Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Proflessione

2022-09-16 07:34:04

Ritengo che dietro il bisogno di accudire le persone o gli animali ci sia il desiderio di ricevere attenzione.

In natura nelle persone sane emerge sempre un bisogno in figura per cui l’organismo mette in atto un’esperienza per soddisfare l’urgenza.

Ogni volta che la persona non riesce a soddisfare il bisogno si dice che è subentrata un’interruzione del contatto.

Secondo la Gestalt esistono sette interruzioni del contatto tra quali la proflessione.

Nella proflessione la persona fa all’altro quello che vorrebbe fosse fatto a se stessa.

Si parla della sindrome della crocerossina che aiuta gli altri senza essere consapevole di essere la prima ad avere bisogno di aiuto.

In questa situazione mi riconosco.

Quando ho smesso di fare l’allevatore di bovine da latte improvvisamente il mio tempo si è dilatato.

Sentivo che mi mancava qualcosa, ero nostalgico delle mie “fanciulle a quattro zampe” e ho deciso di dedicarmi al volontariato per riempire il vuoto affettivo.

All’epoca non ero consapevole della dinamica e solo durante il percorso del master di counseling ho potuto riscontrare la mia proflessione.

Ascoltando i miei clienti impegnati nel mondo della relazione di aiuto e in ambito sanitario, ho notato che il bisogno di avere una carezza e il desiderio di farla per primo agli altri è molto comune.

Nell’ambito dell’ascolto alla persona ho annotato le varie forme di proflessione:

• prolunga il tempo del colloquio;

• ascolta anche il sabato e la domenica;

• allunga il percorso di consapevolezza con il cliente.

Nel primo caso il collega tende a protrarsi con i suoi clienti nel senso che invece di ascoltare per una sola ora canonica lo fa per una mezz’ora in più e “fa fatica a staccare la spina”.

Nel secondo caso il facilitatore sente il disagio di rimanere solo per cui riempie le sue ore con gli ascolti e si impegna anche il sabato e la domenica.

Nel terzo caso l’operatore dell’ascolto si affeziona ai clienti, non riesce a rielaborare il distacco e prolunga il percorso.

La proflessione si manifesta anche in altre forme:


• la persona che va in pensione e sente il bisogno di aiutare l’altro per riempire le giornate;

• l’amico solo che va in soccorso dei suoi cari.

Per contrastare questo tipo di atteggiamento ho imparato dai miei clienti a farmi queste domande:

di che cosa ho bisogno? ”;

cosa voglio cambiare nella mia vita? ”.

Dalla risposte scaturisce l’obiettivo e segue la strategia per uscire dalla professione.

Così il collega che ascolta troppo decide di rimanere nei tempi perché dopo il lavoro vuole andare a giocare a calcio con gli amici;

quello che impegnava nell’ascolto anche il sabato e la domenica non lo fa più perché ha conosciuto una ragazza ed esce con lei nel fine settimana;

quello che si affeziona al cliente ha imparato a lasciare andare l’altro perché ha scoperto il valore della sua persona.

Il pensionato che sudava mille camice per accudire nipoti e  le varie attività caritative, capisce l’importanza di concedersi dei periodi di vacanza per nutrire se stesso.

L’amico che soccorreva gli altri, finalmente ha scelto uno scopo di vita appagante.

Per quanto mi riguarda ho capito che per aiutare gli altri ho bisogno di nutrire prima me stesso e curo molto la mia partenza al mattino, i miei momenti di preghiera e sto lavorando sullo stacco serale.

Concludo che siamo tutti in cammino e occorre avere tanta pazienza con noi stessi…

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch