Oggi, 8 Marzo nonché Giornata Internazionale della Donna, sono andata in comune per rinnovare la carta d'identità. Niente di speciale, mi chiedono due foto e mi fanno controllare se i dati inseriti sono giusti. Perfetto. Tranne che, prima di consegnarmi il documento che mi accompagnerà per i prossimi dieci anni, l'impiegata mi fa una domanda: Adesso se una persona vuole ha la possibilità di iscriversi all'AIDO per diventare un donatore di organi al momento del rinnovo della carta di identità. Lei vuole iscriversi? La domanda mi colpisce come un pugno in pieno petto, non ci avevo mai pensato. La prima cosa che penso a quel punto è alla morte, alla fine di tutto, che inevitabilmente arriva per tutti prima o poi, perché la donazione di organi ovviamente è legata a una vita che finisce. Ma allo stesso tempo grazie a questo avvenimento una persona avrà la possibilità di avere una nuova vita. Un binomio terribile. Ho accettato, perché, pur nella sua complessità, penso che questo gesto sia anche una questione di civiltà e non solo amore per il prossimo. Oggi ho scelto di essere una donatrice di organi.