Giovanni Rizzano

Storia di Sant'Egidio del Monte Albino(SA) Il fonte Helvius (con immagine del dio Sarno) Accesso all'acquedotto Vista del Valico di Chiunzi La più antica traccia di insediamento sul territorio del comune riguarda una villa rustica del II secolo a.C., successivamente inglobata nella cripta dell'abbazia di Santa Maria Maddalena. Sempre ad epoca romana appartengono un blocco marmoreo con raffigurazioni del dio Sarno, utilizzato nella "fontana di San Nicola" o "fonte Helvius". Il dio compare nelle due versioni iconografiche conosciute (come giovane e come uomo maturo) sui diversi lati del blocco, riferibili al fiume alla sorgente e alla foce. La fontana è alimentata da un acquedotto, risalente alla stessa epoca, costituito da un condotto lungo diverse centinaia di metri, alto circa 2 m e largo intorno ai 1,20 m, che prende avvio in un punto posto a circa 20 metri sotto il livello del suolo e lungo il suo sviluppo risulta munito di diversi pozzi di aerazione. Tra l'VIII e l'XI secolo, l'area in cui sorgeva la villa rustica divenne sede di un monastero benedettino dedicato a saint Gilles (sant'Egidio), attestato per la prima volta in un documento del 1113[2], con il quale passa in proprietà dell'abbazia di San Trifone di Ravello, possesso confermato da Federico II di Svevia nel 1231, insieme alla chiesa di Santa Maria Maddalena annessa al monastero. L'abitato sviluppatosi intorno al monastero, l'università di Sant'Egidio, insieme a quelle di Pagani e Corbara fece parte dei casali del dipartimento di "Nocera Sottana" della Civitas Nuceriae, la confederazione di casali che conservava il ricordo della città di Nocera dei Pagani dopo la distruzione subita da Ruggero II nel 1137[3]. L'università di Sant'Egidio era costituita da tre casali, Sant'Egidio, San Lorenzo e Corbara, ma quest'ultima si costituì in università autonoma nel 1570, parallelamente alla concessione da parte del vescovo di Nocera di una nuova parrocchia nel 1587. Sant'Egidio venne colpita da una alluvione nel 1610 e dall'eruzione del Vesuvio del 1631. Un'epidemia di peste nel 1656 causò la morte di almeno il 35% della popolazione. Il catasto onciario redatto nel 1753 mostra un maggiore benessere rispetto agli altri centri della valle e testimonia il passaggio dalla coltivazione della vite a quella degli agrumi. Gli ordinamenti municipali delle università furono aboliti dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte nel 1806 e sostituiti da comuni. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, per distinguersi dagli altri comuni con toponimi simili prese il nome attuale[4] e furono condotte nel territorio opere pubbliche, riguardanti sia il regime delle acque (sistemazione dell'alveo del torrente Corbara), sia la viabilità (strada per il Valico di Chiunzi e la costiera amalfitana). Durante il regime fascista nell'ambito della riorganizzazione amministrativa dovuta alla creazione del nuovo comune di Pompei nel 1928, il comune di Sant'Egidio fu accorpato nel 1929 al comune di Angri e riottenne la propria autonomia amministrativa nel 1946[5]. La città ha dato i natali ad Aniello Califano, autore della canzone 'O surdato 'nnammurato. Il Centro storico è patrimonio culturale dell'UNESCO.

Giovanni Rizzano

Programma Evento viva coltura Sant'Egidio del Monte Albino(SA).

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Veduta dall'alto del paese di Sant'Egidio del Monte Albino(SA)

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