Marco Boscarato scrive

Parole che si fanno strada

Marco Boscarato scrive

Parole che si fanno strada

Parole per dare voce 4 - ACQUA

2022-08-06 15:21:13

Questa volta la parola la metto io.

Nel pomeriggio di martedì 26 luglio, scendendo da Musano di Trevignano verso Morgano, il cammino si compiva tra le acque, zampillanti limpide e felici, dalle molte risorgive e lungo i fossi.

Acqua

Tanta acqua intorno ai passi del cammino, tanta acqua.

Il cammino scorre, l'acqua scorre. Ecco il parallelismo che mi serviva.

Questo cammino si sta facendo, si forma per dare voce. A volte anche la mia parola resta timida, fa fatica a darsi e a dirsi.

La parola può mancare di "coraggio", di azione del cuore. E accade allora che non si riesce a dire quel che si vorrebbe dire, che non si coglie l'attimo fuggente.




Legami

Questo viaggio in cammino è per creare legami, ma a volte i legami li fuggiamo, perché sono impegnativi.

Creano una forma di "dipendenza" come disse la volpe al piccolo principe, nella preziosa favoletta di Saint Exupery, una forma di "addomesticamento". Sono argomenti delicati. I legami sono fondamentali per capire chi siamo, anche se non devono condizionare la nostra intima libertà.

Lo so, è difficile, è una contraddizione.

Ma noi abitiamo una contraddizione, siamo noi stessi una contraddizione. Ogni passo del nostro cammino è un ponte lanciato tra finito e infinito, la nostra anima aspira all'infinito (amore, pace, gioia) ma si scontra con un mondo di ostacoli. Più contraddittorio di questo cosa potrebbe esserci?

Camminando, ho visto acqua a destra e a manca, tratta dalle pozze, per irrigare i campi di mais, per riempire i canali lungo la strada. Ho visto due uomini che inondavano con questa acqua il loro giardino, spostando un grande tubo che la prelevava da sotto. Mi sarei voluto fermare per chiedergli: volete dirmi, voi, la vostra parola? Voi che traete l'acqua dal profondo, vi fa piacere dirmi quale parola parte dal profondo del vostro animo, che inondi il prato dell'esistenza così come state facendo ora con il vostro giardino?

Non l'ho fatto, sono restato timido. Ho parlato con loro per chiedere che facessero, per la curiosità, ma non mi sono sentito di dirgli il motivo per cui mi vedessero lì con lo zaino, mi sono trattenuto dal chiedere se volevano darmi una loro parola. E me ne sono dispiaciuto.

Ma allora dico io la parola al posto loro.




ACQUA.

E come l'acqua scorre avanti, oltre gli ostacoli, consapevole che quel che è fatto è fatto, non si torna indietro. Come per l'acqua, la nostra destinazione è il "mare vasto ed infinito", come acqua noi andiamo e come il tutto, scorriamo.

Una parte di noi invece, come roccia, resta e testimonia.

Uomini siamo, multiformi e consapevoli. E come l'albero di Pictor nella novella di Hermann Hesse siamo acqua, roccia, le foglie dell'albero, il cielo e le nubi. Siamo qualcosa a cui possiamo dare voce.

In questo articolo, ho dato voce a un mio sottile disagio, un disagio di poca presenza, di incerta identità. Un disagio sottile e liquido, ma non per questo inesistente: solo mutevole, facile a sfuggire. Come l'acqua.





by Marco Boscarato
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