Patrizia Masciari

Mystic Mentor

VIAGGIO DENTRO SE STESSI

2019-07-17 13:34:56

IL FASCINO DELLA RICERCA DEL MASCHILE E DEL FEMMINILE: SPECCHIO IN CUI RIFLETTERSI

SONO CIECO E SOLO ADESSO VEDO CHIARAMENTE

Andrea Camilleri si è ben preparato all’eternità, ha voluto uscire di scena entrando un’ultima volta nella magica scena del teatro di Siracusa l’11 giugno 2019, interpretando uno dei  personaggi più completi e affascinanti: Tiresia


«Ho fatto una vita di teatro, di televisione, di radio. Ho scritto più di cento romanzi. Un mio personaggio, Montalbano, percorre felicemente il mondo. Poteva bastarmi, no? No, non mi bastava. Perché a 90 anni, diventato cieco, mi è venuta una curiosità immensa di capire; no, di capire no, è un verbo sbagliato; di intuire cosa sia l’eternità, quella eternità che ormai sento così vicina a me. 


E allora ho pensato che venendo qui, in questo teatro, tra queste pietre veramente eterne, sarei riuscito ad averne almeno un’intuizione». 


Una scena quasi deserta, pochi oggetti per far spazio al coraggio! 


Il tono usato e il timbro, più cavernoso che mai, è quello del  congedo… 

Riempie il teatro!

La curiosità di un bambino

di 93 anni

La sua ricerca è certosina, ha raccolto quanti più indizi è possibile da bravo amante degli enigmi. Narra le opere letterarie e i film che parlano di Tiresia, dialogando con Omero, Seneca, Dante, Apollinaire, Cocteau, Virginia Woolf, Pavese, Pound, Eliot, planando su brevi stralci di film …“La Dea dell’Amore” di Woody Allen, l’ “Edipo re” di Pasolini, l’ha portato a interpretare la parte di un venditore di cerini. 


Tiresia-lleri è un saggio che vede l’invisibile: quello che la maggior parte degli umani non si spinge a fare. Il suo talento lo conduce a distribuire cerini che, se accesi, fanno luce nella notte. 


E’ una celebrazione dell’esperienza di vita, egli ha visto tutto, si è spinto ovunque; è stato donna, è stato uomo; ha provato di tutto, non c’è mistero dentro il quale egli non possa leggere. Il Tiresia-lleri pellegrino e viaggiatore cerca la verità, un indagatore dall’istinto di cane da tartufo, colui che varca ogni confine, ogni sua paura per 

andare oltre.

CHIAMATEMI TIRESIA,

sono quì di persona, personalmente!


...meditando ad alta voce sulla cecità, parla di sé e del suo viaggio: 


Vorrei veramente concludere con Primo Levi, il quale, in un suo libro intitolato “La chiave a stella”, mette un racconto dedicato a me, intitolato appunto “Tiresia”. La narrazione riguarda un suo amico: come nell’orrore bestiale del campo di concentramento nazista egli ha rischiato una metamorfosi ben peggiore della sua. 


Era la trasformazione da uomo a bestia l’intento dei nazisti: “Io, Tiresia, non riuscii a prevedere quell’orrore...


Ho trascorso questa mia vita ad inventarmi storie e personaggi. L’invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant’anni, ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità` e solo venendo qui posso intuirla, solo su queste pietre eterne.

“Stare da solo su quell’immenso palcoscenico del Teatro Greco di Siracusa, cieco, e parlare raccontare una storia della durata di circa un’ora e mezza è una grossa sfida che io volevo fare a me stesso e quindi ho chiesto a una mia collaboratrice, Laura Pacelli, di trovarmi tutto il materiale possibile su Tiresia. 


Be’, non ci crederete, dopo venti giorni mi ha portato quattro faldoni e ho scoperto che il personaggio di Tiresia, che per la prima volta è comparso nell’Odissea di Omero, ha percorso tutta la letteratura non solo italiana ma anche europea e no, da allora ai giorni nostri ininterrottamente, migliaia di testi. 


Ho impiegato tre mesi a farmi largo in questa foresta e a scegliere i punti salienti e con dispiacere devo dire che i testi che cito sono solo un terzo di quelli che ho avuto tra le mani. Finalmente sono riuscito a farmi largo e soprattutto a organizzare il discorso e soprattutto a trovare il tono con cui intrattenere quattromila persone”


“Io ero nella mia nuova situazione di cieco. E quindi ho come avuto un’illuminazione. Siccome sostengo che da quando ho perso la vista vedo le cose più chiaramente, un personaggio che avrei potuto affrontare per questa menomazione e attraverso la menomazione è stato Tiresia. Poi ci ho ragionato, ho cominciato a ricordarmi tutte le volte che l’ho incontrato. 


Non nei classici, ma per esempio nella grande poesia anglosassone, per esempio in Ezra Pound. Tiresia è un personaggio prismatico affascinante. È stato uomo, è stato donna. Unisce in sé questa straordinaria esperienza dell’essere stato uomo e dell’essere stato donna. Esiodo infatti dice che nei sette anni in cui fu donna le sperimentò tutte. 


Acquistò una grande esperienza come donna, tant’è vero che viene chiamato da Zeus per decidere sulla diatriba se prova più piacere l’uomo o la donna nell’atto sessuale. E lui è in grado di rispondere perché l’ha provato. Però resta sempre l’ambiguità di chi è stato uomo e di chi è stato donna. Indubbiamente, ne sono certo, delle tracce dell’esser stato donna se le sarà portate dietro in tutte le sue sette esistenze da uomo”.

TESTAMENTO

“Io penso sinceramente che sia arrivato il momento di cedere le armi. Di cedere le armi alle donne. Io da parte mia, da ex uomo mi sento già esausto. Penso che sia l’ora che il mondo venga dominato dal modo di pensare femminile. 


Le donne hanno una cosa che noi uomini non abbiamo. Fanno i figli. Sono la grande matrice del nostro universo. E questo qualcosa significa. 


Significa che prima di farsi del male ci penseranno assai più di quanto siamo abituati a pensarci noi”.