Daniele Da Rio

Founder Starter

Esprimere la propria natura, farsi conoscere per quel che si è veramente è la miglior cosa. Esistono in natura persone a cui può cadergli il mondo addosso che loro sorridono. Possono star male per motivi personali e loro sorridono. Anche nella peggior delle ipotesi trasmettono sempre quella luce...quella carica....che rappresenta il loro modo naturale di essere anche dinnanzi a un problema. Sono persone apparentemente sempre felici, che sanno nascondere agli occhi di molti, quei momenti d infelicità che la vita "ti offre". Ma in loro c'è sempre il sorriso, perché è il loro naturale modo di esprimersi. Poi ci sono, tra le tante categorie, quelle persone che in tanti contesti escono dagli schemi. E' gente curiosa, gente che vuol conoscere, gente che vuole scoprire, gente che non vive nella routine, il mondo è grande e dev'essere scoperto tutto. Ciò che accomuna queste "categorie" di persone, tra le tante cose, è il fastidio che provocano nell'essere così! La società di oggi, forse, non vuole persone di questo tipo, danno fastidio perchè danno quella carica contagiosa che rischia di far star bene tutti. Fare una cosa nuova implica scoprire il nuovo....andare verso una strada che la testa non vuole perchè non conosce, quindi .... a detta di molti, non si può! Purtroppo le conseguenze ci sono per queste rare e belle persone. Le conseguenze sono l'invidia...l'antipatia...lo scontro...il rifiuto da parte di quelle persone che sono contrariamente opposte, e che per alcune, la loro vita è apparentemente felice, ottenendo di conseguenza meno risultati di chi invece vive ed è felice! Molte aziende sono sopravvissute alla crisi economica e hanno aumentato il proprio fatturato, facendo una cosa soltanto: rinnovandosi. Sono uscite dagli schemi che loro stesse avevano creato e hanno iniziato a fare cose nuove, magari le stesse ma in modi diversi rimanendo sempre congrue alla loro missione. Anche chi ti sorride sempre, visto la società di oggi, è fuori dagli schemi. Chi esce dagli schemi e scopre una cosa nuova, sorride.

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Daniele Da Rio

Founder Starter

Le famose "pugnalate" Quante volte ti è crollato il mondo addosso perché hai saputo cose di te (da terzi) che nessun "amico" ti ha mai detto? Sai di avere qualità e difetti, sai di essere simpatico a certe persone e antipatico ad altri, ma poi c'è una parte di te che ti viene messa a conoscenza da altri e tu.... Non te lo aspettavi minimamente. Probabilmente le persone che ti giudicano in questo modo, basandosi solo sul tuo comportamento o su ciò che hai fatto, non si sono mai poste una domanda: COS HO FATTO IO, PER FAR SI CHE LUI SI COMPORTI COSÌ? Una domanda sola, semplice, che implica un'assunzione di responsabilità, implica ammettere un proprio errore. Se non ti poni domamande di questo tipo, andrai sempre a scaricare le responsabilità agli altri.

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Daniele Da Rio

Founder Starter

Premetto che non sono psicologo, psichiatra o nessun altra figura similare. Ho e sto studiando Programmazione Neuro Linguistica da 5 anni e questo studio mi sta facendo aprire gli occhi su moltissime cose che fino a un pò di tempo fa reputavo vere, ora invece che le vedo, osservo da punti di vista più profondi, non sono come un tempo. Sono istruttore di nuoto, lavoro anche con bambini dai 3 anni in su. Spesso entrano in acqua dei piccolini che hanno paura perchè per alcuni è la prima volta che lasciano la mamma e stanno con uno sconosciuto, hanno paura dell'acqua (a quell'età la paura dell'acqua è legata al parto) ... o altri motivi. La prima reazione qual'è secondo te? Capricci oppure veri e propri pianti. A me hanno sempre insegnato che "...puoi piangere quanto vuoi....tu fai ciò che dico io!", oppure "....piantala, sono solo capricci!" Ti chiedo una cosa, torna per un attimo a quando eri bambino, sicuramente c'è una situazione che ti ricordi in cui tu facevi i capricci o piangevi perchè non volevi fare una cosa. Ora che hai in mente questa situazione, rivivila! Perchè piangevi o facevi i capricci? Cosa si nascondeva dietro a quel comportamento che un adulto non ha voluto proprio capire? Normalmente io mi metto contro 3/4 d'istruttori di nuoto e docenti, però è ora d'iniziare a capire a fondo il mondo dei bambini. Dietro a un pianto o a un capriccio, c'è un messaggio che il bambino sta mandando, forse non te lo dice apertamente perchè ha paura...non riesce...non lo conosce nemmeno lui (i bambini piccolo non lavorano ancora a livello razionale), tocca a te adulto, aiutare il bambino, sapendo che la sua richiesta molte volte è "....faccio ciò che vuoi tu, ma per favore fammelo fare a modo mio!" Nel relazionarmi con i bambini ho imparato che spesso i traumi glieli creiamo noi. Un docente, un istruttore, un genitore non può sforzare un bambino se questo piange disperato, non può! Se lo fa può creargli un trauma a livello inconscio. Le neuroscienze hanno scoperto che durante la fase di apprendimento, i bambini e anche gli adulti, registrano inconsciamente l'emozione che stanno vivendo in quel momento. Ora, puoi fare 1+1=2 senza che ti dica io perchè stiamo sbagliando tutto?! Nel mio caso, quando vedo che un bambino fa una resistenza di questo tipo, pretendo che la mamma o il papà entri in acqua con il bambino. L' obiettivo principale sarà quello di avere la fiducia del piccolo per poi fare in modo che inizi la fase del distacco dal genitore. Così facendo, in circa 4/8 lezioni (è soggettivo) questo traguardo viene raggiunto senza traumi da parte del bambino. La frase "...non serve fare i capricci..." non serve a nulla, anzi, rischia di metterti in un contesto di sfida ancor più grande perchè il bambino non si sente compreso e tu adulto, imponi dittatorialmente, la tua esperienza che per ovvi motivi non va bene a una creatura così piccola! Daniele

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