Sarah Geslot

Founder Senior

Il linguaggio del corpo prima della parola - 2. Parlare con il sorriso

2019-08-21 12:50:32

Il SORRISO è uno dei segnali muti corporei più potenti, nonché il più diversificato. Ma cosa dicono i sorrisi prima della parola?

"Perderci" nei loro sorrisi per capire il loro linguaggio

Se conoscere e interpretare il linguaggio non verbale degli adulti è difficile ed impegnativo, il linguaggio muto di neonati e bambini è ancor più difficoltoso, ma allo stesso tempo affascinante come nient'altro.


Nel mio precedente articolo (puoi leggerlo qui) tratto una panoramica dei segnali principali a cui prestare attenzione, qui entro nello specifico, e lo faccio iniziando da uno dei segnali più belli ed emozionanti: il sorriso.


Tappa dopo tappa, dal sorriso come riflesso inconsapevole alla risata.

Già nel grembo materno, il feto utilizza il muscolo del sorriso, in questo momento il segnale non ha alcuna relazione con quanto succede attorno a lui ma è un esercizio per consolidare gli schemi motori che lo rafforzeranno.



Tutti i volti del sorriso

Questa mimica è la più diversificata che si evolve nel primo anno di vita attraverso varie fasi.

Ogni fase porta con sé diversi sorrisi, che tratterò in seguito dettagliatamente.


FASE 1

Si manifesta già a poche ore dalla nascita, è fuggevole ed incerto e porta con sé il sorriso di riflesso.


FASE 2

Il neonato ha solo 4 settimane di vita e, seppure inconsciamente, sa già come esprimersi ed ecco che ti saluta con un bel sorriso che, lungo e aperto gli illumina il volto.

Metto in evidenza il fatto che anche i bambini ciechi cominciano a quella età a sorridere spontaneamente, pur non avendo mai visto questa espressione.


FASE 3

A 8 settimane il neonato incontra la sua prima consapevolezza: il suo sorriso è ora la risposta ad uno stimolo.

In questa fase si consolida il sorriso sociale, non più un riflesso ma un modo per dirci che qualcosa di esterno a lui lo fa stare bene.


È in questa fase che la comunicazione con i piccoli diventa una vera e propria danza del corpo, in cui tu invii un messaggio e lui ti mostra di averlo percepito ed accolto.


Questo "gioco muto" sviluppa nel bambino

 la fiducia in se stesso e scopre

 la sensazione di poter influire su noi adulti.


FASE 4

Ha ormai 5 mesi ed inizia la fase della discriminazione.

Non sorride più a tutti e fa differenze tra i volti familiari e quelli estranei.


Dall'ottavo mese puoi divertirti ad osservare centinaia di sfumature, ed inizia così un viaggio che non si interromperá mai e, attraverso i suoi sorrisi vedrai piacere, imbarazzo, difficoltà, complicità e divertimento.


Non parli ma sorridi e ti capisco

Ma perché ride? Cosa vorrà dire? E ora, che c'è da sorridere?


Uno ad uno tutti i suoi sorrisi da interpretare ed accogliere

Sorriso precoce o di riflesso

Sono passate pochissime ore dalla sua nascita e le labbra del neonato accennano un fuggevole sorriso (che se hai la fotocamera sempre puntata sopra di lui riesci anche a catturare). 

Compare come reazione al suono della voce della mamma, nella fase di addormentamento o quando ha il pancino pieno.

Sorriso semplice

Gli angoli della bocca sono tirati verso l'alto ma la bocca rimane chiusa. 


Se completo è il suo saluto, e rimarrà tale per tutta la vita.


Se appena accennato ci comunica esitazione o mancanza di familiarità con chi si sta interagendo.


Interessante notare che è lo stesso sorriso che noi adulti utilizziamo nelle stesse situazioni.

Sorriso aperto o "a brioche"

La boccuccia sembra proprio un invitante croissant, gli angoli sono sollevati verso l'alto con un'apertura al centro che emana solarità.


È un' interazione con gli altri, un "sono felice di vederti" o una risposta, è segno di grande piacere o divertimento.


Tra tutti è il sorriso più intenso.

Sorriso inferiore

Si scontra con l'aggressività che esprime il corpo, il bambino scopre i denti inferiori e più che un sorriso fa quasi pensare che stia "ringhiando".


È accompagnato da occhi spalancati e sopracciglia ferme.

Vista l'alta espressività, il simbolismo e la razionalità dell'espressione, compare in genere dall'anno di vita in poi.

Dal sorriso al riso

Il riso richiede un'operazione mentale più complessa del sorriso, richiede la capacità di distinguere situazioni e le modificazioni di un volto.

Basti pensare alle smorfie: un neonato di poche settimane rimarrà impassibile mentre dai 3 mesi in su il piccolo riderà, come puoi vedere nell'immagine sotto.

Ridere richiede la coscienza di riconoscere una contraddizione tra ciò che sarebbe dovuto avvenire e ciò che realmente è accaduto.

Per spiegarmi meglio:

Se prendo una busta di carta, il bambino non sa che se la stropiccio farà un particolare rumore e, proprio perché è inaspettato e quindi una contraddizione con ciò che si aspetta (per lui assurdo), scoppierà a ridere.

Facciamoli ridere!

Concludo dicendo che

il riso crea calore interno, 

è cura per alcuni gravi disturbi, 

accelera la rigenerazione tissutale e

stimola l'ossigenazione del sangue


Come ci insegna il neurologo francese Henri Rubinstein


"una risata di 1 minuto rilassa

quanto 45 minuti di

massaggio terapeutico"


Infine, qualsiasi sorriso abbiano e ci rivolgono, sono tutti gioia di vivere e, di riflesso fanno sorridere anche noi, per cui, FALLI SORRIDERE, RIDI CON LORO E ACCOGLI IL LORO LINGUAGGIO

Ho scritto tanto e ti ringrazio di aver dedicato il tuo tempo alla lettura del mio articolo, se vuoi approfondire o "leggere" insieme a me tutti i sorrisi del mondo contattami attraverso il form qui sotto.

Se ha apprezzato questo articolo ti invito a leggere la prima parte del linguaggio del corpo prima della parola.


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