Giorgio Barilla

Top Founder President

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Internet ci rende apatici? Tutt'altro... (storia vera)

2019-04-24 16:22:26

Su CamTV mi è capitato di leggere le classiche frasi sui "bei vecchi tempi", quando "i bambini non stavano davanti a un pc". Ma le nuove tecnologie sono davvero così deleterie come le facciamo sembrare? Partiamo dalla mia storia...

Io senza internet sono un guscio vuoto

Lo so, non volermene: gli esseri umani sono creature meravigliose, perfette, tutto quello che vuoi.


Ma io so fare davvero poche cose. 

Qualcuno sicuramente riterrà questa frase esagerata, un'iperbole, ma tutti quelli che mi stanno vicino ti potranno confermare che io, senza internet, sono semplicemente incompleto. 


Internet è sempre stato il mio confidente, la mia risorsa economica, la mia fonte di educazione, e il mio gruppo sociale dove conoscere nuove persone.

Io sono chi sono grazie a Internet. 


Ho un lavoro grazie a Internet. 


Ho un marito grazie ad internet.


Ho degli amici grazie ad Internet.


Ho una cultura grazie ad Internet.


Insomma, io sono io grazie ad Internet.

Per questo quando leggo frasi come "una volta giocavamo al parco, ora i bambini giocano solo al pc" mi sento male.

Perché vedo, in quella frase, una volontà di sentirsi superiori per il solo fatto di essere nati quando Internet non c'era.


E ora, che l'umanità è più in pace e felice che mai (anche se stiamo peggiorando grazie ai movimenti politici razzisti), mi sembra ridicolo parlare dei "bei vecchi tempi".

1) Internet è la più grande fonte di informazione al Mondo

Dimmi dove puoi trovare informazioni. 


  1. Biblioteca
  2. Libreria
  3. Libri (in generale, anche ebook) 
  4. Film
  5. Serie TV
  6. Disegni
  7. Video
  8. Audio
  9. eccetera


E poi pensa quanto sarebbe bello se tutte le forme note di informazione del Mondo potessero essere racchiuse in un unico posto.

E poi immagina che questo posto sia liberamente accessibile, ovvero gratuito, e che l'unico requisito per entrarci sia la volontà di farlo.

Sembra un sogno, vero?


Eppure in questo sogno ci stiamo vivendo. 

Internet è maturo, ci si può laureare dalla propria cameretta, lavorare dentro un ufficio da 100€ e informarsi mentre si va in bici con un podcast.


Viviamo nell'epoca migliore del Mondo per informarsi, informare e condividere.


Mio padre non poteva pensare di guadagnare soldi scrivendo quanto fosse bello internet su un social basato sulla blockchain.

Poteva solo guidare treni e sperare gli arrivasse la pensione.


Non poteva studiare inglese, ma solo provare a impararlo dai dizionari.

Ora si guarda i film su Youtube (Bud Spencer...), le serie tv, i documentari politici. Senza frizione o limiti di accesso.


Internet ci ha resi liberi di informarci.

E chi è libero di informarsi è libero di pensare.


E per quanto possa non piacerti il modo in cui qualcuno decide di usare questa tecnologia (ad esempio per giocarci), criticare gli oggetti che la compongono, come il computer, è immaturo e manca di contesto.

2) Internet connette quasi 4 miliardi di individui

Al di là dei social settoriali e dell'impatto dei singoli colossi digitali, Internet ha circa 4 miliardi di utenti connessi. 


4.000.000.000 di persone libere di scambiarsi informazioni, pagamenti, conversazioni nell'arco di pochi secondi.

Da Roma a Sidney in 1.5 secondi. O in 1.5 millisecondi. 


Lo sai quanto ci voleva per mandare una cartolina da Roma a Sidney per conoscere un amico? Tanto.


E a organizzare un viaggio studio? Ancora di più.


Internet ci ha dato la libertà di unirci in comunità digitali, che non hanno limiti di tempo e spazio.


Per quanto mi riguarda, è la più grande innovazione dopo il fuoco, e noi stiamo qui a pensare che i bambini giocano troppo a Fortnite.


Ma che giochino a Fortnite... (ne parliamo nel punto 3)

3) Internet ci ha resi così liberi che iniziamo a volerci intrappolare

Internet ci ha dato troppo.


E noi non ce lo meritiamo, per ora. 


Per cui quando qualcosa sembra troppo bella per essere vera, dobbiamo iniziare a rinchiuderla.


Con delle leggi senza senso scritte da chi Google lo scrive "GOOOGLELALEL". 


Con delle leggi morali da seguire che impongono limiti di età, esposizione e contenuto sul web.

Con tutta una serie di protezioni perché stiamo vivendo in un'epoca in cui i ragazzi possono sapere di più dei professori, e questo convenite con me essere scomodo per un sistema gerarchico basato sull'informazione.


Io non vedo alcuna differenza tra un bambino che gioca coi lego e un bambino che gioca a minecraft.


Anzi, a Minecraft ci può giocare anche un bambino povero, ai lego no.


A Minecraft ci può giocare anche un bambino disabile, ai lego no.


Io non vedo alcuna differenza tra un bambino che va in bici con l'amico e uno che gioca a fortnite con la sua classe.


Anzi, giocando con la sua classe crea rapporti, che per natura umana sfociano nel Mondo reale.


Anzi, giocando a Fortnite crea un team, una squadra, che si può riunire e divertirsi sempre.


Il digitale non solo non danneggia il Mondo come lo conosciamo, ma come amplificatore ne migliora ogni aspetto positivo.

Conclusioni

Io ora mi immagino i commenti a questo articolo. 


"Sei estremista, i bambini devono tornare a conoscere il Mondo reale".


E io sono perfettamente d'accordo. 


In questo mondo manca affetto. 


Ci abbracciamo poco, ci diciamo poche volte che ci vogliamo bene, ci apprezziamo sempre meno come esseri creativi e unici.


Ma io ho sempre dato la buonanotte con un "ti voglio bene" ai miei amici quando avevo 15 anni.


E dopo che li ho conosciuti nel Mondo digitale sono andato a incontrarli, di persona, viaggiando 900km solo per abbracciarli. 

Gli strumenti non ci rendono più o meno affettuosi. 

Avere accesso a qualcosa non ci priva dell'accesso a qualcos'altro, specie sul web.

La componente fisica sarà sempre importante. 


I bambini devono giocare di più dal vivo, verissimo.


Dobbiamo creare rapporti umani anche dal vivo, verissimo.


Ma la possiamo smettere di dire che non lo stiamo facendo perché ci sono i social brutti e cattivi? 


Se siamo così deboli come razza da far minare la nostra convivenza civile da qualche algoritmo, forse dobbiamo ribaltare la domanda: 


Come mai i giovani sono sempre meno interessati alla scuola? Magari perché è uguale a 20 anni fa, quando son nati i loro genitori?

Perché i giovani non si incontrano più? Magari perché nessuno dei terreni sociali è adatto alla condivisione delle loro passioni, che non sono Oscar Wilde e Dante Alighieri?

Riflettiamo anche sugli aspetti negativi del digitale. Va benissimo. Ma cerchiamo di non addossare la colpa dei nostri fallimenti morali (come società) a uno strumento fatto di qualche componente hardware e qualcuna software.


Mi raccomando, condividi la tua opinione nei commenti che trovo sia un argomento molto interessante!