Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Andare d’accordo non è facile

2022-04-01 07:24:13

Nella natura umana andare d’accordo non è davvero facile....

Ricordo un mio professore di psicopatologia che in classe soleva affermare come fosse difficile per l’uomo perdonare e tuttavia sosteneva che la persona che vuole mettere pace denota un grande senso di equilibrio.

Carl Rogers, il padre del Counseling, sosteneva che ogni persona ha un sistema di riferimento diverso cioè un modo proprio di rapportarsi e interagire con l’ambiente per la sopravvivenza.

Diceva che in natura le persone si  scontrano, mettono in essere un conflitto e questa dimensione fa parte della dimensione umana per la crescita.

L’importante prendere atto del pensiero dell’altro che è differente dal mio e senza fare opposizione cogliere la diversità per aumentare le nostre conoscenze riguardo al nostro vivere.

Carl Rogers era nato in una famiglia protestante dove lo scambio di pareri a tavola era molto vivace.

Lui soleva dire:




“quando siamo a tavola e iniziamo una discussione, se, prima di dire la nostra opinione, proviamo a riassumere quella della persona che ci ha preceduto, vediamo che la comunicazione, in qualche modo, cambia con sviluppi imprevisti”


Inventò la tecnica della riformulazione o tecnica dello specchio perché il counselor ripete con le stesse parole o con altre parole quello che la persona ha detto per cui l’altro risente le sue cose con effetto diverso, esterno, più distaccato do come le ha dette.

Questa strategia comunicativa permette di:

  • Ridurre gli errori nella comunicazione
  • Potersi spiegare nuovamente
  • Assicurarsi di aver compreso


Gli effetti positivi sono i seguenti:



  • Utilizza la conoscenza che il soggetto ha della situazione
  • Frantuma la sensazione di solitudine
  • Ripristina la capacità di riflessione razionale
  • Incoraggia all’auto esplorazione 
  • Aiuta la persona ad essere attiva e responsabile


Esempio: la persona dice “oggi sono molto arrabbiata  con mio marito

Il counselor riformula “mi sta dicendo che è infuriata

Nel mio lavoro di ascolto mi è capito di seguire persone che esprimevano rabbia nei confronti di altri.

In questo ambito evidenzierei due tipologie di clienti:


  • Quelli che esprimono rabbia e non riescono a superare il conflitto
  • Quelli che dopo essersi sfogati sono in grado di vedere i lati positivi dell’altro e promuovono un’integrazione


Ricordo  un cliente che mi portò come problema il contrasto con suo padre e suo fratello nell’ambito di un’attività artigianale.

Diceva che i suoi familiari prevaricavano su di lui senza rispettare il suo punto di vista.

Il suo bisogno era quello di esprimere il suo parere.

Le chiesi quello che voleva cambiare rispetto al suo vivere quotidiano.

Lui mi rispose che voleva diventare assertivo, cioè capace di esprimere il suo pensiero nel rispetto dell’opinione di suo padre e suo fratello.

Le ho proposto di imparare il messaggio “io” modalità con la quale poteva esprimere le sue sensazioni in relazione al comportamento dell’altro focalizzando l’attenzione su se stesso.

Lui acconsentì e iniziammo a lavorare insieme.

Le spiegai che quando esprimiamo un giudizio sull’altro emettiamo il messaggio “tu” e che con questa modalità ci focalizziamo sull’altro emettendo un’etichetta, un’accusa.

Questo tipo di informazione  è troppo semplice e chiude la comunicazione.

Esempio: “di questo argomento non ne capisci un cavolo

Il mio cliente, a quel punto, mi disse che questa era proprio la modalità di suo padre nei suoi confronti.

Nell’esprimere questa affermazione mi parve di cogliere nella persona una profonda tristezza.

Rimandai al cliente l’emozione che stavo percependo nel colloquio mentre lui esprimeva la sua situazione.

Dopo un tempo nel quale il ragazzo ha  voluto esprimere tutto il suo disappunto riguardo all’agire di suo padre, ci siamo focalizzati sulla nuova modalità di espressione.

Il messaggio ”io” è una tecnica di comunicazione che permette di affrontare il conflitto, richiede un tempo di ascolto, è una critica costruttiva perché spiega il processo.

Permette all’altro di responsabilizzarsi e apre la comunicazione.

La persona parla di se stessa in rapporto al comportamento dell’altro.

Esempio:

ritengo di avere  le conoscenze e le competenze in questa materia per cui ti chiedo di ascoltarmi

In altri termini:



  1. La  descrizione del fatto senza giudizio= “ quando dai una spinta a tuo fratello…”
  2. L’effetto concreto= “ questi può cadere e farsi male”
  3. La reazione agli effetti= “ per questo motivo io mi inquieto e mi arrabbio”


Ricordo che non fu facile per il cliente entrare nella pratica.

In effetti è una modalità che richiede del tempo, una riflessione e la volontà di incontrare l’altro.

Dopo diversi colloqui nei quali cercavamo di esprimerci con questa modalità, l’utente inizio’ ad entrare nella modalità assertiva.

Aveva imparato a ricevere le sollecitazioni dai suoi familiari, a generare uno spazio e a rispondere parlando delle sue sensazioni riguardo all’atteggiamento degli altri.

Anch’io feci esperienza e fu una vittoria per entrambi!

Auguro a me e a voi di riconoscere il nostro pensiero da quello dell’altro e di allenare la mente ad esprimere le nostre sensazioni riguardo all’agire dell’altro con equilibrio e un pizzico di distacco.

Un caro saluto.

Antonio.


by Antonio Masoch