Parliamo di EBLM J0555-57Ab: la stella più piccola finora conosciuta
Più minuta del pianeta Giove, EBLM J0555-57Ab si è aggiudicata il titolo di stella più piccola: distante 600 anni luce da noi, nella costellazione del Camaleonte, rasenta il limite di massa sotto il quale non si può più parlare di stelle, ma solo di nane brune. Ciò che classifica una stella come tale è la sua capacità di fondere l'idrogeno e per farlo serve una massa del 7,5-8% almeno di quella del Sole
La sua scoperta è stata "fortunosa", sia per la distanza che ci separa, sia perché è parte di un sistema binario in compagnia di una stella molto più brillante. «È come cercare di vedere una candela di fianco ad un faro», è stato il commento di Amaury Triaud, del team di ricercatori che ha scoperto la stella senza averla cercata. La stellina da record è stata infatti rilevata perché è transitata davanti alla sua compagna più grande proprio mentre i ricercatori ne stavano analizzando la luminosità, in cerca di pianeti.
Questo tipo di stella, considerato promettente per la vita, è il più diffuso nell'Universo, ma a causa della sua debole luminosità rimane quasi invisibile ai nostri strumenti. Finché non supereremo i nostri attuali limiti tecnologici l'effettivo numero di questi curiosi corpi celesti rimarrà avvolto nel mistero.
Un punto esclamativo galattico!
VV340 è una coppia di galassie che si fonderanno insieme, situate a 473 milioni di anni luce da noi nella costellazione di boote.
Non sarà per sempre la Stella Polare che noi conosciamo ad indicare il nord
Perchè la stella polare non è sempre la stessa?
Sarà facile a questo punto verificare il perché del nome polare (perno). In realtà la Polare non sta esattamente sul Polo Nord celeste, ma circa un grado più lontana (due volte il diametro apparente della Luna piena). Così, a rigor di cose, essa stessa percorre una piccola circonferenza attorno al Polo Nord celeste. Nei prossimi 150 anni si avvicinerà ad esso fino a una distanza minima di mezzo grado, per poi ricominciare ad allontanarsene sempre di più, fino a lasciare il ruolo di polare ad altre stelle.
Circa 14000 anni fa la stella polare era Vega, la luminosissima stella della costellazione della Lira, una delle più luminose del cielo, che tornerà ad esserla tra 12000 anni. Altre stelle nel corso dei millenni hanno assunto, e assumeranno di nuovo, il ruolo di perno del cielo, come la Alpha Draconis. “Hanno assunto e assumeranno”, queste parole danno il senso della ciclicità delle varie stelle attorno alle quali si è visto e si vedrà ruotare il cielo.
Perché accade questo?
La Terra ha un asse di rotazione inclinato di circa 23° rispetto alla perpendicolare al suo piano orbitale attorno al Sole (piano dell’eclittica). E’ per esempio il motivo per cui si susseguono le stagioni. Sembra che sia stata la Luna a stabilizzarlo su questa posizione, altrimenti l’inclinazione sarebbe stata molto diversa o addirittura variabile, rendendo difficile l’evoluzione della vita allo stato attuale. Possiamo quindi immaginare la Terra come una grande trottola con un’asse non verticale, ma inclinato.
Tutti più o meno abbiamo avuto la fortuna di giocare con una trottola e sappiamo che se la lasciamo girare con l’asse inclinato, la sua punta disegnerà una circonferenza intorno alla verticale. È esattamente questo che fa il nostro asse di rotazione. Disegna idealmente una grande circonferenza sulla volta celeste, ma mentre una normale trottola lo fa in un tempo molto breve, esso impiega circa 26000 anni a compiere un giro completo. Questa è la ciclicità del susseguirsi delle varie stelle polari. La famosa circonferenza si chiama cerchio di precessione e permette che, molto lentamente, l’asse sia diretto verso punti diversi del cielo, quelli che si trovano sulla circonferenza e indicano il Polo Nord del cielo. Ebbene, la stella più luminosa, o per lo meno la meglio visibile a occhio nudo, più vicina alla circonferenza, è la Stella Polare.
La stella polare: prima, durante e dopo
La Stella Polare attuale è tale da più di due millenni, avendo sostituito la Beta sempre dell’Orsa Minore, anche se alcuni popoli la pensavano diversamente. Ad esempio i vichinghi la riconoscevano in una debolissima stellina, mentre gli arabi ancora mille anni fa indicavano la Beta Ursae Minor come polare e hanno chiamato l’attuale con un nome proprio che significa ladra o usurpatrice, ad indicare il furto del ruolo di perno celeste. In un migliaio di anni la Alpha Ursae Minoris si contenderà il ruolo di stella polare con la Gamma Cephei, che diventerà polare a tutti gli effetti intorno all’anno 4000. Si dovranno attendere oltre 20000 anni perché la stella più luminosa del Piccolo Carro torni ad essere il perno attorno al quale la rotazione della Terra sembrerà far muovere il cielo.
Quella dell’alternanza di diverse stelle polari non è l’unica conseguenza della precessione dell’asse terrestre. Questa è infatti alla base della cosiddetta precessione degli equinozi, che genera un interessante fenomeno su uno degli aspetti più popolari del cielo: le costellazioni dello zodiaco e, per chi ci crede, dell’appartenenza a un determinato segno zodiacale.