Lara Ceruti

Founder Starter

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COME MISURARE LA PRESSIONE CON UN RIGHELLO E UN ANELLO APPESO A UN FILO Tutto ciò che serve per misurare la pressione del sangue senza alcun strumento, è un righello, o meglio, un metro da sarto, e un anello/o un ago appeso al filo. Io ho sempre usato un anello (tipo fede) appeso al filo. Mettete il braccio sinistro sul tavolo. La pressione deve essere sempre misurata sul braccio sinistro perchè è quello corrispondente al cuore. Il braccio deve essere appoggiato sul gomito, deve aderire alla superficie del tavolo. Sopra mettete la riga o il metro morbido da sarto. L’inizio della riga o del metro da sarto (dove c’è scritto 0) deve coincidere con la piega del polso. Nella mano destra prendete il filo lungo ca. 20 cm, con un ago o un anello. Cominciate a muovere la mano con il vostro “pendolo” fai da te lungo il metro, a partire da 0. L’anello non deve toccare il braccio, deve rimanere sospeso a 0,5-1 cm sopra il braccio. Quando vi avvicinerete al valore minimo (pressione diastolica – 6-9 cm più o meno, che corrisponderà a 60-90), il vostro strumento comincerà a reagire. Notate la cifra. E’ la pressione minima. Continuando a salire lungo il braccio, lentamente, avrete anche il secondo valore – la massima: 100-150, che corrisponderà a 10-15 cm sul vostro metro. In tante famiglie oggi ci sono degli strumenti per la misurazione della pressione. Controllate i vostri dati. Vecchi metodi ma molto validi! Sperimentate!

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Lara Ceruti

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ABBIATE PAURA DEI DEBOLI.. “...Sono loro a farci correre in cerchio, che poi si restringerà facendovi alla fine crollare, finché non vi chiederete: ...ma chi avrà pietà di me? Le persone si dividono in forti e deboli, ma non in base alla forza fisica, la divisione è a livello dei pensieri e delle azioni. Perché gli uni si lamentano, chiedono una partecipazione, un aiuto, e gli altri stringono i denti si aiutano da soli, in silenzio, diventando uno scudo anche per gli altri? Quando cercano di convincermi che i deboli, anche volendo, non ce la faranno mai a diventare forti, e i forti per definizione non hanno bisogno del sostegno che è così necessario ai deboli, vorrei azionare il freno di emergenza e cambiare il treno. Essere deboli non è una patologia, essere forti non è un dato di fatto come la forma del naso o il colore degli occhi. Entrambe le cose sono una scelta di vita. Soltanto questo. Una persona debole lo è non perché non ha forze; semplicemente si può permettere questo lusso, perché accanto a lei c’è qualcuno che è pronto a rispondere per entrambi. Dirò di più: non esistono i deboli, esistono persone alle quali conviene essere deboli. E i forti? Spesso sono tali perché a loro non resta altro che essere forti. Punto e basta. E cosa c’è dietro al punto, lo sanno solo loro e quei pochi che vogliono vedere e capire. Spesso queste persone fatte di cemento armato, che si sentono dire: “Tu sei forte - tu ce la farai” hanno più bisogno degli altri di essere difese, di essere amate. Sono più consumate, sono ferite più profondamente, sono catastroficamente stanche. E sono molto sole. Essere forti significa dover parare i colpi, senza discussioni, buttarsi col petto su qualsiasi breccia nel muro, tappare con il corpo qualsiasi perdita nello scafo, sempre e ovunque. Proteggetevi, forti. Per favore. Perché siete in pochi, e perché la vostra forza è il vostro punto più debole." (Olga Glazova)

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