Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Vuoto fertile

2022-03-18 13:44:53

Quando la persona ha soddisfatto un bisogno passa ad una fase di assimilazione che viene chiamata vuoto fertile.

In natura la persona è mossa a soddisfare un bisogno che emerge in figura rispetto ad altri che rimangono sullo sfondo.

L’organismo per soddisfare la propria urgenza mette in atto un’esperienza che si svolge in più fasi:

  • Pre-contratto= la persona esprime un bisogno “ ho fame di una mela” (mela in figura);
  • Contatto= la persona entra in contatto con l’ambiente e decide di passare all’azione “ voglio mangiare la mela”;
  • Contatto pieno= la persona raggiunge il culmine dell’esperienza “ mi mangio la mela”; 
  • Post-contatto= la persona dice “ sono sazio”.

Nella fase di post-contatto, la persona prova soddisfazione piena, si ritira dall’esperienza, ripristina i suoi confini e si predispone ad altre esperienze.

Tanto più importante è l’esperienza appena compiuta e più tempo ci vuole per l’assimilazione.

Si parla di vuoto fertile come momento di appagamento di un’esperienza.

Mi capita di vedere le persone alla fine di un’esperienza di counseling.

C’è chi guardando il percorso svolto prova grande soddisfazione per il risultato ottenuto.

Ricordo un ragazzo che è venuto a colloquio perché aveva un problema di stanchezza.

Faceva troppe cose durante la giornata e alla notte dormiva poco perché la sua mente era sempre occupata a pensare come pianificare le proprie attività. 

Dopo la prima riformulazione del suo disagio, gli ho chiesto quale fosse il suo bisogno.

Lui, con semplicità mi disse che voleva riposare.

Il cliente nell’esprimere la propria esigenza mi ha comunicato una certa ansia per cui l’ho rassicurato dicendo che in natura la persona è strutturata per dare il meglio di se stessa in ogni circostanza e per risolvere il proprio problema da solo.

Carl Rogers, uno dei padri del counseling, a riguardo, parla di tendenza attualizzante cioè di quella spinta innata nella persona verso il proprio auto sviluppo e questa è una concezione molto positiva.

A questo punto sorse spontanea nel cliente la domanda: “cosa voglio cambiare? ”.

Questa fase è molto importante nel processo di counseling perché permette alla persona di definire il suo obiettivo.

Cambiare significa uscire dal proprio copione di vita, significa fare cose nuove che portano una ventata di luce nella nostra vita.

Lo spostamento ci aiuta a preservare il nostro corpo perché evitiamo di ripetere gli stessi conflitti e di picchiare con sintomi  sempre sugli stessi organi.

Fu allora che la persona decise di  “fare meno cose”.

La portai ad immaginare il proprio futuro desiderato e a descriverlo nel dettaglio.


Mi disse che si trovava in una spiaggia a camminare in silenzio, a respirare la brezza del mare.

Accanto a lui la sua bella ragazza.

Il contesto era sereno, il mare calmo, l’orizzonte nitido.

Riusciva a distinguere bene dove finiva il mare e dove iniziava il cielo.

Nella contemplazione di quel bellissimo quadro di pace, gli chiesi quali risorse avesse bisogno per raggiungere il suo obiettivo.

Disse che aveva bisogno di pianificare la sua agenda riducendo gli impegni, imparare a delegare gli altri per alcune incombenze e guardare le mail ogni giorno per diminuire i carichi sospesi.

Pian piano, insieme, siamo riusciti a circoscrivere nella sua giornata solo quattro impegni inderogabili, ad individuare persone di fiducia alle quali delegare compiti e a fissare una mezz’ora al giorno per smaltire la posta arretrata.

Lui si è impegnato molto, e gli ho riconosciuto molto coraggio.


Non è facile guardarsi dentro, confrontarsi con la propria rutine e decidere di fare dei passi in avanti.

Un giorno di sabato mi chiamò che era a passeggio sul litorale con la sua ragazza.

Mi disse che si sentiva appagato, rilassato, compiaciuto.

Finalmente, il suo sogno si era avverato.

Auguro a tutti di partire da se stessi per edificare il proprio futuro migliore.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch