Giusy Gil Mammana Parisi

L'Inghilterra austeniana: un po' di storia ATTO TERZO

2020-04-07 05:42:15

Stavolta vedremo una specifica figura, il gentleman, la classe rappresentata da papà Bennet...e Mr Darcy! Già, anche quest'ultimo era un gentleman, ma molto più quotato perchè nipote di un conte e figlio di una lady. Questo corridoio potrebbe appartenere a Pemberley, non vincolata come Longbourne...

LE CLASSI SOCIALI AI TEMPI DI JANE AUSTEN: IL GENTLEMAN atto primo

-Non immaginerei di lasciare quell'ambiente sposando suo nipote. Egli è un gentiluomo; io sono figlia di un gentiluomo: fino a qui, siamo pari. (Jane Austen; Orgoglio e pregiudizio, cap. LVI ; BIBLIOTECA UNIVERSALE RIZZOLI; SUPERCLASSICI; Milano, 1995). 


Ecco la risposta di Elizabeth Bennet alla scandalizzata Lady Catherine de Bourgh, zia di Mr Fitzwilliam Darcy.

Tale passaggio mi aveva spiazzata alle prime letture, data la mancanza di note a pie pagina a fronte di traduzione in italiano del termine gentleman. Cosa gliene poteva fregare alla nobile Lady Catherine de Bourgh che Mr Bennet fosse un gentiluomo? Cosa gliene poteva fregare che Mr Bennet fosse un uomo corretto e rispettoso tanto quanto suo nipote, se non era ricco nemmeno la metà di quest'ultimo? Difatti nulla, e una ragazza sveglia, dall'intelligenza pronta come Elizabeth Bennet avrebbe dovuto sapere che stava sprecando tempo e fiato. Questa mala comprensione delle mie prime letture era dovuta al fatto di non avere idea che per gentiluomo si intendeva allora, ai tempi in cui Orgoglio e pregiudizio venne pubblicato, una figura tra gli esponenti della classe Landed Gentry. A mio avviso, con le attuali conoscenze, ritengo che il termine gentleman non avrebbe dovuto essere tradotto in italiano, dato che l'editore non s'era disturbato a inserire note a pie pagina, lol! Ma nella mia versione dell'opera è tutto quanto tradotto, nomi compresi (e infatti Jane, Elizabeth, Jane, Charlotte, Mary e compagnia sono diventate Giovanna, Elisabetta,  Carlotta, Maria, ecc., per non parlare del pietoso Lady Caterina de Bourgh, che suona davvero pessimo, lol!). Elizabeth ribadisce alla madama che, sebbene il padre non sia ricco nemmeno la metà di suo nipote e Longbourne vincolata al cugino causa mancanza di eredi diretti maschi di Mr Bennet, a differenza di Pemberley, la classe sociale a cui anch'ella appartiene finchè il padre è in vita si classifica tra la Landed Gentry. Così come Mr Darcy appartiene alla Landed Gentry. Al giorno d'oggi il termine gentleman ha perso i suoi ancestrali connotati anche in Gran Bretagna: significa appunto uomo corretto e rispettoso e questo era quanto mi era apparso di leggere sulle prime. Da lì, la mia previa incomprensione. Se anzichè gentiluomo avessi trovato gentleman, un termine -che non è un nome proprio- non tradotto in una versione italiana avrebbe forse potuto farmi riflettere già sulle prime. Se al divario temporale che inevitabilmente trasforma gli idiomi aggiungiamo anche la diversità di cultura tra mondo anglosassone e sud europeo, la frittata è bella che fatta! In Italia, dove la cultura non è certo anglosassone, oltre alla lingua, nemmeno i titoli corrispondevano a quelli inglesi. Al posto di esquires, cavalieri e gentlemen, c'erano notabili, commendatori e don (che non erano soltanto i parroci o i capi mafia, questi ultimi avendo proprio usurpato l'appellativo). A occhio e croce, perchè la figura del gentleman non ha neppure un corrispondente troppo esatto in Italia.  

Ma ovviamente Jane Austen, così come qualunque artista, si rivolgeva nelle sue opere ai contemporanei inglesi, non certo agli italiani, spagnoli, portoghesi e compagnia dei due secoli successivi. Non era certo l'autrice ad avere l'obbligo delle note a pie pagina esplicative di aspetti culturali britannici che il suo pubblico di allora conosceva a perfezione. I primi destinatari della letteratura austeniana erano ovviamente in grado di capire immediatamente a cosa si riferiva quando scriveva. Ma noi, senza studiare previamente la cultura -e la lingua straniera- di allora, non possiamo farlo e caschiamo in piccoli, esilaranti equivoci... 


IL DIRITTO DI CITAZIONE BREVE

Come avrete notato, ho riportato un piccolo passaggio di Orgoglio e pregiudizio. Per chi non ne fosse a conoscenza, ho esercitato il diritto di breve citazione (la citazione è stata infatti breve), permesso dalla legge sul diritto d'autore purchè nel rispetto del fair use. Lo scopo educativo non commerciale, come nel caso presente (siamo in area donazioni e non sto vendendo l'articolo, men che meno il piccolo brano citato), costituisce fair use.