Verona: tradizioni, dialetto e non solo
Rubrica “El dialéto de Verona” - puntata nr. 1
"L’é ‘na val che se brusa" - "Vérghe i moréti – Gh’èto i moréti?" - "Quel lí el vól óvo, galína e cul caldo" ...... sei curioso? Continua a leggere 👇
"L’é ‘na val che se brusa"
Letteralmente si traduce in “è una valle che si brucia” ed è un modo di dire che si dice in varie occasioni difficili per indicare che ciò che sta succedendo è proprio un disastro; talvolta si usa anche come commento scherzoso per indicare un inconveniente di poca importanza.
"Vérghe i moréti – Gh’èto i moréti?"
Letteralmente si traduce in “avere i negretti – hai i negretti”. E’ un modo di dire che è rivolto a chi non chiude la porta dietro di sé. Questo modo di dire ha le sue radici nel tempo della Repubblica Veneta quando molti nobili avevano dei paggetti africani che tra i loro compiti avevano quello di aprire e chiudere le porte quando passava il padrone.
"Quel lí el vól óvo, galína e cul caldo"
Letteralmente si traduce in “quello lì vuole uovo, gallina e culo caldo”. E’ un modo di dire che si dice di una persona che vuole proprio tutto e con la massima comodità possibile. Questo modo di dire è nato in ambiente agricolo e si riferisce alla pretesa di chi vuole non solo un uovo, ma anche la gallina che lo ha deposto e magari che questa abbia ancora il “culo caldo”.