, quindi non sono auto con due motori come negli altri casi.


Il motivo per cui si fanno (indegnamente) chiamare ibride è che i congegni prima elencati, uniti ad un impianto elettrico modificato e ad accessori come il Sistema Stop&Start e la frenata rigenerativa, permettono di immagazzinare energia e risparmiare un po’ di carburante quando si viaggia. 

Un altro motivo è che l’alternatore/generatore per alcuni secondi tiene in moto l’auto senza bisogno del motore, quindi anche per questo nonnulla si fa chiamare “ibrido”.


Questa categoria ai limiti della truffa è stata inventata dalle case automobilistiche per smaltire tutti gli ultimi veicoli con motori convenzionali nel giro di alcuni anni. In pratica i costruttori vogliono farli passare per ibridi, in attesa di adattare la produzione agli ibridi autentici.


Rappresentanti della categoria sono i francesi di PSA Peugeot-Citroen, con tutti i modelli denominati e-Hdi (con motori diesel) oppure e-VTi (con motori a benzina).

La situazione in Italia

Nel nostro paese il Ministero dei Trasporti di recente ha deciso di adottare una sua categorizzazione delle auto ibride, dividendole in 3 fasce a seconda delle emissioni inquinanti come la CO2:

  • Fascia 1: sotto i 60 g/km (grammi al chilometro)
  • Fascia 2: tra 61 e 95 g/km
  • Fascia 3: sopra i 95 g/km

Tenendo conto delle classificazioni su base tecnica, si possono per ora fare i seguenti abbinamenti:

  • Fascia 1 -> plug-in
  • Fascia 2 -> full hybrid
  • Fascia 3 -> mild hybrid e micro/fake hybrid

Un’altra cosa da sapere è che lo Stato pianifica di tagliare per legge le emissioni di CO2: entro il 2025 le micro/fake hybrid perderanno i diritti e le agevolazioni di cui godono (attualmente) assieme alle ibride autentiche, le quali invece li manterranno per un po’ di tempo. Ad esempio, l’accesso illimitato alle ZTL scomparirà e le tasse da pagare probabilmente si alzeranno.


In definitiva, le micro-ibride non sono altro che una fregatura ad orologeria, pronta ad esplodere nei portafogli di chi le ha comprate in questi anni, pensando di aver fatto un affare.

Messaggio ai proprietari di micro/finte ibride: 

Disfatevene finché siete in tempo!

Guidatore avvisato, mezzo salvato…