Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Suc-essenza del Natale

2022-12-23 08:42:50

Ritengo che la Salvezza, nella forma più alta del termine, viaggia su ali silenziose.

Ricordo che la parola Suc è acronimo di silenzio-umiltà e carità.

Nella nascita del Messia ci sono tutti i tre concetti del Suc: il silenzio, l’umiltà, la carità.

Le sacre scritture evidenziano che Gesù Cristo, il Salvatore del mondo, è nato in un piccolo paese della Palestina, appunto Betlemme ad insaputa di Re Erode e di tutti i dignitari di corte.

Al giorno d’oggi potremmo dire che è nato nel “pieno silenzio stampa”.

In questo gesto immagino la firma del Padre che nella creazione del mondo ha operato nel silenzio.

Nel disegno Divino, la Salvezza dell’uomo fa parte della creazione e prende corpo con la venuta dell’Emanuele, Gesù Cristo, cioè il Dio con noi.

Il Figlio di Dio non è nato in un albergo a cinque stelle, ma in una semplice grotta, è’ nato alla periferia del paese, in un luogo appartato e qui in un clima di umiltà. 

Gesù Cristo, pur essendo Figlio di Dio, si è umiliato nascendo povero e bisognoso di tutto.

Si è rivelato alle persone umili che hanno un cuore libero dalle cose e capace di riempirsi di Amore.

Si è rivelato ai Re Magi perché saggi cercatori, assetati della Salvezza.

I pastori e i Re Magi hanno portato doni al Figlio di Dio e hanno esercitato per primi la carità.

La bontà dei pastori si è manifestata con i doni del vivere quotidiano: pane, latte, uova, ecc

Ci insegnano che l’amore si manifesta a partire dalle cose necessarie per la sopravvivenza.

I Re Magi hanno portato oro, incenso, mirra che sono i simboli della regalità spirituale.

In forza del Battesimo, dono di Dio all’uomo, ogni cristiano diventa re, sacerdote, profeta.

Ci insegnano che la carità si esprime anche aiutando il nostro fratello a fare discernimento nella propria vita per scoprire la vera strada spirituale che porta alla Salvezza.

La venuta di Gesù Cristo nel mondo è manifestazione dell’amore di Dio verso gli uomini per cui possiamo dire che il vero legame affettivo viaggia sulle ali del silenzio, in punta di piedi, con umiltà e amore.

Ecco che concretizzare il vero Natale significa attuare il silenziol’umiltà e la carità a partire dalla nostra vita e solo noi possiamo decidere di attuare queste azioni liberatorie.

Non è facile fare Natale nel contesto in cui viviamo.

Attorno a noi c’è rumore, siamo circondati da cose e bisogni e c’è molto egoismo.

Non c’è da stupirci se siamo circondati da guerre in famiglia e nei territori, se ci sono liti tra fratelli , femminicidi e stragi di innocenti.

L’uomo del nostro tempo si è scordato della sua vera essenza,  del suo ruolo di figlio e si  erge a unico dio della propria vita

Il suo mantra sembra essere: “ voglio che tutto si uniformi al mio credo

Così corriamo a soddisfare continui bisogni, bramosi di cose e di potere, mai soddisfatti del presente.

Dove non soddisfiamo i  nostri capricci siamo assaliti dalla delusione e dalla depressione.

Non siamo più in grado di esercitare la gratitudine partendo dal quotidiano.

C’è un abisso tra il comportamento dei Re Magi e quello dei grandi della

terra.

I Re Magi cercavano nella loro esistenza la Salvezza cioè la vera Essenza.

Avevano inteso che governare significa intraprendere un percorso di servizio verso Dio.

Avevano capito che regnare non significa prevaricare, ma donare se stessi, spendendosi in gesti di Pace.

I nostri governanti credono nelle questioni umane di principio e hanno scordato la diplomazia della Pace.

Non riescono più ad elevarsi dalla dimensione umana a quella vera spirituale.

Hanno scordato la lezione dei grandi santi e grandi statisti che lottavano strenuamente per la Pace.

Allora sorge spontanea una domanda.

Cosa possiamo fare in questa situazione?

Prendo spunto dal comportamento dei soldati, al fronte, durante la prima guerra mondiale.

In una notte di Natale, imbiancata dalla neve, decisero di fermarsi, fare silenzio  e prendere consapevolezza

Solo per una notte, in barba ai potenti della terra, decisero di ascoltare il loro cuore, di amare e perdonare.

Con umiltà le forze contrapposte si mossero le une verso le altre portando doni per esprimere il grande desiderio di Pace.

Riflettiamo su questo episodio della storia.

Voglio augurare a me stesso e a voi di imparare dalla povera gente, quella che viene mandata al fronte, quella che lotta ogni giorno per un pezzo di pane, quella che non ha fronzoli nella testa, ma essenzialità.

Solo il povero ci insegna il Vero Natale perché conosce il valore del silenzio, è umile e sa aiutare il suo prossimo.


Buon Vero Natale a tutti.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch