Daniele Ventola

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day191

2019-02-12 08:18:10

Mi ha salutato Renata come fossi un figlio piu' che un amico e uscendo da Sofia un insieme di emozioni contrastanti mi si muovevano dentro lo stomaco. Attraverso un bosco, attraverso Studentski Grad, attraverso le ampie strade con gli alti palazzi vetrati nella periferia di Sofia. Il cielo si annuvola mentre cammino intossicato dalle macchine, dal loro traffico che investe la citta'.

Dal Pasese di Lozen

Dal paese di Lozen mi inerpico su un sentiero innevato ed e' li' che la natura silenziosa mi ha avvolto. Dai 400 metri di Sofia sono salito ai 1000 e freddo e neve si sono fatti piu' presenti. Ma e' bello!
Dimentico le emozioni contrastanti, dimentico il tempo, dimentico... dimentico anche di controllare dove stavo andando. Ma il GPS non funziona e la neve ha coperto i sentieri. Seguo delle orme di uomo che mi precedono. Sono fresche di giornata e il signore che sto seguendo non dovrebbe essere troppo alto, ne troppo pesante, perche' quelle orme non si affossano nella neve. "Pero'", poi penso, "anche se seguo queste orme, chi mi dice che il tizio e' diretto a Samokov?". In ogni caso non avevo troppa scelta. Proseguo.

Mentre salgo noto una sagoma che mi viene incontro. Un uomo non troppo alto che neanche pare troppo pesante. Chiedo al proprietario delle orme se quello fosse il sentiero per Samokov >

> mi dice e poi continua con qualcosa che non comprendo, ma capisco che mi dice di seguire i cavi della luce che collegano Sofia a Samokov. Poi aggiunge in inglese che stanotte dormiro' sotto il cielo. Lo ringrazio e m'incammino.

Il silenzio mi riempie mentre il sole scende e le montagne lontane si fanno sempre piu' dorate. Passano le ore, dove dormire? Dove dormire?

Col buio si vede poco e gli scarponi affondano nella neve e nel fango. Intorno nessun rumore, solo quello del mio passo. Mi sale una leggera angoscia da sopravvivenza. Il passo si affretta, il respiro si affanna, la luce diminuisce e quando la neve non riflette neanche piu' il suo colore, capisco di essere nei guai. A un certo punto pero' noto, sulla piccola altura alla mia destra, un'asta con sopra una bandiera. Salgo e vi trovo dieci metri piu' avanti una chiesetta... aperta. Sembrava costruita apposta per me.

E' stata la mia dimora per la notte. Fredda, ma al coperto e con candele.

Addormentandomi alle 20.30 al mattino mi sono svegliato direttamente alle 5.30, ma la cosa piu' difficile del svegliarsi ad ancora notte fonda, su una montagna innevata, in una chiesa aperta, vuota e ghiacciata, e' uscire dal sacco a pelo e inserire le scarpe ancora bagnate. Ma una volta fatto questo il primo passo e' solo una naturale conseguenza.
Cammino. Scopro che il paese e' solo a quaranta minuti di distanza.

Dolni Pasarei e il tragitto continua in statale che mi ha portato da due bei personaggi che si trovano vicino Samokov. I du stanno costruendo un curioso progetto ma del quale vi parlerlo' nei prossimi giorni.