Paolo Casirati

RUDOLF STEINER E IL “MORBO DELLA MUCCA PAZZA” Già nel 1923, in una conferenza tenuta a Dornach, Rudolf Steiner mise in guardia sulle conseguenze di un regime alimentare a base di carne per i bovini (1). "… Immaginate ora che a questo bue venga in mente di dirsi: che scocciatura pascolare e dover brucare questa erba. Potrei procurarmi il cibo prendendolo da un altro animale: mi mangio direttamente questo! Bene: il bue inizierebbe dunque a mangiare carne. Ma esso è anche in grado di produrre carne! Porta in sé le forze per farlo. Che cosa accade se invece di brucare erba mangia direttamente carne? Così facendo il bue lascia inattive tutte quelle forze che in lui possono produrre carne! Immaginate per un momento di avere una fabbrica con cui dovreste produrre qualcosa e non producete nulla, mettendola comunque in piena attività: che spreco di energie! Andrebbe certamente perduta un'enorme quantità di forza. La forza che però va perduta nel corpo animale non si può semplicemente perdere. Il bue viene alla fine del tutto riempito di questa forza, che compie in lui qualcosa di diverso dal produrre carne dalle sostanze vegetali. Questa forza rimane in lui, c'è di fatto, e compie qualcos'altro. E ciò che essa compie genera in lui ogni sorta di putridume. Invece di venir prodotta carne si generano sostanze nocive. Se il bue iniziasse quindi improvvisamente a comportarsi come un carnivoro, si riempirebbe di ogni sorta di sostanze nocive. Si riempirebbe cioè di acido urico e dei suoi sali. Ora, questi sali dell'acido urico hanno pure una loro particolare caratteristica, che è quella di ingenerare una debolezza proprio a carico del sistema nervoso e del cervello. Se il bue si cibasse direttamente di carne, in lui verrebbe a prodursi un' enorme quantità di sali urici; questi andrebbero al cervello e il bue impazzirebbe. Se noi potessimo fare un esperimento: alimentare di punto in bianco una mandria di buoi con dei colombi, quel che otterremmo sarebbe una mandria di buoi completamente pazzi. Questo è quello che accadrebbe. Nonostante i colombi siano così miti, i buoi impazzirebbero …" (1) - Rudolf Steiner, "Salute e malattia. Linee fondamentali per una teoria dei sensi alla luce della scienza dello spirito" (Conferenze per gli operai del Goetheanum) https://www.liberaconoscenza.it/index.html

Paolo Casirati

Se vogliamo approfondire ulteriormente il mistero della morte e della resurrezione, dobbiamo comprendere che la morte non è un fatto oggettivo dell’essere, ma è un fatto di coscienza. La cosiddetta morte esiste unicamente nella coscienza, nei pensieri degli esseri umani: altrove, nell’universo, essa non esiste. Infatti nessuno di noi sa veramente cosa sia: pensiamo sulla morte e ne parliamo sempre prima di averla esperita. E se fosse un’illusione? E se i nostri pensieri fossero errati? Argomentiamo sulla morte con la paura che sia un terminare dell’essere nostro, ed è proprio questa paura che si pone alla base della più grande illusione umana. Ciò che noi chiamiamo morte nella sua oggettività è un trapasso, è una metamorfosi: non è una creazione dal nulla nel senso che un essere sparisce e ne nasce un altro. … segue Pietro Archiati - La redenzione della morte nell’affidamento al Padre e al karma - Firenze, 4 gennaio 1992 - tratto da www.liberaconoscenza.it

Paolo Casirati

01 01A - 1° Seminario “La Filosofia della Libertà” tenuto da Pietro Archiati - giovedì sera 15-2-07 Atti del Seminario tenuto a Rocca di Papa (Roma) dal 15 al 18 Febbraio 2007 "La" filosofia della libertà" è un testo fondamentale per fare esercizi di pensiero, come un metodo. E' fatta per esercitare il pensiero. Io qui, ve lo garantisco, farò unicamente esercizi di pensiero, dall’inizio alla fine, nella speranza che ognuno di noi, col passar del tempo, diventi sempre migliore nel pensare, nell’attività del pensare..." (prologo del seminario, Pietro Archiati) [...]

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