Sarah Geslot

Founder Senior

Educazione e Disciplina - parte 2

2019-04-24 11:13:09

Sopravvivenza, socializzazione e autorealizzazione sono i tre principali obiettivi dell'azione educativa, ma non gli unici.

Il riconoscimento del bambino come persona

Il bambino, fin dalla nascita, è da considerare come soggetto attivo, competente, capace di emozioni e di sentimenti complessi, con una logica propria ed un proprio inconscio. Alla comune società degli adulti, spesso sfugge questa consapevolezza.


L'azione educativa deve quindi tenere conto che un bisogno primario di bambino e adolescente è essere considerato, preso sul serio e rispettato per quello che è, in ogni momento della crescita, nelle sensazioni e manifestazioni.


Cito un'affermazione della.psicoanalista Alice Miller"

"Ogni bambino ha il legittimo bisogno di essere guardato, capito e rispettato. Deve poter disporre della madre nelle prime settimane di vita, usarla e rispecchiarsi in lei"

La madre guarda il piccolo e lui guarda lei per ritrovarsi...a patto che la madre guardi DAVVERO il figlio nella sua unicità e non osservi invece le proprie attese, paure e progetti che imbastisce su di lui.

In questo caso nel volto della madre il piccolo non troverà se stesso e RIMARRÀ SENZA SPECCHIO E PER TUTTA LA VITA CONTINUERÀ INVANO A CERCARLO.



La costruzione dell'autostima

L'educazione deve prendere avvio dal rispetto della loro persona. Affinché il bambino possa diventare "grande", bisogna che gli adulti lo seducano, lo convincano e gli dimostrino che la vita è qualcosa che vale la pena di vivere.


Quando il bambino viene costretto a rinunciare ad essere se stesso e si adegua ai progetti, desideri e aspettative degli altri per essere accettato, finisce per non sviluppare la propria personalità.

Nell adattarsi alle richieste genitoriali ed ambientali, creerà un FINTO IO che riflette ciò che gli altri si aspettano da lui. Questo falso Io, docile e conciliante, obbliga la persona a vivere come una risposta ad altri soffocando l'Io autentico.


Dobbiamo spingere affinché il bambino viva se stesso con dignità e autenticità di pensieri e sentimenti.



Il nostro compito è GUIDARE, non dirigere

Non dobbiamo avere la pretesa di determinare il destino dei nostri figli.

La funzione dell'educatore deve essere intesa nel vero senso che il verbo educare ha nella sua origine: exducere=condurre, guidare verso l'esterno (ex).

I genitori non possono determinare la riuscita o sconfitta dei loro bambini che, inevitabilmente, si creeranno una loro nicchia dove affermare la propria autonomia. 

I genitori hanno la responsabilità di garantire al bambino la CERTEZZA DI ESSERE AMATO E ACCETTATO, di AIUTARLO A CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI e FAR SÌ CHE ACCETTINO LE LORO RESPONSABILITÀ, siano esse sociali od ambientali.