Giovanni Rizzano

Quale sarà il futuro dell’Italia? Pubblicato il 29 Febbraio 2016 italia-di-notteSiamo umani e abbiamo un naturale bisogno di tentare di prevedere il futuro, al fine di creare per noi le migliori condizioni di vita. Visto come vanno le cose, in tanti ci interroghiamo giustamente su quale sarà il futuro dell’Italia. (Io ormai mi divido tra momenti in cui tratto argomenti che riguardano il risveglio interiore, e altri in cui parlo di una nuova visione del mondo, una visione che vuole addirittura sostenere sentimenti di speranza. E per ora mi piace così.) Leggo e ascolto molti esperti economisti, politici, sociologi e ambientalisti, dire la propria opinione riguardo la prospettiva di futuro dell’Italia. Due giorni fa ho letto questa frase riportata in un articolo: “Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come il caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di prosperità e potenza industriale ad una condizione di desertificazione economica”. Non importa chi lo ha scritto. Esprime un concetto che riprendono in molti. Sotto questa affermazione, a mio avviso, si nasconde un paradigma vecchio, decisamente obsoleto, che poggia sull’idea che la Terra sia una roccia stupida, e che gli umani ci vivano sopra come ospiti o abitanti inconsapevoli, liberi di commerciare e guerreggiare a piacimento. Rispetto a tutto ciò, una cosa è certa: gli storici del futuro interpreteranno la storia dell’Italia con un nuovo sguardo, e non con le filosofie di pensiero attualmente dominanti! In futuro penseremo in modo completamente diverso da oggi, perché saremo condizionati dal nuovo paradigma che va creandosi grazie anche alle recenti scoperte scientifiche. Infatti, già oggi, pure gli scienziati affermano che: Tutto vive, tutto è intelligente, tutto è interconnesso; Gli esseri umani sono parte integrante di un Macrocosmo intelligente dentro al quale vivono come cellule di un Corpo; Detto questo, io vi faccio una previsione ardita, pretenziosa, che piacerà a pochi, ma soprattutto ben diversa da quella che fanno certi esperti di oggi. Eccola. Gli storici del futuro guarderanno a quest’epoca con una nuova prospettiva. Racconteranno del periodo in cui nel MacroCorpoTerra finì l’epoca dell’espulsione del petrolio, e le varie lotte di potere tra umani spinsero l’Italia verso la dismissione dell’industria a petrolio, che non serviva più e che – tra le altre cose – favoriva pure la possibilità dell’estinzione dell’intera umanità. Ed ancora. Gli storici del futuro racconteranno del tempo in cui, mentre la maggioranza delle persone vedeva come una tragedia la fine dell’Italia industrializzata, alcuni già intravedevano un’Italia nel futuro: un meraviglioso giardino naturale, ricco d’arte, cultura e buon cibo, dove una nuova umanità sorgerà dalle macerie di questa tempesta e sarà fondata su principi di empatia e collaborazione.

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Dalla blockchain all’Intelligenza Artificiale, sempre con uno sguardo all’etica e alla filosofia, così l’autrice Cristina Pozzi ci aiuta a viaggiare verso il futuro con consapevolezza

Giovanni Rizzano

Benvenuti nella realtà: 7 risposte sul futuro nero dell’Italia Dalla crisi economica dell'Italia alla legge elettorale fino alle (debolissime) aspirazioni internazionali di questo Paese, tutto quello che c'è da sapere per avere un'idea chiara di quello che ci aspetta di Redazione InvestireOggi , pubblicato il 30 Maggio 2017 alle ore 11:37 Dalla crisi economica dell'Italia alla legge elettorale fino alle (debolissime) aspirazioni internazionali di questo Paese, tutto quello che c'è da sapere per avere un'idea chiara di quello che ci aspetta In Italia si torna a parlare di elezioni anticipate e nuova legge elettorale. Questo secondo argomento è diventato quasi un classico decennale nell’agenda politica nostrana. Le continue polemiche sulla legge elettorale, l’assenza di accordo sulle regole della democrazia sembrano scandire la lenta litania di un paese vecchio, incapace di guardare avanti e con alle spalle un fardello chiamato debito pubblico. La tanto discussa crisi economica italiana sarà mai risolta? Risposte secche a questa domanda non possono esservene ma noi come testata abbiamo comunque il dovere di dare degli spunti. E’ da questa consapevolezza che nasce questa intervista doppia ai nostri redattori Giuseppe Timpone e Carlo Pallavicini. Con loro abbiamo parlato praticamente di tutto, senza veli e con la chiarezza che merita avere ogni lettore. Il nostro auspicio è che ad ogni lettore resti qualcosa addosso al termine della lettura di questa intervista doppia. Proprio in questi giorni i media sono tornati a parlare con insistenza di possibili elezioni in autunno. Secondo voi quanto questo scenario appartiene alla sfera del probabile? G. T.: Assolutamente sì, anche se non è detto che effettivamente il voto anticipato ci sarà. Il presidente Sergio Mattarella non lo vuole, ma il segretario del PD, Matteo Renzi, principale azionista della maggioranza di governo, non ha intenzione di attendere la scadenza naturale della legislazione, volendo da un lato capitalizzare il successo alle primarie del suo partito in aprile, dall’altro evitare di andare alle urne dopo che gli italiani si saranno resi conto della stangata fiscale sulle loro teste, che verrà attuata con la legge di Stabilità 2018. Ci sono clausole di salvaguardia da 20 miliardi da neutralizzare per fare evitare che scattino i maxi-aumenti dell’IVA, ma a pochi mesi dalle elezioni nessun governo avrebbe vita facile nello scegliere la spesa da tagliare o le altre imposte da alzare. Pertanto, Renzi spera che si voti prima (si parla del 24 settembre), in modo da beffare gli italiani sul conto da pagare. D’altra parte, l’ex premier Silvio Berlusconi gli sta dietro per tutelare gli interessi delle proprie imprese, avendo perso qualsivoglia ambizione politica, complici i suoi quasi 81 anni di età. (Leggi anche: Rischio Italia riporta mercati in tensione, di cosa hanno paura?) C. P.: La questione può essere posta a partire da un paio di considerazioni molto ‘semplici’. Renzi vuole le elezioni anticipate e che soprattutto vengano prima della legge di stabilità: il motivo è semplice, evitare di perdere altro consenso. Berlusconi non vuole in particolar modo le elezioni, ma soltanto una legge elettorale che gli dia la possibilità di un Nazareno-bis. Salvini e il M5S, se questi ultimi confluiscono davvero sul modello tedesco, non attendono altro. Certo, c’è la questione dei mercati e della possibile speculazione su un’Italia debole: ma questo dipende da chi sarà destinato a vincere. L’asse Renzi-Berlusconi potrebbe non dispiacere anche in questo senso. Il discorso elezioni è strettamente connesso a quello delle nuova legge elettorale. Ora vi pongo una domanda che, ne sono certo, tanti italiani in cuor loro spesso si fanno: ma come è possibile che in questo paese da decenni si parli di legge elettorale giusto per poterne riparlare domani G. T.: In Italia, la legge elettorale è diventata nella Seconda Repubblica uno strumento per vincere o almeno non perdere le elezioni. E’ un fatto gravissimo, che fa del nostro paese una democrazia minore.

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