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Fuori piove e questa e' una dolce poesia. Buona e serena serata.

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Arrivano i pagliacci e' il secondo libro letto di Chiara Gamberale scritto da lei quando aveva ventidue anni.La protagonista Allegra Lunare ha vent'anni come lei,romana come lei. Adoro la sua scrittura semplice e delicata ma molto profonda.Inizia con un trasloco e Allegra inizia a scrivere una lettera ai nuovi inquilini della casa dove lei ha vissuto da sempre con la sua famiglia e scrive per paura di dimenticare,la sua infanzia,le persone che ne hanno fatto parte ,tutto il suo mondo fino a quel momento.E prende spunto dagli oggetti che vorra' portare e quelli che rimarra'nell'appartamento e ognuno di essi racconta una storia.Suo padre un insegnante universitario rivoluzionario,sua madre modella americana e suo fratello Giuliano nato con la sindrome di down e poi le amiche omosessuali Adriana e Matilde e l'incontro con Zuellen affamata d'amore e le cose che ha imparato al teatro e al circo che dopo il numero dei trapezzi quando trattieni il fiato sospeso e la felicita' sembra spezzarsi ad ogni passo arriva sempre il numero dei pagliacci a dare il sorriso. Romanzo giovanile ,scritto da una Chiara ragazza anche dopo quindici anni e' molto vivo.

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Adoro questa intervista e credo piacera' anche a voi.Solo per Vanityfair.it il dialogo (im)possibile tra la scrittrice Chiara Gamberale e Allegra Lunare, protagonista (per la seconda volta) del suo nuovo romanzo Arrivano i pagliacci Di solito sono i personaggi a intervistare te che li inventi: perché dentro di te rovistano e tirano fuori l’impensabile. Ma Vanityfair.it mi chiede di essere io (Chiara Gamberale, ndr), stavolta, a intervistare un mio personaggio. Per certi versi il più amato, dunque quello che più mi ha turbata: la protagonista di Arrivano i pagliacci (in libreria dal 9 settembre, Mondadori), Allegra Lunare. Chiara Gamberale: «Allegra, vieni qui, vicino a me. Stai per traslocare e mentre infili gli oggetti negli scatoloni, racconti agli inquilini che verranno la storia della tua famiglia. Una storia controversa, piena di facce, di umori, di amori. Dimmi la verità: avresti preferito crescere in un contesto diverso, più classico, meno surreale?». Allegra: «A cosa ti riferisci quando parli di surrealtà? Non capisco. Alla genialità di mio padre? Alle tuniche arancioni di mia madre, al cromosoma sballato di mio fratello, alle abitudini discutibili di Zuellen, la mia sorella acquisita? Sono le cose più reali che abbia mai vissuto. Com’è sempre reale quello che ci tocca, che ci riguarda». CG: «Nella carta d’identità che regali di te alle prime pagine, fra le varie caratteristiche inutili e dunque fondamentali che dichiari di avere, confessi che non leggerai mai Proust: perché?». AL: «Perché tu che mi hai creata lo ami molto e mi piace toglierti dei punti di riferimento. E anche perché non sono molto abituata a capire quello che mi succede e Proust temo mi costringerebbe a farlo. Sono costretta a sentire, quello che mi succede, a subirlo». CG: «Mentre la tua famiglia, dopo essersi allargata, si comincia a sfaldare, tu t’innamori di Leonardo che, diciamoci la verità, non è esattamente "quello giusto"»… AL: «Ti pare che quando ci si sente sbagliate, come mi sento io quando mio padre lascia mia madre e tutti attorno a me in un modo o nell’altro si allontanano, si possa incontrare qualcuno che sbagliato non è? E poi Leonardo mi fa un grande regalo: si fa idealizzare, anziché conoscere. Non sarà "giusto", ma è ideale per chi è spaventata e fragile, no?». CG: «Come mai ti ho creata tredici anni fa e ancora mi somigli così tanto?». AL: «Perché le nostre ossessioni non cambiano. E sarai sempre terribilmente terrorizzata dagli abbandoni. Proprio come me.

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