Italdance

Dance your dream.

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Esercizi danze standard.

2021-10-03 13:34:56

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Oggi capovolte…

2021-09-28 14:42:48

Ogni piccolo esercizio è fondamentale per bambini. Spiegato, dimostrato e fatto provare in modo coretto. Con piccoli progressi giorno per giorno… gioco danza 3-5 anni.

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Piedi nella danza.

2021-09-23 12:54:55

A cura di Omar De Bartolomeo

La danza, in ogni sua forma, rappresenta una forma artistica di alto livello. Durante l’esecuzione di tutti i fondamentali tecnici sono richieste doti fisiche, attitudinali e psichiche che diversificano la danza da ogni forma di “movimento corporeo”. La danza è una forma d’arte dove l’esecuzione del fondamentale è svolto con una grande ricercatezza tecnica e gestuale. La forma delle superfici articolari, l’azione muscolare e la conformazione corporea rappresentano i limiti a cui il ballerino è soggetto.

Il rapporto tra i fattori sopra elencati influenza la possibilità di trauma e di lesioni da durata(altrimenti definite lesioni da overuse).

La biomeccanica del corpo e dei muscoli influenza quindi la danza, in special modo quando il ballerino ricerca movimenti esasperati e/o movenze al limite dell’articolarità. I fattori di rischio nella genesi del trauma sono quindi il tipo di movimento/fondamentale tecnico, la velocità di esecuzione, lo stato psico-fisico del ballerino al momento del trauma, la forza espressa, le caratteristiche ambientali (suolo, tipo di scarpa, illuminazione).Per questo la danza, svolta a livello professionistico, prevede una profonda conoscenza della tecnica, al fine di sfruttare al massimo il proprio corpo per creare forme eteree e talora anche surreali e limitare il più possibile l’infortunio. Nel corso della sua carriera, il ballerino impara a conoscere se stesso, il proprio corpo, il proprio modo di rappresentare. Impara a conoscere la posizione dei suoi arti, la velocità con cui si stanno muovendo, impara a conoscere esperienze piacevoli e talora anche spiacevoli, come ballare nonostante il dolore proveniente da una tendinite, una lesione della cute provocata dalla scarpa da punta, un recente trauma.

Vorremmo in queste pagine incominciare a trattare del ruolo del piede nella pratica della danza classica, dei traumi a cui esso può andare in contro, di come prevenirli e di come curarli. Il piede è una struttura forte, vigorosa, particolarmente sensibile e precisa. È un complesso osseo e legamentoso costituito da 26 capi ossei uniti da 29 articolazioni, in cui si possono distinguere 3 regioni: retropiede, mesopiede e avampiede (figura 1).

Le numerose articolazioni del piede, insieme alle strutture capsulari, legamentose e tendinee fanno si che il piede possa essere rigido ma flessibile allo setsso tempo, in relazione alle richieste funzionali che sono richieste. Basti pensare alle modificazioni di forma che il piede subisce durante la deambulazione, la corsa e, nell’ambito della danza classica, durante l’esecuzione dei fondamentali come, ad esempio, la prima posizione, il relevè in mezza punta e l’en pointe. Prima di indagare su questi aspetti, diamo ancora alcune informazioni sulla morfologia del piede. Esso, normalmente, poggia su 3 punti: grande tuberosià del calcagno, testa del I metatarsale, testa del V metatarsali. L’appoggio su questi punti è garantito dalla formazione di 3 archi che, unendosi, vanno a formare una volta. Nella danza classica, particolare attenzione viene prestata alla capacità di controllare l’arco mediale. Ponendo i piedi paralleli, come accade mettendo i piedi in parallelo in VI posizione accademica (figura 2), si viene a creare un poligono di appoggio, la ci superficie e maggiore rispetto alla somma delle superfici di appoggio del singolo piede. Risulta chiaro che alcune posizione della danza classica, come la prima posizione, siano particolarmente “instabili” in quanto l’area di appoggio si riduce notevolmente. Il mantenimento dell’equilibrio sarà quindi connesso sia alle capacità di acquisire il corretto aplomb dell’arto inferiore, sia alle caratteristiche fisiche del ballerino. La presenza di un piede piatto, uno scarso en-dehors, una prima posizione ottenuta forzando l’en-dehors agendo sul ginocchio e sulla caviglia (“screwing” del ginocchio, “rolling in” della caviglia, come verrà spiegato successivamente) sono fattori capaci di destabilizzare l’equilibrio e creare lesioni da sovraccarico muscolo-tendineo. In altre parole: una I posizione “non accademica”, acquisita senza “forzature” e con il giusto controllo articolare e muscolare, è caratterizzata da un poligono di appoggio “ampio”….e quindi più stabile. Viceversa, una I posiziona accademica, acquisita con screwing e rolling in, è instabile e, per di più, ha un poligono di appoggio minore: la caviglia e il ginocchio sono più soggetti a traumatismi (figura 3).

Esistono caratteristiche del piede che riducono la possibilità di andare in contro a lesioni, soprattutto da overuse:

1) un piede con un corretto appoggio: un piede piatto (altrimenti definito pronato, come si dirà più ava

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