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Molti ricordano il caso di Bob Lazar, il fisico americano che asserì di avere lavorato segretamente per il suo governo. Era il 1989 e le rivelazioni fecero scalpore in quanto affermò che il Pentagono deteneva veicoli extraterrestri (UFO), in hangar dell’Area 51, ai quali anche lui aveva lavorato per capirne il funzionamento. In effetti, diede una spiegazione piuttosto convincente. Tramite operazioni di reverse engineering (Tecnologia Inversa), gli scienziati erano riusciti a rendere manovrabile un disco volante tanto che uno di questi oggetti alieni era condotto da un pilota collaudatore umano. Nome in codice TR-3B (TR-B3), prodotto dalla Northrop. Si tratta di un oggetto triangolare, dal lato di una decina di metri, capace di muoversi come un UFO. Su questo misterioso velivolo circolano diversi schemi e rare immagini. Perfino scattate dalla ISS a dimostrazione delle fantastiche potenzialità di un motore gravitazionale. Forse non è un caso che la NASA abbia di fatto abbandonato le ricerche missilistiche con risultati disastrosi. Forse le ricerche si stanno concentrando sulla propulsione ad antigravità. In fondo, non ci sarebbe nulla di nuovo. Gli americani hanno basato tutta la loro tecnologia missilistica su un gruppetto di scienziati tedeschi, capeggiati da Wernher Von Braun, che nessuno pensò lontanamente di processare a Norimberga sebbene avessero pienamente collaborato col regime nazista. Come spigato da Lazar, i motori antigravitazionali, in parole povere, agiscono sulla gravità che è correlata con lo spazio e col tempo, come peraltro già ipotizzato da Albert Einstein. I dispositivi a gravità alterano il campo gravitazionale facendo “cadere” un oggetto nella direzione in cui si desidera avanzi. La famosa mela di Isacco Newton mentre cade dall’albero si sposta in direzione del campo gravitazionale, verso un livello di energia potenziale inferiore. Idealmente, una mela posta sopra lo scafo di un disco volante in movimento, “cade” nella direzione del moto dell’oggetto.

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2019-03-17 03:27:55

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IL POTERE DELLA CONSAPEVOLEZZA

2019-02-24 02:07:01

Non c'è forse nulla di più potente della consapevolezza come elemento chiave nella crescita umana e nel nutrimento della vita spirituale. Senza di essa, la crescita è sostanzialmente meccanica, biologica o istintiva. Con essa, si svelano nuove opportunità. Emerge la possibilità di trascendenza cosciente e allora si può salire a nuovi livelli di coscienza non ancora esplorati.La vita umana ha due preoccupazioni fondamentali: la prima è porre fine al dolore e alla sofferenza, la seconda è perseguire il proprio più elevato potenziale. La cessazione del dolore e della sofferenza copre forse più del 90% delle preoccupazioni dell'individuo medio. Lavoriamo e ci guadagniamo da vivere per evitare povertà, privazione economica o disagio fisico. Siamo indotti, consciamente o inconsciamente, a proteggere noi stessi dal danno, dalla sconfitta, dal fallimento, dal rifiuto, dall'umiliazione, dalla critica, dallo stress, dall'angoscia, dalla paura e da un centinaio di altre forme di vessazione. Il Buddhismo, una delle principali religioni del mondo, è radicato nella questione fondamentale di risolvere il problema della sofferenza umana. Quando si è raggiunto un certo grado di stabile bilanciamento fra le pressioni del vivere e la presenza di equilibrio interiore, una persona comincia istintivamente a perseguire i propri più elevati potenziali – ciò che Abraham Maslow chiamava l'impulso verso l'Auto-Realizzazione e, infine, verso l’Auto-Trascendenza. Il ruolo della consapevolezza è vitale nell'affrontare l’affanno, il dolore o la sofferenza: si possono applicare palliativi per alleviare l'angoscia – il che di solito significa trattare solo i sintomi – oppure si può andare alle radici del problema e risolverlo definitivamente. La consapevolezza gioca una funzione essenziale nel trattare con le cause profonde dell'angoscia, poiché quest'ultima è una reazione o uno stato psicologico che può essere risolto solo attraverso la trasformazione della coscienza, piuttosto che con un mutamento nelle circostanze esteriori. È importante conoscere la differenza fra essere consapevoli di qualcosa e sapere qualcosa. Posso sapere di avere paura, ma potrei non essere consapevole di averla. Sapere che ho paura dei serpenti fa sì che io fugga via dai serpenti. Essere consapevole della mia paura mi rende cosciente, per esempio, della mia tensione muscolare, della durezza del respiro, dell'indebolirsi delle gambe, delle “farfalle nello stomaco”. La consapevolezza di questi stati è una chiave per la dispersione di tali sintomi della paura e conduce ad uno stato di rilassamento ed equilibrio. Il semplice sapere non porta a tale stato di calma. Diversamente da opinioni e conoscenze, la consapevolezza è non-giudicatrice e non-analitica. Non approva né disapprova, non accetta né rifiuta. È semplicemente consapevole. Ma questo stato di coscienza disimpegnato ha un tale potere da essere il più importante elemento nella trasformazione umana.

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