Sarah Geslot

Founder Senior

Sua Maestà Autostima

2021-01-25 17:44:41


Chi sei veramente? Stai percorrendo la strada giusta per arrivare a realizzare la tua natura più profonda?
Le persone che ti circondano sono alleati del tuo percorso evolutivo?
Cosa ti sostiene nei momenti di crisi?
A quali risorse puoi attingere?
Quali sono i limiti che ti poni?

Intrattenere un buon rapporto con se stessi, mirare al rafforzamento di ciò che si è e al miglioramento delle relazioni con gli altri e con l’ambiente: tutto questo è autostima.


Fermati a riflettere:

la lista di aggettivi che usi per auto-valutarti e descriverti riflettono realmente il tuo Vero Io o appartengono alla maschera che sapientemente e pazientemente indossi?

Troppo convinti di sapere tutto di noi, ci siamo abituati a rinnegare e soffocare le nostre inclinazioni e priorità per qualche ideale, obiettivi da raggiungere o per non deludere le aspettative degli altri.



Concediti il diritto di essere come sei:

osserva con sguardo neutro il tuo modo di essere, il tuo stile di vita, il tuo modo di vestirti e di reagire alle situazioni che ti si presentano.

Guardati dall’esterno per poter individuare tratti salienti della tua personalità e altre peculiarità più vicine alla tua natura autentica, quella che ci indica il modo in cui stabiliamo e viviamo la relazione con noi stessi e con gli altri, in coppia, in famiglia, al lavoro, con gli amici.


Risvegliare e potenziare l’autostima permette di:

  • scoprire eventuali errori di strategia e comunicazione
  • individuare i punti deboli che, se non riconosciuti si consolidano allontanandoci dalla nostra vera natura minando nel profondo la sicurezza e la fiducia in se stessi

Tra tutti gli animali l’uomo è l’unico capace di disprezzarsi e di sottovalutare la propria presenza nel mondo, ma è anche l’unico a possedere una mente pensante con la quale misura le sue esigenze, esperienze, gli altri e tutto ciò che accade intorno a lui.

La nostra capacità di svalutarci dipende dall’uso-abuso scorretto che facciamo del nostro strumento pensante. La funzione analizzante sempre attiva fa perdere il contatto con la materia vivente portando all’alienazione dal nostro corpo, depositario della nostra realtà.

Stimarsi significa piacersi ed essere soddisfatti di se stessi, vuol dire felicità, amarsi e godere appieno della propria vita; un obiettivo non sempre facile da raggiungere perché portiamo consolidata la convinzione che la felicità dipenda da fattori esterni, che la nostra autostima sia la conseguenza del raggiungimento di obiettivi più che altro materiali (casa, lavoro, auto, denaro).

Altro tassello della nostra infelicità è avere cura di noi stessi per piacere agli altri o per essere adeguati al ruolo che pensiamo ci attribuiscano, e proiettare nel futuro ciò che possiamo sperimentare solo nel presente.


