Patrizia Nofi

La pasta fatta in casa

2018-11-20 00:19:03

La preparazione della pasta risale a tempi molto remoti. Le civiltà etrusche, dopo aver triturato i cereali, li miscelavano con acqua preparando una sorta di pappa, quale pietanza molto gustosa. Il popolo greco, insediatosi presso la città di Napoli, ereditò da popoli antenati, un tipologia di pasta composta da acqua e farina estratta dall'orzo, essiccata al sole.

La scoperta della pasta

Sembra che la scoperta della pasta sia attribuibile a Marco Polo (XIII secolo), in occasione di un suo rientro da un viaggio in Cina, avvenuto nel 1271. Nell’antica Roma, attorno al III secolo a.C. sembra che Cicerone fosse appassionato di un tipo di pasta che, a quel tempo, chiamavano “Laganum” o Laganas, rettangoli di pasta preparata con frumento, che ad oggi conosciamo con la denominazione di lasagne. In quel periodo gli stessi romani, svilupparono strumentazioni utili a produrre le lasagne, momento storico in cui, tra l'altro, i cereali, ebbero la massima diffusione lungo tutto il bacino mediterraneo.

Alla Sicilia, spettò l'appellativo di Granaio di Roma per eccellenza anche se, i cereali furono “importati” lungo le coste mediterranee dell’Africa e del Libano. Più tardi, durante l’Impero di Augusto, da Spagna, Sardegna e Siria, si stimarono circa 400.000 tonnellate di produzioni annue, a garanzia che ogni cittadino potesse ricevere la sua necessaria razione di cereali. Il traffico marittimo, soggetto spesso a tempeste, naufragi e inesperienza, non sempre poteva garantire un approvvigionamento certo per cui si pensò bene di creare dei depositi che potessero immagazzinare le merci.

Da sempre, una terra fertile e ricca di tradizioni, nei pressi dei Nuraghe, antiche rovine del luogo, sono stati rinvenuti resti di grano coltivato sin dall’età del bronzo. La semola sarda è la più famosa nel mondo. La pasta più rinomata  è probabilmente la Fregula, uno sfarinato molto particolare, simile al couscous. Altri tipo di pasta molto famosa sono gli Gnocchetti sardi, i Malloreddus, i Culurgiònes, i Lorighittas. Molto rari e difficilissimi da realizzare sono i Filindeus, pasta speciale per minestre, considerata una pasta “santa”, legata religiosamente a San Francesco di Lula.

Ulteriori paste sarde sono i “macarrones de busa” o “a ferrittu” (pasta lunga, forata, realizzata mediante un ferro da calza), gli anellini di pasta intrecciata o Lorighittas, originari di Morgongiori (Oristano), i triangoli di pasta essiccati al sole sardo (destinati ad essere consumati con brodo di pecora e formaggio pecorino) e poi ancora, le colombe (Caombas), le creste di gallo (Crogoristas) di Masullas (Oristano), lel paste ornate artigianali realizzate a mano, gli Andarinos sassaresi, i Marraconis fibaus, spaghetti antichi, le Lisanzas, simili alle pappardelle, le Tallutzas della Marmilla (cerchi di pasta semplici o decorati all’occasione e infine, le paste a forma di fiore.

Acqua e sfarinato di Semola sarda

Difficilmente, per la preparazione della pasta, viene utilizzato l'uovo. La semplicità è tipica di una Terra legata indissolubilmente alle sue origini più di ogni altra. Le donne sarde, realizzano lavori in pasta partendo da un semplice impasto e li sanno trasformare in arte pura. Possiamo solo ammirare le loro meravigliose creazioni e tentare di riprodurle ma saranno sempre degli splendidi "Farlocchi" poiché la maestria sarda è unica al mondo!

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