Antonella Morleo

Founder Junior

Io non ho paura di imparare dai bambini, e tu?

2019-05-28 09:22:39

Io non ho paura: quando un film ha qualcosa da insegnare al mondo adulto attraverso due protagonisti infantili. Conosci già il film? Leggi la mia prospettiva e fammi sapere cosa ne pensi nei commenti! Non conosci il film? Scoprilo attraverso questo articolo.

Una chiave pedagogica

La mia passione per il cinema unita alla mia formazione da pedagogista, fa sì che spesso mi ritrovi a parlare di tematiche educative attraverso il racconto di un film. Oggi ho scelto di fare un tuffo nel 2003 e di parlarvi del film Io non ho paura,  di Gabriele Salvatores.


Perché ho scelto di parlare proprio di questo film?

La pellicola, tratta dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, sfrutta alla perfezione le figure infantili per contrapporle all'universo adulto inviando dei messaggi positivi allo spettatore. In qualche modo, quindi, oltre ad essere un bellissimo film, ha una valenza educativa


Anche gli adulti possono essere educati!

Ricordiamoci sempre che l'educazione è un processo che non ha mai fine nel corso delle nostre esistenze e non riguarda solo i bambini e i più giovani. Non si finisce mai di formare la propria persona. Proprio in questo film saranno i più piccoli ad avere da insegnare al mondo del grandi.

Ma veniamo alla trama

Il film tratta del barbaro rapimento del figlio di una ricca famiglia di industriali, da parte di un gruppo di criminali del sud Italia. Il bambino di nome Filippo, viene rapito in Lombardia e portato nelle campagne del meridione; è costretto ad uno stato di degrado totale, tenuto nascosto nel buio di un buco sotterraneo e trattato in modo disumano, incatenato e lasciato nella sporcizia.


Per una serie di coincidenze il figlio di uno dei rapitori, il piccolo Michele, scopre della presenza di Filippo, suo coetaneo, da qui nascerà gradualmente una tenera amicizia che allieterà la prigionia del bambino. 


In questa strano legame è presente l'unico spiraglio di umanità del film, in cui i personaggi adulti disegnano un mondo crudele e raccapricciante.

Diversi, ma uguali

Nei dialoghi tra i due bambini saltano fuori le enormi differenze culturali dei due mondi a cui appartengono, ma allo stesso tempo le similitudini, le piccole cose che li rendono uguali, così come tutti i bambini dovrebbero essere.


Emblematico è, a tal proposito, uno dei dialoghi del film in cui Filippo (che ha gli occhi chiusi a causa del sangue incrostato), una volta resosi conto che il suo misterioso visitatore è un bambino come lui, gli chiede la sua età e la classe che frequenta. Michele risponde che ha dieci anni e che fa la quinta elementare, a quel punto Filippo risponde entusiasta: "Anche io! Siamo uguali!".


E tu? Hai già visto questo film? Se sì, cosa ne pensi?