Come ritrovare la via dell'autostima



  • Abbandonare l’idea che la nostra realizzazione arriverà in un futuro, in un momento che “deve ancora arrivare”. Vivere nell’attesa del domani è il terreno fertile per il timore che i nostri progetti possano non realizzarsi.
  • Sviluppare la consapevolezza nel presente: è una condizione che si può raggiungere e sviluppare partendo da quell’aspetto di te che è sempre situato nel presente, il tuo corpo.
  • Rompere il principio di "non contraddizione": troppo spesso accettiamo e sposiamo solo una parte di noi; ci imponiamo un ruolo e crediamo che il nostro più grande dovere sia essere coerenti con l’immagine di noi, con i nostri principi e con tutto quello che gli altri si aspettano da noi. Identificarsi in un solo modo di essere blocca lo sviluppo armonico della nostra personalità, dissolve la creatività e ci irrigidiamo in una identità squilibrata perché risponde solo a un lato del nostro essere e annulla l’altro.
  • Gestire e modificare le auto-definizioni: gli appellativi che ci attribuiamo, col tempo diventano definitivi ma, soprattutto, descrivono sempre e solo un’unica parte di noi stessi, un’unica componente del nostro carattere. Così nasce una definizione monca che diventa una palla al piede pericolosa per i nostri comportamenti.
  • Senza se e senza ma: la stima di sé è possibile se si pone fine alle spiegazioni che risucchiano nei labirinti della logica e della razionalità. Non si pone termine al malessere capendone il perché, per questo è importante imparare a convivere bene con il non capire. Non sto dicendo ovviamente di eliminare tutte le spiegazioni “tecniche” che cospargono la nostra vita, ma di eliminare tutte le pretese di spiegare ciò che avviene in campo emotivo-affettivo. Pensieri e spiegazioni portano fuori tempo.
  • Concedersi un cambio strada: talvolta la devalorizzazione nasce dallo scontro tra un parte di noi che vorrebbe modificare le regole e una parte che rimane obbediente e ancorata al percorso esistenziale che abbiamo (o hanno) tracciato per noi e su di noi, facendoci entrare in un percorso obbligato fatto di vicoli ciechi.
  • Rendere elastici i nostri gesti quotidiani
  • Modificare gli spazi della nostra quotidianità
  • Costruire uno spazio privato solo per sè: è di vitale importanza costruire uno spazio privato in cui custodire tutto ciò che per me è prezioso. Solo in questo spazio posso rinnovare le mie risorse più autentiche e mantenermi separato e distaccato dalle richieste e dalle imposizioni della mia vita quotidiana.



Spesso, senza esserne consapevoli, si tende a ripetere gli stessi comportamenti “fallimentari” che ci fanno sentire inadeguati e frustrati, causando sofferenza.


Quanto è presente in te il rischio di non stimarti?


Ognuno di noi possiede tutte le potenzialità naturali per realizzarsi in diversi ambiti della vita personale e professionale; la via per realizzare se stessi e mantenere sempre un alto livello di autostima è costellata di ostacoli che si manifestano sotto forma di critiche, giudizi, accuse e perdono.

Prendersi cura di sé è anche riconoscere ciò che di sé non piace.


Come si realizza se stessi e la propria profonda natura?


  • Con il coraggio, senza timore, con l’accettazione di eventuali insicurezze, dubbi e delle cose meno gradite.
  • Non occorre combattere: non c’è nulla da migliorare, piuttosto c’è da prendersi cura di sé, senza conflitti, senza se e senza ma, per essere felici non occorre alcuno sforzo.
  • Ti invito a riconciliarti con le tue debolezze, ad abbandonare il tuo passato e a concentrarti sul tuo Io presente, solo così potrai sviluppare la piena fiducia in te stesso.
  • Dai spazio e voce alla tua parte più intima, impara a conoscerla e a rispettarla e scoprirai che in te non c’è nulla di sbagliato perché, semplicemente, sei perfetto così come sei.


Quante volte hai pensato e detto
“Tanto io non ce la posso fare!”


Troppo spesso si è convinti di non essere all’altezza, di non avere valore, di non meritare appagamento, piacere e apprezzamento.

Il confronto eccessivo con gli altri, una marcata sfiducia nelle proprie possibilità e il mettersi in una posizione perdente alimenta la disistima; allora ti sottovaluti, pensi che chiunque ti circondi sia migliore di te, ti poni obiettivi che non rispecchiano le tue esigenze e i tuoi desideri personali.

Sentirsi inadeguati è una spia di insicurezza, e quindi di disistima, e le risposte a questo sentimento saranno due: attribuirsi la colpa di una crisi o degli eventi che normalmente accadono, non accorgersi delle cose belle e positive che si affacciano alla vita.


I livelli della scalata all'autostima

  1. A TU PER TU
  2. TU IN COPPIA
  3. TU E GLI ALTRI
  4. TU E LA VITA


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