Michele Grilli

Founder Junior

L'ASSISTENZA INFERMIERISTICA AI DETENUTI

2019-05-20 22:38:06

Essere infermiere, come dico sempre, è una grande opportunità ed esperienza di vita, farlo in un carcere è, evidentemente, qualcosa di unico ! La mia carriera lavorativa è iniziata proprio con l'assistenza ai detenuti ed in questo articolo vi parlerò di ciò che questa esperienza mi ha lasciato.

L'infermiere e il rapporto di fiducia con un paziente particolare: il detenuto

Quando inizi la tua carriera lavorativa da infermiere lontano da casa e, per di più, in un carcere hai due possibili reazioni: o cerchi un sedativo per contrastare l'overdose di adrenalina oppure cerchi un pannolone perchè te la stai facendo letteralmente sotto ! Sarei disonesto nel negare che, prima di iniziare questa avventura, ero letteralmente assalito da paure dato che mi accingevo ad affrontare tantissime esperienze nuove in una volta sola. Quando pensavo al carcere mi venivano in mente le scene di film ambientati nelle peggiori prigioni americane ma, come spesso accade, le paure che ti possono realmente fermare e distruggere sono solo frutto di artefatti che produce il nostro inconscio, il segreto invece è: VIVERE ogni esperienza di vita con coraggio, imparando a gestire e dominare le proprie emozioni, tra cui anche la paura


Iniziai la mia avventura da infermiere in carcere nel Gennaio del 2015, avevo 24 anni, e mi ero appena trasferito dalla provincia di Bari in Sardegna. La casa di reclusione era il "P. Pittalis" di Nuchis, vicino Tempio Pausania. Ci lavorai per un anno, prima di trasferirmi a Como per un altro incarico. 


La prima cosa che notai entrando nella struttura fu il fatto di dover superare almeno 5 cancellate prima di entrare effettivamente nel corridoio della medicheria, dove lavoravamo io e il medico. La struttura in questione era una casa di reclusione che ospitava circa 200 detenuti ed aveva un regime di massima sicurezza in quanto ospitava detenuti con reati legati all'associazione mafiosa. Sapere tutte queste cose poteva mettere i brividi a chiunque ma la realtà, alla fine, fu un'altra. I primi due mesi furono probabilmente quelli più difficili da gestire e avrebbero messo a dura prova chiunque in quanto fui letteralmente "studiato" dai detenuti. Cercavano di capire chi fossi, da dove venissi e soprattutto come fossi. La mia ricetta fu sempre la stessa: comportarmi con loro come mi comporto con tutti. Ricetta vincente! Per tutto l'anno in cui ho lavorato lì ho dato e ottenuto un rispetto incredibile ed instaurato un rapporto di fiducia davvero che non mi sarei mai aspettato: mi cercavano, mi chiedevano consigli, mi "usavano" come valvola di sfogo, alcuni si sono confidati in maniera molto intima aprendo la loro anima e lasciandomi delle esperienze di racconti di vita incredibili. Quando loro si confidavano, non potevo mai sapere se dicessero la verità o meno, ma io dicevo sempre loro questo: non abbiate mai paura del giudizio delle altre persone, ma di quello di Dio! Solo a lui dobbiamo rendere conto, voi come tutti noi altri. 


Ricordo bene una cosa: mi faceva star bene la sensazione di essere per loro quasi una porta verso la libertà. Mi spiego, molti, quando mi vedevano mi dicevano: "tu somigli a mio nipote!" "Tu mi ricordi mio figlio !". Questo ruolo, questa sensazione, mi faceva sentire importante per loro ed è la cosa che mi ha riempito di più. Spesso mi scontravo con le solite frasi di circostanza che sentivo dagli agenti penitenziari:"questi non si meritano niente", "crepassero", "dovermmo chiuderli in gabbia e buttare la chiave". Certo, i reati commessi da molti di loro erano davvero raccapriccianti, ma noi non siamo nessuno per giudicare, a quello ci penserà Dio, noi dobbiamo solo fare la nostra parte nel mondo e cercare di farla al meglio. Con questa filosofia di vita credo di essere riuscito a vivere un'esperienza unica nel suo genere, ma non è stato per tutti i miei colleghi così, proprio perchè dipende dall'approccio con cui vivi una determinata esperienza, è da quello che dipende poi l'arricchimento o meno. 


Di quella esperienza porterò nel cuore molti aneddoti che non vi racconto solo per non dilungarmi e annoiarvi e la consapevolezza di aver conosciuto, tra i detunuti, alcune persone speciali che avranno la possibilità di rifarsi dopo alcuni errori commessi. Grazie per la lettura. Un saluti a tutti voi, amici di camtv.