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LE EMOZIONI
LE EMOZIONI FANNO PARTE DI NOI

Con questo articolo non voglio assolutamente spiegare cosa siano le emozioni ma vorrei evidenziare brevemente come può cambiare la loro percezione.
Quando si è bambini non ci sono filtri, le emozioni vengono manifestate liberamente che siano esse emozioni positive o negative, gioia, tristezza, paura, vergogna, rabbia, ognuna di loro viene manifestata senza maschere, almeno così dovrebbe essere o è di solito.
Nel mio caso non è stato così.
La mia esperienza
Quando ero piccola ad un certo punto il mio rapporto con le emozioni si ammalò.
Tutto successe per una frase detta da mio padre prima di portarmi a visitare mia mamma che si trovava in ospedale da quattro mesi.
La sera prima di andare a trovarla disse a me che avevo undici anni e a mia cugina che ne aveva dieci che qualsiasi cosa avessimo visto non avremmo dovuto piangere.
Sinceramente non immaginavo lontanamente quello che avrei visto ma ero certa che non avrei pianto perché se mio padre stava facendo questa richiesta era "normale" che io la ascoltassi.
Quando arrivammo in ospedale, entrammo nella stanza, c'erano quattro letti ed io mi guardai intorno x cercare mia madre ma non la vidi, poi mio padre si avvicinò alla paziente nel letto accanto alla finestra e capii che era lei mia madre ma era decisamente irriconoscibile.
Aveva la testa rasata, un tubo nel naso (sondino naso gastrico), un buco nel collo (tracheostomia), una gamba piegata che non muoveva, altri tubi (catetere, flebo); anche se x me non era la mia mamma, mi sono avvicinata x salutarla e darle un bacio e lei mi guardò spaesata, era chiaro che non sapeva chi fossi.
Fu in quel momento che mia cugina iniziò a piangere, io la fulminai con lo sguardo perché papà aveva detto che non dovevamo piangere, anche io avevo voglia di farlo ma non lo feci perché non potevo, non dovevo.
Mia zia portò fuori mia cugina mentre io rimasi accanto a quella "bambola" cercando di spiegarle chi fossi.
IO E LE EMOZIONI
Fu in quel frangente che io iniziai a perdere il contatto con le mie emozioni, quella frase detta da mio padre mi confuse, iniziai a pensare che piangere fosse sbagliato, essere triste fosse sbagliato, provare dolore fosse sbagliato.
Quando dopo la morte di mia madre mio padre abusò di me anche in quel caso dovetti nascondere le mie emozioni. Mio padre mi ripeteva che dovevo far silenzio perché il giorno che ne avessi parlato la colpa sarebbe ricaduta su di me e così anche in quel caso dovetti reprimere molte emozioni, la rabbia e l odio nei confronti di mio padre perché non era giusto provare tali sentimenti, la tristezza, il senso di vuoto dovetti celarli dietro la maschera della bambina felice.
Le uniche emozioni se tali si possono definire che continuarono a crescere dentro di me furono il senso di colpa e la disistima.
Il senso di colpa lo provavo indistintamente x ogni cosa che mi accadeva, mi sentivo in colpa perché non ero riuscita a convincere mia madre ad andare subito dal medico ed ero convinta che fosse quella la causa della sua morte, mi sentivo in colpa per essere andata a dormire nel lettone con mio padre dopo la morte di mamma perché ero convinta che fosse quello il motivo x cui poi lui iniziò ad abusare di me e x ancora tante altre cose.
X la disistima ci combatto ancora oggi visto che continuo a pensare di non valere ma del resto quando ero piccola tornare a casa con un sette significava non valere, è comunque mi dicevo che se avessi avuto valore avrei fatto qualcosa per impedire tutto quello che mi era successo e mi succedeva.
LE EMOZIONI IN QUALCHE MODO ESCONO SEMPRE
L'aver relegato le mie emozioni non significava che queste non ci fossero, erano semplicemente imprigionate ma in qualche modo dovevano uscire e lo fecero attraverso il panico, certo uscivano in maniera spropositata, in maniera illeggibile ma in fin dei conti il panico è anche questo ma ovviamente uscendo tutte insieme e senza una logica erano decisamente ingestibili.
Aver relegato le mie emozioni ha comportato anche un altro "problema", il fatto che non ero più in grado di riconoscerle, e non riconoscendole non le ascoltavo e non le lasciavo fluire.
IL SEGRETO È ASCOLTARSI
Qualche anno fa sono approdata in un gruppo fb creato da un sociologo ed uno psicologo dedicato a chi come me soffre di ansia e panico.
Tra i vari consigli che ci venivano dati c'erano anche quelli dedicati alle emozioni, l'importanza non solo di riconoscerle, ma anche di accettarle per quanto negative potessero essere tanto che ad un certo punto venne inaugurato il "vaffa day".
Si articolava come il mio esercizio di gratitudine che potete trovare qui ma anziché essere grati x qualcosa si mandava a quel paese.
Sembra stupido, può far ridere ma vi assicuro che era davvero liberatorio e serviva proprio x liberare la negatività che vuoi o non vuoi ci circonda e anziché giudicarla e poi reprimerla la si accettava e la si lasciava uscire in maniera costruttiva e non distruttiva.
Da allora direi che ho imparato a riconoscere le mie emozioni, ad ascoltarle e a lasciarle fluire positive o negative che siano.
IN CONCLUSIONE
Vorrei concludere questo articolo con due frasi dette dal sociologo amministratore di quel gruppo che evidenziano l'importanza che le emozioni seguano il loro corso.
CIÒ CHE NON SI ESPRIME, SI IMPRIME, CI REPRIME E A VOLTE CI SOPPRIME.
CON LA CALMA SORSEGGI NETTARE
CON LA PAZIENZA INGOI VELENO