Mauro Zorzini

Founder Nerd

Nulla è reale. Tutto è lecito.

2019-06-24 16:31:26

Può una saga videoludica appassionare milioni di giocatori in un modo totalmente immersivo e coinvolgente? Si, se si tratta di Assassin's Creed e del suo più riuscito protagonista: Ezio Auditore da Firenze.

Io sono Ezio Auditore da Firenze. E sono un Assassino.

Oggi il 24 giugno del 1459 nasceva in Firenze un giovane virgulto di una nobile famiglia fiorentina, gli Auditore appunto, a cui fu dato il nome di Ezio.


Ed oggi andremo a scoprire cosa ha significato questo personaggio nella storia recente.



Brevi note biografiche

Ezio a 17 anni scoprì uno dei segreti più profondi della usa famiglia: gli #Auditore facevano infatti parte della #Confraternita degli Assassini e combattevano una lunga guerra contro coloro che da sempre volevano soggiogare l' umanità al loro servizio.


Con l'aiuto di parenti ed amici, personaggi storici influenti e realmente esistiti, nemici potenti e crudeli, Ezio si avventurerà all' interno di un mondo che fino ad allora gli era semplicemente scivolato addosso e noi assieme a lui solleveremo un velo su luoghi e paesaggi nostrani, ( e non solo) che ci permetteranno di vederli con un nuovo colpo d'occhio e vivremo in prima persona degli accadimenti che furono dei veri e propri bivi per l' esistenza umana.


Ezio terminerà la sua vita  a 65 anni, il 20 novembre nel 1524, su una panchina nella Piazza del Duomo di Firenze per un attacco di cuore. Le ultime cose che vide furono sua moglie e sua figlia sorridenti. 

Insegnamenti e lasciti

La saga di Assassin's Creed, prende vita nel primo capitolo con Altair e nonostante il gameplay (modalità di gioco) fosse innovativo per quei tempi, molte (TROPPE) lacune tecniche non ne hanno decretato il dovuto successo.


Con il secondo capitolo, invece scopriamo colui che segnerà una nuova pietra miliare nella storia dei videogiochi e del settore dell' intrattenimento: Ezio Auditore, appunto.


Con lui, grazie al rinnovato sistema di gioco e ad una trama meravigliosamente scritta da sceneggiatori degni dei migliori studios americani, il giocatore vivrà una esperienza che potremmo tranquillamente definire TOTALE.


Vivremo infatti nella culla del Rinascimento italiano, quella Firenze che ha visto nascere e splendere in seno suo le stelle di personaggi come Lorenzo il Magnifico e Leonardo da Vinci, e vivremo in prima persona episodi storici fondamentali come la Congiura dei Pazzi e la nascita di un periodo di riscoperta dell' Umanità come suo fulcro.


L'azione che coinvolge Ezio poi si sposterà nell' entroterra toscano a Monteriggioni e San Giminiano con le sue torri


Ci sposteremo a Venezia, la città più bella del mondo, con la sua famosa basilica di S. Marco e l' Arsenale dove altri personaggi storici faranno la loro comparsa sulla strada del nostro eroe come il Doge di Venezia Giovanni Mocenigo, la contessa Caterina Sforza e vivremo dall' interno il periodo del Carnevale.


Vivremo l'assedio di Forlì guidato dai fratelli Orsi contro Caterina Sforza, e conosceremo direttamente Girolamo Savonarola. 


Ed infine scopriremo le meraviglie della Città Eterna, quella Roma sede del papato e centro nevralgico di molti episodi storici di assoluto rilievo.


Qui a Roma incontreremo la fine della prima tappa del viaggio del nostro eroe e incroceremo le armi con uno dei più controversi personaggi storici conosciuti: Rodrigo Borgia





Proseguo della saga

Una volta concluse le vicissitudini in terra italica, Ezio fu spinto dagli "eventi del destino" verso altri lidi sempre alla ricerca di una cosa soltanto: l' ambizione di voler capire e comprendere quel che era stato scoperto dal suo antenato Altair.


E fino agli ultimi momenti della sua morte, avvenuta il 20 novembre nel 1524, a 65 anni su una panchina nella Piazza del Duomo di Firenze per un attacco di cuore mentre guardava sua moglie e sua figlia sorridere e divertirsi, Ezio insegno il proprio Credo e trasmise le proprie nozioni a chiunque si dimostrasse degno di portare avanti la battaglia degli Assassini.


