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Alienazione Parentale. Un orribile abuso contro i bambini che colpisce la sfera delle relazioni parentali , provocandone il disturbo e le relative conseguenze... STORIE Assolto dopo 8 anni dalle accuse della ex moglie. Intanto i figli sono stati alienati. Fuscaldo: dopo la separazione la moglie lo accusa di violenza: assolto Un matrimonio finito in Tribunale in cui l’imputato si è dovuto difendere anche dalle accuse di violenza contro i figli minori. Dopo una lunga battaglia l’uomo è stato assolto con formula piena 27.9.2019  –  S.G. – 50 anni di Fuscaldo (Cosenza) – è stato assolto con formula iena dopo otto anni di un lungo iter processuale nelle aule giudiziarie del Tribunale di Paola. Era accusato di violenze familiari contro la moglie e la figlia. Sulla testa dell’uomo, difeso dall’avvocato Ugo Ledonne, pendevano le accuse di stalking, tentata violenza sessuale nei confronti della moglie, lesioni con minacce nei confronti della figlia. La vicenda trae origine da una separazione complicata nel lontano 2011. Durante il procedimento civile i figli minori vennero periziati da un psicologo infantile, il quale diagnosticò la sindrome Pas, sindrome da alienazione genitoriale, che si attiverebbe sui figli minori coinvolti tanto in contesti di separazione e divorzio dei genitori, definiti conflittuali, quanto in contesti di presunta violenza intradomestica. Nel frattempo l’ex moglie aveva presentato denuncia contro il marito. Il processo penale sfocia in una lunga istruttoria dibattimentale con, sul banco dei teste, molti testimoni tra cui anche i militari dell’Arma i quali presero in consegna le denunce da parte dell’ex moglie di aggressione da parte dell’uomo e tentativo di violenza sessuale. Il pubblico ministero al termine della requisitoria ha chiesto una condanna a 4 anni e sei mesi; richiesta di condanna della Procura a cui si è associata la parte civile. La difesa dell’imputato, grazie ad indagini difensive, a testimonianze e ad un excursus della vita coniugale, producendo la documentazione attestante i comportamenti dell’uomo, è riuscito afar cadere il castello accusatorio nei confronti dell’uomo e a dimostrare come nessuna delle accuse a lui rivolte corrispondessero alla verità dei fatti chiedendone l’assoluzione. Il giudice esaminando le carte del processo, la documentazione della difesa dell’imputato e quella dell’accusa ed ha ritenuto di dovere assolvere con formula piena l’imputato per non aver commesso i reati a lui ascritti. 27 settembre 2019

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Buonanotte 🙋 😘😘😘 IL BAMBINO INGANNATO. Tu che da bambino hai rifiutato e continui a rifiutare di frequentare un tuo genitore non hai colpa, eri troppo piccolo per capire l’inganno di chi diceva di amarti, mentre in realtà ti considerava solo un piccolo SUDDITO che doveva essere disponibile a riceve il più crudele e imperativo degli ordini: TU NON DEVI AMARE L’ALTRO GENITORE. Pur di allontanarti da LUI/LEI ti ha illuso facendoti CREDERE CHE TI AMAVA, mentre nella realtà attraverso le menzogne e l’inganno ha seminato in te odio e disprezzo, mentre doveva insegnarti ad amare. Per timore di perdere anche il GENITORE ASSEGNATO, che il sistema ti aveva imposto, hai dovuto ingannare te stesso e gli altri. Purtroppo il sistema giuridico-psicologico non ha fatto NULLA per impedire questa deriva patologica della genitorialità, anzi quasi sempre in buona o cattiva fede l’ha alimentato. L’aspetto più crudele dell’inganno è che ti ha anche imposto con la persuasione uno o più nuovi FALSI genitori, al fine di annullare anche la tua IDENTITA’ BIOLOGICA. Inoltre, per un bambino la separazione da un genitore, non è solo perdita dell’altro, ma anche di sé come persona degna di amore. La paura dell’abbandono ti inseguirà per tutta la vita e temerai sempre che le persone che dicono di amarti, possano anche loro INGANNARTI o temi che possono ABBANDONARTI. Dietro la tua paura dell’abbandono vi è la paura di non esistere, la paura della solitudine e se questa paura diventa troppo intensa, potresti anche desiderare di non avere accanto qualcuno, per il TERRORE di essere abbandonato e colto impreparato o incapace di governare le emozioni e allora preferisci anticiparle e non legarti o essere sempre guardingo. Ai bambini alienati non viene solo rubato un genitore, ma la sua intera esistenza relazionale-affettiva. Hai ancora una possibilità di salvarti, lo so è difficile, ma non è impossibile ed è quella di ripristinare il rapporto con il genitore che ti hanno costretto a rifiutare, quel genitore che credi lontano, mentre in realtà ti è molto vicino, ti aspetta e ti aspetterà per tutta la vita e da sempre vicino al suo corpo vi è la LUCE DELLA SPERANZA e quella speranza sei TU!

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Giovanni Battista Camerini Esco dalla caserma dei Carabinieri per testimoniare, come ex CTU, in una delle solite vicende che intossicano le famiglie e i tribunali: una figlia/un figlio che non vuole vedere il padre/la madre, il genitore prescelto che accusa l’altro di essere un maltrattante, il genitore rifiutato che accusa l’altro di mettergli contro il figlio/la figlia, interventi degli esperti a vario titolo nominati (CTU, servizi sociali, terapeuti), nomina di curatori speciali, provvedimenti del tribunale. Nella grande maggioranza dei casi, tutto perfettamente inutile. Grandi discussioni sulla esistenza o meno della alienazione, decisioni giudiziarie che si susseguono, a volte in contrasto tra loro, avvocati che si accapigliano, denunce penali reciproche, interventi della forza pubblica, invii coattivi in mediazione o in terapia. Intanto il tempo passa e il figlio/la figlia si avvia verso un futuro fosco e denso di esiti psichiatrici, come dimostrano (tra le altre) le ricerche della Baker e della prof.ssa Verrocchio. La CEDU ha più volte ribadito che i diritti relazionali devono essere non sono riconosciuti ma anche effettivamente soddisfatti ed ha in diverse occasioni condannato il nostro Paese per violazione dell’articolo 8 per queste vicende. Tutto inutile. Il sistema sembra perfettamente impermeabile alle sollecitazioni e queste vere e proprie tragedie umane si moltiplicano. Il tempo passa e la situazione si radica e si stabilizza. In fondo, come abbiamo scritto nel Manuale psicoforense dell’età evolutiva, la soluzione ci sarebbe ed è stata più volte applicata dalla IX sezione del Tribunale di Milano. Applicare tempestivamente (la tempestività è essenziale) gli articoli del codice di procedura civile che lo prevedono (614 bis, “obblighi di fare e non fare”, e 709 ter), in chiave di coercizione indiretta e di tutela inibitoria, e dare prescrizioni al genitore che ostacoli ingiustificatamente i rapporti del figlio/della figlia con l’altro. In caso di inadempienza, sanzioni amministrative immediatamente esecutive. Senza invii in “terapia” inutili e perditempo, che servirebbero solo se vi fosse consenso da parte dei genitori, e senza pensare che basti la delega delle incombenze al servizio sociale per risolvere la situazione: quelli che la CEDU chiama “provvedimenti stereotipati ed automatici”. Sono morti e sepolti i disegni di legge che prevedevano interventi a riguardo, non sono né morti ne’ sepolti i problemi sul tappeto . Che forse non richiedono disegni di legge appositi ma una diversa consapevolezza da parte delle agenzie giudiziarie e sociali ed una più efficace applicazione delle norme già esistenti, per garantire il pieno soddisfacimento dei diritti in gioco e per evitare che la bomba a orologeria che il figlio/la figlia porta dentro di se’ possa prima o poi esplodere, facendogli molto male.

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