Daniele Berti

Psicologia & Relazioni

Daniele Berti

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Tossicodipendenza? Non è colpa della droga!!!

2021-10-04 17:58:53

Ti vien da pensare che sia una nuova fake news, ma la fera fake news, la vera bufala è proprio quella nella quale tutti crediamo: la droga provoca tossico-dipendenza. Ora puoi continuare a credere ad una "presunta verità" costruita su prove falsate, oppure continuare la lettura e comprendere la vera causa delle tossicodipendenza.

Tutti noi o quasi siamo convinti che la droga provochi la tossico-dipendenza è una volta imboccata quella strada si prosegua inevitabilmente come in un gorgo kafkiano che alla fine ti sommerge.
Come è stata costruita questa idea che porta completamente fuori strada?
Il colpo magistrale è stato realizzato grazie ad una ricerca effettuata negli anni '50 che l'Alleanza per l'America libera dalla Droga ha reso pubblica negli anni '80 grazie ad un video. Nel video, che trovi a questo link , un topo rinchiuso in una piccola gabbia ha a disposizione due distributori d'acqua: dal primo può bere acqua pura, mentre nel secondo nell'acqua è disciolta della cocaina. Ebbene, una volta assaggiata l'acqua con la droga il topo si accanisce su questo secondo contenitore fino alla morte: più chiaro di così!
Ma secondo Bruce K. Alexander, docente di psicologia che opera proprio per combattere la tossicodipendenza, in tutta la questione c'è qualcosa di poco chiaro e così decide di fare un esperimento un po' diverso.
Il Parco Giochi per i topi
Invece di un topo ne prende un bel gruppetto e li richiude in un grande recinto nel quale ci sono cibo in abbondanza, labirinti, palline da far rotolare, ruote nelle quali correre e ogni altro strumento per il divertimento dei topi; anche qui ci sono il distributore di acqua pura e il distributore con l'acqua e la cocaina ma, sorprendentemente, dopo il primo assaggio, l'acqua drogata non viene più presa in considerazione dai topi del Parco Giochi.
Naturalmente, sappiamo che quando scatta la dipendenza è tutta un'altra storia. E così Bruce K.Alexander prende alcuni topi che rinchiusi da 57 giorni nella piccola gabbia erano certamente dipendenti dalla droga e li sposta nel Parco Giochi. Ancora una volta, sorprendentemente, i topi ben presto abbandonano la tossicodipendenza.
Purtroppo questa ricerca riesce a circolare solo in ambiti molto ristretti e non gode della notorietà di quella descritta precedentemente e così la falsa verità che sia la droga a creare la tossicodipendenza diventa una realtà nel pensiero comune.
Siamo esseri umani e non topi
Su questa affermazione siamo certamente tutti d'accordo e quello che quasi tutti gli esseri umani non sanno è che certi meccanismi endocrini, psicologici e comportamentali dei topi sono praticamente gli stessi degli esseri umani.
Ed ecco alcuni esempi.
Se c'è chi imbocca la strada della droga in modo "volontario" c'è chi viene condotto su questa strada per sfortunate vicende della vita: malati oncologici, persone che hanno subito gravi traumi che, sotto controllo medico, per alleviare il dolore fisico sono costrette ad assumere diamorfina che è il nome farmacologico dell'eroina altra droga tristemente famosa per la sua capacità di creare tossico-dipendenza.
Fatto sta che, una volta superata la fase critica, anche dopo mesi di assunzione della droga per sedare il dolore, nessuna di queste persone resta schiavo della tossicodipendenza.
Un altro significativo esempio è quello dei reduci dalla guerra del Viet Nam. Circa il 20% dei militari che combatteva in VietNam consumava più droga che gomma da masticare; questo fatto faceva presumere che al loro rientro migliaia e migliaia di tossicodipendenti avrebbero invaso le strade americane. In realtà ciò non accadde e ben il 95% dei reduci che faceva uso di droghe riprese la loro vita normalmente.
Queste e molte altre sorprendenti informazioni su come non sia la droga a creare la tossicodipendenza le trovi nel libro "Chasing The Scream: The First And Last Days of the War on Drugs" best seller del New York Times nel 2015 e mai pubblicato in Italia.  Il libro è la sintesi di una ricerca di oltre due anni durante la quale l'autore, Johann Hari, ha incontrato centinaia di tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, medici, psichiatri e ricercatori che lavorano nell'ambito della tossicodipendenza.
Così. insieme a tante storie che smentiscono clamorosamente il pensiero comune su come la droga sia la causa di una inevitabile tossicodipendenza ha trovato anche che cosa fare e come fare per recuperare chi suo malgrado è stato trascinato in questa trappola.
L'essere umano è un animale politico
Questo lo sappiamo da almeno duemila anni ma ce lo dimentichiamo sempre e il trattamento riservato a coloro che cadono nella trappola della droga è la condanna, l'isolamento, il rifiuto: esattamente il contrario di ciò di cui avrebbero bisogno.
Forse sarebbe bene rivedere da un altro punto di vista tutta la questione, forse la tossicodipendenza non è altro che il sintomo di un sistema che non funziona ma non è che facendo scomparire il sintomo si risolva il problema.
La dimostrazione esemplare ci viene dall'esperienza del Portogallo. Nel 2000 nonostante le enormi spese per contrastare e reprimere la diffusione della droga l'1% della popolazione è dipendente dall'eroina; la situazione è ormai insostenibile e così viene incaricato un gruppo di esperi per trovare una soluzione.
La proposta sorprendente e in controtendenza si può riassumere in due punti: primo punto liberalizzare tutte le droghe, secondo punto usare le spese destinate alla lotta alla droga per creare programmi di sostegno e di recupero sociale dei tossicodipendenti.
Dalla messa in atto della proposta, in breve tempo, le tossicodipendenze subiscono un crollo e il consumo delle droghe più pesanti diminuisce del 50%.
Come i topi del Parco Giochi anche gli esseri umani sono fatti per condividere le gioie della vita ma viviamo in un ambiente socio-culturale che ha fatto della competizione - l'opposto della condivisione - la sua filosofia; lo sterile piacere dell'acquisto compulsivo e dell'apparire, ha sostituito il fertile piacere della cooperazione mentre l'iper-connessione virtuale esplosa con la vicenda del COVID, ci ha sempre più isolati.
Invece di combattere il fenomeno delle tossicodipendenze con la repressione e l'isolamento, forse sarebbe meglio fare uno sforzo per riabilitare la nostra umanità imparando ad accogliere invece di escludere.

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