La saga di Ezio prosegue per diversi capitoli, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo e dei nuovi tasselli ad una trama già sconvolgente di suo, inanellando una serie di successi oltre ogni più rosea aspettativa.


La conclusione, con il capitolo "Revelations" è qualcosa di unico nel suo genere.

Simbologia e citazioni


“Un altro manufatto? No, tu rimarrai qui. Ho visto abbastanza per una vita.”


Dove ACII raccontava il cammino impervio verso la consapevolezza e Brotherhood il 

suo consolidamento, Revelations parla di umiltà. 


Ritraendo la mano dalla Mela davanti a lui nella biblioteca di Masyaf, Ezio non sta rifiutando la conoscenza, bensì ammettendo che arriva un momento nella vita di ognuno in cui bisogna capire quando fermarsi.


Altri studieranno e penseranno, partendo da ciò che lui ha scoperto. Ma non è questo 

l’autentico coup-de-theatre della scena, bensì ciò che avviene immediatamente dopo.



"Desmond?"


Un nome che qualunque appassionato di Assassin’s Creed conosce fin troppo bene, ma che pronunciato da Ezio ha un effetto inaspettato.


Generalmente in un videogioco si instaura una relazione di forte immedesimazione con il personaggio che si interpreta, sia questo predefinito oppure una semplice “maschera” da riempire. 


Questa scena sconvolge tutto quanto perché fa esattamente il contrario di quanto appena descritto. 

Con questa parola separa le tre personalità finora fuse: Ezio, Desmond Miles che lo sta rivivendo attraverso l’Animus (e infatti proprio Desmond si intromette con uno stupito “Sta parlando con me?”) e noi videogiocatori dall’altra parte dello schermo. 


Attraverso questa separazione torniamo “oltre”, in una fortissima imposizione di individualismo da parte di Ezio stesso.


“Ho già udito il tuo nome una volta, Desmond, tanto tempo fa…


E ora indugia nella mia mente come l’immagine di un vecchio sogno.”


Per coloro che hanno seguito la saga di AC, capire cosa sia l' Anymus  è abbastanza semplice, si tratta infatti di una strumentazione che fa rivivere al soggetto ricordi reali di suoi antenati come se li stesse vivendo in prima persona.


E questo ovviamente lascia ancora più sconcerto e stupore nell' animo del giocatore, perchè Ezio ovviamente non ha alcun modo di sapere cosa sia l' Anymus e di come esso possa funzionare, ma in questo frangente ne percepisce l'essenza.


“Non so bene dove tu sia, né in che modo tu riesca a udirmi, ma so che mi stai ascoltando”


Questa frase, facente parte del monologo finale di Ezio, richiama in modo molto veritiero una terzina dantesca, per la precisione quella dell' incontro tra Dante ed il Conte Ugolino (“Io non so chi tu se’ né per che modo/venuto se’ qua giù; ma fiorentino/mi sembri veramente quando io t’odo”  Inferno Canto XXXIII, vv.10-12)


In questo verso Ugolino della Gherardesca, riconosce Dante dalla sua incidenza toscana; così Ezio ha riconosciuto in Desmond qualcuno che ha travalicato ogni barriera linguistica e lo può comprendere appieno.


Simbolico poi è il fatto che questo possa accadere con un Italiano, dato che la lingua italiana infatti è una delle poche che si fa leggere e capire anche dopo 700 anni.


“Ho vissuto la mia vita come meglio ho potuto. Senza conoscerne lo scopo, ma attratto come una falena da una luna distante.”


Ezio accompagna a queste parole un gesto particolare: si toglie le lame celate e la spada che porta al fianco, lasciando cadere tutto a terra. Tale azione è fortemente simbolica, in quanto con questo gesto egli si spoglia della sua identità di Assassino, richiamando alla mente quello letterario e poetico dell’ Orlando di Ariosto: “Il quarto dì, da gran furor commosso/e magie e piastre si stracciò di dosso […] E poi si squarciò i panni, e mostro ignudo/L’ispido ventre e tutto ‘l petto e ‘l tergo” (Canto XXIII, ottave 132-133). 


Se il cavaliere dell’Orlando Furioso lo fa per follia e rinnegando ciò che lo ha portato a tanta sofferenza, Ezio lo fa per recuperare la sua identità di uomo, privandosi per un momento di un’eredità che ormai fa fatica a portare sulle spalle.

“E qui alfine, scopro una strana verità. Che sono solo un tramite per un messaggio che elude la mia comprensione.”


