La Solitudine di un Uomo

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Se tu solo sapessi, quante cose non ti ho detto, quante ne ho taciute e quanto avrei voluto dirti. Sono certo avresti compreso, avresti capito, ma se tutto ciò lo avesse detto qualcun'altro. O forse quel saper esser se stessi, veri, implica un compito che spesso abbiamo timore di dover portare avanti, di farcene carico, prendendoci responsabilità che in verità ci appartengono, ma alle quali non siamo abituati, ne abbiamo paura e non solo chi deve dire ma anche chi deve ascoltare, perché molte verità andrebbero dette con la voce ed ascoltate con il cuore, con l'anima. Ed anche solo dirti il poco credimi non è facile, perché il timore, la paura più grande è di ferirti, di darti male e non posso leggere il dolore sul tuo volto, nei tuoi occhi nei quali amo vedere la gioia, la felicità, ma è pur vero che alle volte, va messa da parte la maschera dell'ipocrisia, che ci porta a tacere per vedere solo il sorriso... Poiché non conta il sorriso di un istante, resta importante il sempre ed allora scusami se puoi, se vuoi se ogni tanto ti farò male, cercherò di farlo con delicatezza, anche se non esiste delicatezza nel ferire un cuore per delle verità che vanno dette per un bene maggiore. Vi sarebbe molto da dire, vi è molto da scrivere, ma una sola cosa è importante, essere veri essere se stessi sempre, che si dica o che si ascolti, non va dato nulla per scontato, bisogna saper accettare e riflettere " Solo "

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La Solitudine di un Uomo

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Cosa li unisse non si è mai compreso, cosi come... Cosa li allontanasse. Eppure un legame, una corda invisibile, li legava assieme, stretta in modo tale che nessuno poteva scioglierne i nodi. Si allontanavano, per poi cercarsi e poi allontanarsi e ancora cercarsi e più accadeva, più si ritrovavano sempre più vicini, sempre più uniti, sempre più attratti uno dall'altra. Più tempo passava, più si mancavano e più avevano il bisogno di stare assieme, di guardarsi negli occhi, cercare quella luce in loro che non necessitava di parole, di dirsi cosa stessero provando, bastava si avvicinassero, quel tanto che le loro labbra si unissero, il resto era una storia da raccontarsi con mani che scorrevano lungo i corpi, piccole movenze, delicate attenzioni strette in quegli abbracci che lasciavano nell'aria soffusi, delicati mugoliii soffocati dalle labbra che non si staccavano un solo istante, mentre un dolce profumo anela nell'aria e li inebriava, li rendeva ancora più desiderosi, se ce ne fosse necessità, di ogni attenzione, nulla era lasciato al caso, così come nulla era studiato o cercato, era la naturale conseguenza di due opposti, legati da quel filo che li univa e nulla potevano perché fosse diverso. Non erano loro a poter governare gli istanti, non erano loro a poter essere padroni di un'istinto primordiale, non erano loro a poter gestire la loro insaziabile fame che li prendeva ogni volta erano vicini. Erano così diversi l'uno dall'altra, che chiunque li vedesse avrebbe potuto pensare una sola cosa, quei due erano troppo diversi, anche solo per sorridersi, troppo uguali per odiarsi, non potevano star vicini più di un minuto, eppure vi erano istanti in cui, lontani dagli occhi di tutti, accadeva l'inspiegabile poesia, mai si è visto così tanto amore. " Solo "

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Quei due ? Non avevano in apparenza nulla in comune, non agli occhi degli altri, non sembravano ne conoscenti e men che meno amici, figuriamoci altro. Quei due bisticciavano sempre, lei si arrabbiava perché sembrava che ogni sciocchezza che lui faceva era fatta apposta, sembrava che fosse disattento come un adolescente. Ma forse era quel sembrare, quel suo essere adolescente che era diverso, era spontaneo e confusionario, poi attento e troppo scrupoloso, non esisteva una via di mezzo, ed a lei infastidiva, ma non riusciva a non guardarlo. Una cosa amavano guardarsi, osservarsi, scrutarsi, cercarsi e più di ogni cosa in quell'osservarsi ascoltare i loro silenzi, erano i loro occhi a parlare e mai un silenzio poteva essere più rumoroso e pieno di parole, si parlavano, si cercavano si baciavano si amavano... Poi tornavano a bisticciare ed a ricominciare da capo e lei non capiva tutto questo e pensare che ancora non si era scontrata con la parte più importante di lui, di un bambinone come lui, il suo folle istinto, cosa sarebbe accaduto, cosa e come avrebbe reagito all'istinto di lui. Ma intanto amavano guardarsi negli occhi e mai attenzione poteva essere più bella, mai nulla poteva essere paragonato a quel loro cercarsi... Erano così e poco importano i piccoli futili litigi, loro c'erano sempre per l'uno e per l'altra, dovevano solo imparare a camminare senza barcollare, cosa che si poteva fare, serviva pazienza e tempo, ma era una cosa che potevano avere. Ed intanto continuavano a cercare i loro occhi e darsi baci. Solo

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