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Dolce pomeriggio ❤️💖
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Il conto delle minne” (Mondadori, Palermo, 2009). La storia ha inizio nella cucina di nonna Agata che conversa con la propria nipote Agatina la vigilia del 5 Febbraio, durante la preparazione delle cassatine – dalla forma del seno femminile e rigorosamente in coppia – dedicate alla Santa da cui prendono il nome. Questo sarà lo spunto per narrarne la leggenda: a Sant’Agata, per non aver voluto cedere alle voglie del governatore Quinziano, vennero fatte strappare le mammelle che, grazie all’intervento del Signore, ricrebbero il giorno successivo. La Santa bambina venne comunque martirizzata, ma il suo gesto divenne il simbolo dell’indipendenza e della forza nascosta inconsapevole che ogni donna possiede. Attraverso la drammatica vicenda di Sant’Agata si dirama l’albero genealogico della famiglia della protagonista Agatina che narra le diverse storie attraverso il filo rosso delle “minne”, emblema non solo dei dolci catanesi, ma anche e soprattutto del seno della donna, simbolo di femminilità e oggetto del desiderio maschile, e allo stesso tempo di malattia e dolore. È proprio per questo che le “minne” devono essere preparate con cura e attenzione, in modo da trarre la benevolenza della Santa, altrimenti questa potrebbe aversene a male. “Agatì, falle belle quelle cassatelle, nzà ma’ la Santuzza si offende…”
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