 In questo passaggio è racchiusa una delle più importanti lezioni che questa saga e questo personaggio possano trasmetterci: l'alienzaione dell' essere umano nel recepire certi messaggi e trasmetterli ad altri perchè a lui non sono stati forniti i mezzi necessari per comprenderli. 


Ezio qui ha la netta consapevolezza di aver subito uno dei peggiori traumi della condizione umana: la  strumentalizzazione.


Il suo monologo finale, verso il suo Frutto dell' Eden, serve proprio a compensare questa   reificazione che ha di fatto subito lungo tutto il corso della sua esistenza.


Chi siamo noi, benedetti a tal punto da condividere le nostre storie così? Da parlarci attraverso i secoli?” 


In questa frase Ezio da segno di aver compreso una verità che rifugge la normale comprensione degli uomini. Egli è infatti consapevole di star facendo parte di qualcosa di straordinario: condividere le esperienze in barba al tempo, capendone le motivazioni e le casualità. 


Ezio non ha mai parlato di destino, ed è giusto così: fino a quel momento egli se l’è creato da sé, come voleva la sua epoca.


 A fronte di questo, anche il suo aver visto cose come l’ologramma di Minerva la “dea” della Prima Civilizzazione, non può che quasi scivolargli addosso a fronte di ciò che ha condiviso con tutti questi anni. 


E si sa che ciò che è condiviso non si dimezza mai e sempre raddoppia


L’ultimo atto del cinquantenne Assassino è di modestia. 


È la realizzazione che ci sono ancora cose da scoprire e che è meglio lasciarle ad altri. Nessuna lezione può essere appresa senza dolore, eppure la sua ultima frase non nasconde un certo risentimento nei confronti di “coloro che vennero prima”.  

Ultime allusioni


Ezio infine si congeda dal suo discendente con un pacato e sereno monito.

Alla fine sposerà Sofia Sartor.


In greco Sophia vuol dire “conoscenza” o “saggezza”: è solo attraverso di lei che alla fine Ezio ha avuto ciò che cercava da sempre. Sofia l’ha salvato esattamente come lui ha salvato lei.

Ultimi insegnamenti

Nel suo commovente messaggio d’addio all’amata Sofia (che possiamo vedere qui sotto) egli riassume tutta la sua vita in poche frasi, chiudendo definitivamente la sua parabola e arrivando al compimento autentico della sua convincente illusione. 


Ezio Auditore da Firenze è rimasto nei cuori di chiunque abbia letto la sua storia perché è collocato nella sua epoca talmente bene da appartenervi di diritto.


E non si tratta (solo) di un preciso calcolo di date e luoghi: Ezio è un uomo rinascimentale anche e soprattutto per la mentalità donatagli dai suoi creatori. 


Una persona che coltiva diverse discipline con l’ambizione di riuscire in tutte, e che costantemente ricerca di migliorare la propria conoscenza attraverso il continuo confronto con la realtà. E allo stesso tempo non rifiuta i propri difetti, ma li accoglie e li lima proprio perché segno del suo essere umano e del suo libero arbitrio. 


Alla fin fine, la saga di Ezio altro non è che una grande riflessione sulla conoscenza, sul desiderio di essa e sulla sua perversione. 


Nel monologo finale di Revelations, breve ma profondo nei concetti e nei rimandi, viene riportato una possibilità per andare oltre al binomio semplificato di “conoscenza uguale dolore”. 


La via che viene proposta è il comprendere e sapere quando fermarsi nella propria ricerca, capire quando è il momento di lasciare ad altri quel sentiero. 


Le parole dell’Assassino alla sua ultima impresa, nell’Europa rinascimentale del primo Cinquecento, sono rimaste nella mente di chiunque le abbia ascoltate appunto per questo semplice insegnamento.


Qualcun altro potrebbe etichettare queste frasi come semplice buonsenso, ma che se anche fosse tale oggi fanno fatica a essere ricordate. Una sequenza che, nonostante fosse inserita in un contesto non proprio fortunato, era e rimane uno dei momenti più alti mai raggiunti nei dieci anni di vita del brand. 


Addio Ezio.

Credo degli Assassini


Quando gli altri seguono ciecamente la verità , ricorda
NULLA E' REALE
Quando gli altri si piegano alla morale o alla legge, ricorda
TUTTO E' LECITO
Agiamo nell'ombra per servire la luce 
SIAMO ASSASSINI

NULLA E' REALE
TUTTO E' LECITO

by Mauro Zorzini