L'Altro Centro

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Il sogno infranto

2019-06-27 08:37:36

UN dito puntato sul giudizio comporta il resto delle dita puntato sulla colpa.

L'immagine riflessa nel mondo è la nostra.


 Viviamo in un mondo che fatichiamo a capire, per quanto lo vogliamo allontanare da noi considerandolo come "estraneo", incomprensibile,  il mondo non lo è affatto, anzi, Lui non è altro che uno specchio olografico che ingloba tutte le vite esistenti e rimanda indietro un’immagine che rifiutiamo perchè non ci piace, che ci scandalizza, perchè in quello specchio c’è riflessa la nostra immagine.



Le anime buone, tante anche se troppo poche per essere impattanti, quelle che passano la vita ad aiutare gli altri, che dedicano il loro tempo a cercare di fare la differenza che ci sono nonostante tutto.


Spesso si trovano costrette a remare contro corrente, osteggiate dalle istituzioni, da quegli organi sociali che prima di tutto dovrebbero avere a cuore il benessere dell'individuo, si trovano sempre a contrastare indifferenza, arroganza e ignoranza.



L'errata lettura delle cose porta a pensare che ciò che è dell’altro rimanga tale ma tutto travalica l’Altro per arrivare a noi. E passa le maglie più strette per incistarsi nel nostro quotidiano.


NoI dell'Associazione l'Altro Centro ci impegnamo per aiutare gli adolescenti, ogni giorno, siamo sulla strada, tra le famiglie, nelle scuole, alla polizia.

Grazie ai media abbiamo un’immagine distorta del mondo dei ragazzi, ci indigniamo se li vediamo che si drogano , spacciano, abbandonano la scuola, a volte picchiano i professori o gli stessi genitori .



Tutto deprecabile, si perchè il giudizio si ferma all’atto.

Tuttavia, c’è molto di più dietro. ci sono famiglie assenti, ignoranti, violente, ci son adulti che hanno tradito le aspettative dei ragazzi.



Facciamo come i bambini.


Chiediamoci il Perchè di ogni cosa, adottiamo la Maieutica socratica e arriveremo al nocciolo di tutte le questioni.


La troppa libertà, l’assenteismo genitoriale, la mancanza di amore, si perchè non basta vivere con il proprio figlio bisogna amarlo con cura, attenzione e rispetto.


Questi ragazzi sono buttati in un mondo adulto senza avere gli strumenti per gestirlo, e in un mondo crudelmente distopico come nella Fattoria degli animali di Orwell alla fine nessuno si salva.


Questi ragazzi hanno bisogno di noi, del noi “adulto” capace di comprendere la confusione di un bambino che cresce in una realtà molto faticosa. che richiede tanto e non restituisce quasi nulla.

L’unica vera salvezza è la famiglia, quel nucleo di persone che possono dare loro valori, scopi, speranze.

Se ci aspettiamo che lo faccia la società allora succederà quello che sta avvenendo ai profughi sui barconi , se ne salveranno pochi.


E non sarà una soluzione voltarsi dall'altra parte perchè ciò che non è curato ritorna a noi come nella risacca che ci riporta indietro la spazzatura del mare