Daniele Berti

Psicologia & Relazioni

Daniele Berti

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Pillole di Felicità - Siamo veramente connessi?

2019-08-05 17:20:41

Instagram, linkedin, twetter, facebook, telegram, watsapp e ora anche cam.tv ...

 Tutto il giorno a comunicare quanto siamo bravi o come salvare il mondo, che amiamo i gatti o che siamo pronti per la rivoluzione, che non ci sono più speranze o che vorremmo mettere al rogo chi non la pensa come noi. 


Comunichiamo, comunichiamo e comunichiamo, come in una gigantesca pubblica seduta psicanalitica continuiamo a comunicare.


Ma con quale scopo stiamo comunicando?

Comunicare significa trasferire un messaggio tra due e per comunicare sono necessari un emittente (noi) un canale (l'infinità di social) e un ricevente (chi riceve il messaggio). 

Poi, a volte, capita che chi riceve il messaggio, a ritenga utile esprimere la sua opinione sul messaggio che ha ricevuto e sua volta manda un messaggio (che per fare figo chiamiamo feedbak).


A questo punto si possono verificare tre possibilità

  1. il nuovo messaggio in modo più o meno pertinente conferma quanto abbiamo comunicato e questo concima la nostra autostima
  2. il nuovo messaggio aggiunge qualcosa a quanto abbiamo già detto e magari ne prendiamo atto
  3. il nuovo messaggio in modo più o meno violento cerca di affossare il nostro messaggio e allora, dopo aver ingaggiato un "sanguinoso" duello con il marrano, gli auguriamo una bella fine sul rogo.

Ormai 10 anni fa quando ho conseguito il Master in Counseling, la tesi che ho presentato analizzava proprio alcuni aspetti della comunicazione sul quello che allora era praticamente l'unico social: faccialibro.


Il dilagare di Facebook, che a quei tempi operava con  algoritmi molto più "ingenui e innocenti" di quelli odierni, a mio avviso era collegato alla sua capacità di far suscitare emozioni in chi lo frequentava.


Più o meno tutti, fin dalla più tenera infanzia, siamo stati addestrati a non esibire le nostre emozioni, a soffocarle e tenerle per noi, ma ben protetti dall'invisibile maschera di uno schermo lcd: sogni, incubi, speranze e delusioni potevano finalmente essere manifestate senza alcuna preoccupazione.


Il fatto è che, pur liberando o suscitando emozioni vere, quella dei social è sempre e comunque una realtà virtuale, è una rappresentazione della realtà che il più delle volte crea connessioni virtuali ben diverse, per intensità ed energia ad una connessione reale nella quale le tue azioni operano direttamente sulla tua quotidiana realtà nella quale vivi.


Se almeno un po' sei d'accordo con quello che ho scritto, allora sei pronto anche per la seconda pillola che ti propongo.