Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Il valore della parola misurata

2022-07-04 08:29:54

Ho notato che se la parola viene abusata può generare un campo negativo.

Al master di counseling mi hanno insegnato che la  comunicazione si compone

di:

• un emittente = che manda un messaggio

• un ricevente = che riceve il messaggio e risponde con il feedback o messaggio di ritorno.

Quindi la comunicazione è un movimento circolare.

Il messaggio di ritorno o feedback permette di:

1.     aver compreso;

2.     essere capiti;

3.     capire come procede la comunicazione.


Senza messaggio di ritorno c’è disorientamento.

Ascoltando i miei clienti considero che ci sono due atteggiamenti nel comunicare:

• La persona che parla poco dopo aver ponderato;

• La persona che parla molto per il bisogno di conferme.

Nel primo atteggiamento, il cliente è il tipo sicuro che ha fiducia nei 

confronti del mondo e si sente meritevole.

Prevede un esito positivo nel rapporto con l’altro.

E’ sicuro delle sue capacità ed è disponibile al confronto.

Osserva l’altro con curiosità e parla poco dopo aver ponderato.

Nel secondo atteggiamento, il cliente è il tipo insicuro che considera il mondo pericoloso e si sente poco capace e non meritevole.

Prevede il rifiuto nel rapporto con l’altro.

Insicuro delle sue capacità, vive il confronto con difficoltà.

Quando instaura un dialogo con l’altro tende a parlare molto perché ha bisogno di conferme.

Il cliente sicuro cerca nel percorso di counseling il piacere della scoperta.

Noto che nel parlare ha proprietà di linguaggio e usa molti sinonimi.

Il cliente insicuro desidera autostima personale per incidere con efficacia nella comunicazione.

Quando arriva al primo colloquio scarica tutto il suo vissuto per trovare chiavi di lettura.

Durante il cammino insieme, rivela che il suo parlare concitato  gli procura l’allontanamento delle persone per cui sente il bisogno di darsi un contenimento.

Ho come la sensazione che il parlare eccessivo generi una sorta di campo negativo.

In questo caso propongo di fare esercizio di ascolto.

L’ascolto attivo per cui rimando all’altro quello che lui ha detto, permette di creare una giusta distanza dal nostro interlocutore, segnala all’altro che si vuole comprendere ciò che dice, contribuisce alla creazione di un rapporto di fiducia, evita errori nella comunicazione perché possiamo chiedere all’altro se lo abbiamo capito.

Riformulando prima di parlare di noi stessi, facciamo esercizio di silenzio interno perché sospendiamo in prima battuta le nostre personali opinioni per mettere al centro l’altro.

Un altro esercizio che trovo molto efficace nel contenere il bisogno di parlare senza freno è la scrittura.

Quando scrivo ho la possibilità di gettare sul foglio elettronico tutti i miei pensieri che arrivano in figura.

Posso, in seconda battuta, operare una cernita dei contenuti per migliorare il nesso logico.

Paragono il testo scritto come il buon vino d’annata.

Come il vino necessita di riposare negli otri di legno  per diventare un buon nettare per il nostro palato, alla stessa maniera le nostre ispirazioni depositate nel foglio elettronico hanno bisogno di sedimentare ed essere riviste in tempi successivi.

Come il vino anche la parola scritta viene giudicata dal fruitore finale.

Per quanto mi riguarda lo scrivere è per me un gesto liberatorio, catartico, che mi aiuta a mettere in ordine la vita.

Serve in primo luogo a me per la crescita personale e poi c’è il piacere della condivisione con gli altri.

Auguro a me e anche a voi di calibrare il pensiero scritto e quello parlato per dare sapore alla nostra esistenza.

Un caro saluto.

Antonio.

by Antonio Masoch