Raffaela Rutili

Top Founder President

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In principio era l’immunità di gregge (parte 2/2)

2019-04-04 16:14:57

Parte seconda. Mi scuso per la lunghezza dell'articolo ma come puoi immaginare l'argomento è molto complesso...

In principio era l'immunità di gregge (parte 2/2)

Wikipedia non fa alcun accenno alla storia della formulazione del concetto di immunità di gregge. Ho trovato un interessante articolo del Dott. Fabio Franchi, molto esauriente e che invito a leggere (2). Cito testualmente:


Il conio di tale definizione risale al 1923 e la si trova in un lavoro di Topley and Wilson, ma già in precedenza tale concetto era stato considerato: nel 1840 Farr osservò che “il vaiolo sarebbe disturbato, talvolta arrestato, dalla vaccinazione in grado di proteggere una parte della popolazione”. Il riferimento bibliografico attualmente più citato è la review di Paul Fine pubblicata nel 1993. È un articolo di 38 pagine con aspetti teorici e pratici finalizzati ad essere utilizzati per i programmi vaccinali. Vi sono definiti anche i concetti di eradicazione ed eliminazione di una malattia infettiva (il significato dei termini è stato definito con esattezza). Vi sono formule atte a calcolare, per ogni malattia, a quale livello debba essere la immunizzazione per ottenere la difficoltà o la impossibilità per la stessa di diffondersi. I parametri principali sono dati dalla sua contagiosità, dalla modalità di trasmissione e dal numero di contatti ipotizzabili. Questi parametri ovviamente cambiano per ogni malattia infettiva. I concetti di base sono molto semplici. Gli schemi che spesso vengono presentati rendono il concetto a colpo d’occhio.”


Sembrerebbe perciò impossibile che si verifichino epidemie con coperture uguali o superiori al 95%. Eppure non è così:


Continua il dott. Franchi: “Il caso della Mongolia è emblematico. Nel 2015 e nel 2016 furono colpite dal morbillo oltre 50.000 persone, su una popolazione di 3 milioni di abitanti. In proporzione è come se in Italia si fossero ammalate 1.200.000 persone in due anni. Il colmo è che nel 2014 la Mongolia era stata dichiarata dall’OMS “Measles free”cioè completamente libera dal morbillo e la copertura vaccinale era stata mantenuta al 100% dall’anno 2001”.


COME MAI ACCADE TUTTO CIO’?


La risposta è che la teoria di gregge, essendo sostanzialmente un modello matematico:


1) dà per scontato che vaccinare corrisponda a immunizzare nel 100% dei casi. In realtà la situazione è assai più complessa. Esiste infatti una percentuale mai chiaramente definita di no responder, cioè di persone che non sviluppano copertura anticorpale seppur debitamente vacciata (la scrivente è una no responder accertata per mezzo di esami ematici, quantomeno per il vaccino contro la rosolia). Tali soggetti possono ammalarsi e contagiare oppure, ancora peggio, infettarsi in maniera asintomatica e diffondere l’epidemia.

Ad avvalorare questa evidenza riporto in bibliografia un interessante articolo pubblicato su Pubmed che analizza le cause del  fallimento della campagna vaccinale contro l’epatite B in Cina (3).


2) la copertura immunitaria da vaccino è lungi dall’essere permanente ma scema lentamente nel giro di pochi anni anche laddove vengono somministrate tutte le dosi previste (3).


3) il piano vaccinale attuale non punta a vaccinare il 95% della popolazione ma soltanto quella pediatrica. Ergo, è obbligata soltanto il 10% della popolazione. Ma poco cambia perchè a causa dei punti 1 e 2 quand’anche l’obbligo si estendesse agli adulti la questione non cambierebbe in maniera sostanziale.


4) I soggetti neovaccinati sono contagiosi per 6 settimane. Successivamente all’entrata in vigore della legge Lorenzin, le case farmaceutiche si sono affrettate a cancellare dai foglietti illustrativi la raccomandazione di non avere contatti con soggetti deboli (donne in gravidanza, anziani, immunodepressi). A testimoniare la validità di tali indicazioni restano i protocolli per dializzati e immunodepressi in generale di cui allego un opuscolo a titolo esemplificativo prodotto l’Ausl di Piacenza (vedi prime righe della pagina 3) (4). Pertanto sarebbe opportuno che I bambini neo vaccinati restino a casa nelle 6 settimane successive alla somministrazione.


CONCLUSIONI:


Per essere corretto il modello matematico dell’immunità di gregge dovrebbe inserire i soggetti no responder, la limitazione temporale dell’immunizzazione, la copertura del 10% della popolazione e la contagiosità dei neovaccinati. 

Il risultato sarebbe molto interessante e con ogni probabilità lungi dal confermare un rapporto positivo costi/benefici, soprattutto tenendo conto dei miliardi spesi ogni anno per acquisto delle dosi, campagne di sensibilizzazione,  cure e risarcimenti per danni da vaccino.


                                        Raffaela Rutili



Bibliografia:

- (1) https://it.wikipedia.org/wiki/Immunit%C3%A0_di_gregge

- (2) http://www.mednat.org/vaccini/relazione-ffranchi-11-marzo-2018-effetto-gregge-f.pdf

- (3) https://drive.wps.com/d/AAfWiIXzy6MmgIDA-eWREw

- (4) http://www.ausl.pc.it/professionisti_servizi/area_ospedaliera/oncoematologia/materiale_informativo/strategie_vita_sicura.pdf