Pino Cargnel

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"Cuore con ulivo" dell'artista italiano Marcantonio Raimondi Malerba

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Le foglie di ulivo, nemici naturali dell'obesità Diminuiscono il peso e difendono dalla sindrome metabolica © NEWSFOOD.com - 06/07/2010 Le foglie di olivo sono risorsa della medicina naturale da millenni, usate ed apprezzate come anti ipertensione. Ma non finisce qui, perché le foglie di olivo possono essere usate per calare di peso, tenendo lontano il pericolo obesità. Almeno, lo sostiene una ricerca dell'University of Southern Queensland (Australia), diretta dalla professoressa Lindsay Brown e pubblicata dal "Journal of Nutrition". L'equipe australiana ha lavorato con topi da laboratorio. Il primo passo è stato nutrire per 2 mesi i roditori con una dieta ricca di grassi: in questo modo, essi avevano sviluppato sindrome metabolica e obesità. Dopodiché, gli animali sono stati divisi in due gruppi: il primo gruppo (gruppo di controllo) ed un secondo gruppo, che ha ricevuto un estratto di foglie d'ulivo. Passati altri 2 mesi, è stato evidente come gli animali del secondo gruppo avevano ottenuto benefici per il cuore ed il fegato. Inoltre, sempre rispetto ai colleghi del primo gruppo, questi mostravano una diminuzione dei sintomi della sindrome metabolica ed una riduzione di peso. Come spiega la professoressa Brown, il legame tra antiinfiammatori (come le foglie di Olivo) e la perdita di peso è un fatto tutt'altro che noto. Precedenti ricerche, ad esempio, avevano mostrato come aspirina, tè verde e curcuma facessero muovere vero il basso l'ago della bilancia. Tuttavia, i risultati ottenuti con le foglie d'ulivo hanno sortito effetti nettamente superiori alle aspettative. Fonte: Hemant Poudyal, Fiona Campbell and Lindsay Brown, "Olive Leaf Extract Attenuates Cardiac, Hepatic, and Metabolic Changes in High Carbohydrate-, High Fat-Fed Rats1-3"J. Nutr. First published March 24, 2010; doi:10.3945/jn.109.117812

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Gabriele D'Annunzio - Alcyone (1903) L'ulivo Laudato sia l’ulivo nel mattino! Una ghirlanda semplice, una bianca tunica, una preghiera armoniosa a noi son festa. Chiaro leggero è l’arbore nell’aria. E perché l’imo cor la sua bellezza ci tocchi, tu non sai, noi non sappiamo, non sa l’ulivo. Esili foglie, magri rami, cavo tronco, distorte barbe, piccol frutto, ecco, e un nume ineffabile risplende nel suo pallore! O sorella, comandano gli Ellèni quando piantar vuolsi l’ulivo, o côrre, che ’l facciano i fanciulli della terra vergini e mondi, imperocché la castitate sia prelata di quell’arbore palladio e assai gli noccia mano impura e tristo alito il perda. Tu nel tuo sonno hai valicato l’acque lustrali, inceduto hai su l’asfodelo senza piegarlo; e degna al casto ulivo ora t’appressi. Biancovestita come la Vittoria, alto raccolta intorno al capo il crine, premendo con piede àlacre la gleba, a lui t’appressi. L’aura move la tunica fluente che numerosa ferve, come schiume su l marina cui l’ulivo arride senza vederla. Nuda le braccia come la Vittoria, sul flessibile sandalo ti levi a giugnere il men folto ramoscello per la ghirlanda. Tenue serto a noi, di poca fronda, è bastevole: tal che d’alcun peso non gravi i bei pensieri mattutini e d’alcuna ombra. O dolce Luce, gioventù dell’aria, giustizia incorruttibile, divina nudità delle cose, o Animatrice, in noi discendi! Tocca l’anima nostra come tocchi il casto ulivo in tutte le sue foglie; e non sia parte in lei che tu non veda, Onniveggente!

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