Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: La fatica di credere

2019-07-21 09:05:01

Sono convinto che viviamo in un mondo dove le persone subiscono molte sollecitazioni, per cui, immagino un generale smarrimento, la difficoltà di coltivare un riferimento forte.

Penso al cittadino del mondo come ad una sorta di Ulisse che è in preda alle “sirene che ammaliano”.

Viviamo in una società che hanno definito “ liquida ” dove si sostiene tutto e il contrario di tutto.

E’ in crisi il rapporto di fiducia tra le persone e quindi il concetto stesso di fede come capacità di credere in qualcuno.

I confini si sgretolano perché tutti si permettono di invadere e giudicare.

In passato convinzioni forti hanno generato ideologie che hanno mosso popoli, persone di grande respiro che hanno generato seguito.

Oggi prevale la logica del profitto, del tornaconto e dell’immagine personale   a scapito di una visione generale di Bene Comune e di rispetto del singolo.

A questo punto sorge spontanea la domanda: credere in un’idea o una persona?

Mi verrebbe da dire che è importante fermarsi, riflettere e imparare a credere in qualcosa.

Scegliere una strada e percorrerla con passione.

Scegliere di amare qualcuno, o almeno provarci, come recita un film, per dare un senso alla nostra esistenza perché ognuno di noi esiste perché c’è “un altro al di fuori di me che mi riconosce”.

Se non c’è un riferimento forte nella nostra vita siamo “una canna sbattuta dal vento”.

Ciascuno è libero di credere in qualcosa o in qualcuno  e il mio invito è di credere per dare sale alla propria vita.

Ora emerge una seconda domanda: scelta la strada, come alimentare un credo forte?

Parto dalla mia testimonianza, da me stesso, perché penso sia importante partire dalla propria esperienza.

Per me, cristiano, credere è avere fiducia e quindi amare Gesù Cristo.

Il mio credere non è granitico, ma è nel qui e ora in cambiamento, fortemente a rischio se non viene coltivato ogni giorno.

Per me è importante guardare a chi è depositario della fede nel mio quotidiano; mi riferisco al mio parroco che si arrabatta ogni giorno per stimolare percorsi di crescita spirituale, come pure le persone che vedo frequentare assiduamente la messa feriale con una costanza davvero ammirevole.

Una volta ho chiedo ad una persona anziana quale fosse il beneficio di una tale assiduità e mi ha risposto che più ascoltava il vangelo e più prendeva confidenza  e fiducia in Gesù Cristo come persona nel suo presente. Così facendo sentiva che la sua fede diventava un affidamento gioioso e luminoso.

Mi ha ricordato la frase di S. Pietro quando risponde a Gesù: “ Signore da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna”.

Come counselor, mi capita di spronare i miei clienti a osare per riempire la loro vita di belle cose. Perché se l’uomo è ad immagine di Dio allora può legittimamente osare per generare una bella esistenza.

Per non lasciarsi fagocitare dalle mille incombenze della giornata, lavoriamo insieme sul significato dei confini per imparare a rispettare e valorizzare noi stessi e gli altri.

Riscopriamo il valore del “tempo personale in preparazione alla giornata che viene” dedicando al mattino uno spazio alla meditazione, ad una lettura che piace e ,se si può, ad una camminata in città quando ancora non ci sono macchine in giro.

Questa pratica porta la persona a prendere fiducia in se stessa, a credere di nuovo nelle proprie capacità.

La pratica dello stare bene con se stessi permette anche di contenere il nostro giudice interiore che è sempre in agguato.

Altra risorsa che cerco di attivare nei miei percorsi di counseling è portare, se possibile,  la persona a coltivare buoni rapporti con le persone che ama siano esse famigliari che amici e cercare di allargare la cerchia di conoscenze per avere nuovi stimoli. 

Così facendo prendiamo fiducia in noi stessi e nell’altro e possiamo ricominciare a credere.

Auguro a tutti una buona vita piena di significato.

Antonio

by Antonio Masoch